Cristian Mauro, da anni frequentatore assiduo dell’ambiente musicale friulano, ha finalmente deciso di registrare alcune sue composizioni e nel dicembre del 2020 ha pubblicato la sua opera prima, dal titolo “Buere lontane” (Vento lontano). Prima di incidere le sue canzoni, Cristian (detto anche Pino) le ha suonate tante volte dal vivo anche nell’ambito delle iniziative promosse dallo storico locale “La Girada”, che è stata una vera e propria casa dei cantautori di questo lembo di terra. Ha anche ottenuto alcuni meritati riconoscimenti (sempre dimostrando un certo imbarazzo e modestia) in Festival locali dove ha proposto i suoi brani, molto poetici e di impatto immediato. Buere lontane, che Cristian dedica “alle donne che mi hanno cresciuto e alle donne che mi hanno fatto crescere”, raccoglie 12 tracce tutte scritte in lingua friulana con la preziosa collaborazione di Alvise Nodale, Nicole Coceancig e Claudio Banelli, quest’ultimo anche sound maker del CD. I temi trattati, dove traspare sempre un forte legame con la terra natia, sono molteplici, con un continuo riferimento allo scorrere del tempo, alla ricerca di un difficile equilibrio che possa aiutarci a non sprecarlo. La scelta sonora è minimale è molto azzeccata. I suoni sono quasi esclusivamente basati su fraseggi di chitarre acustiche dove il tocco di Alvise Nodale risulta inconfondibile, così come la sua voce, più volte presente. La scrittura di Cristian Mauro è diretta, senza fronzoli e a volte addirittura arcaica. Testi che fuggono da tendenze e mode e si presentano con delicatezza, senza nascondere “ciò che siamo stati”, gli eventi che hanno forgiato il nostro carattere e il nostro modo di vivere la vita.
Senza svelare troppo, ecco le impressioni ricevute dall’ascolto di Buere lontane.
Om de primure (Uomo che vai di fretta) apre il disco. Un bel pezzo, di grande presa, con le voci di Cristian e Alvise Nodale che si scambiano impressioni su chi va di fretta, chi si lascia sfuggire il tempo che scorre, inesorabile. “Nè cielo né terra / né diavolo né Signore / né amore né lacrime / solo fuochi di dolore / né ricordi né domani / solo la roba mia / né ricordi né domani / ieri uguale a oggi”. O sin (siamo) è una rappresentazione della fragilità del nostro vivere: “Siamo momenti / tramezzo di sogni / siamo nel vento libero / siamo farfalle tra ieri o oggi”. Tiare di Cjargne, cantata assieme a Alvise, è un omaggio a uno dei territori che hanno segnato profondamente il cammino di Cristian. Al temp al nul di ben (il tempo profuma di bene), bellissimo titolo, mette in risalto la voce di Cristian, estranea agli standard attuali, che tendono a uniformare canoni di bellezza del tutto fuori dal vero obiettivo, che resta quello di creare emozione. E Cristian Mauro, emoziona, eccome. “Correre / cantare / ascoltare / Volare / il tempo profuma di bene”. Bellissima canzone. Invier (Inverno) è una sorta di nevicata musicale, molto malinconica, che si appoggia su un arpeggio di chitarra e suoni delay. “Non c’è un momento senza perchè / non c’è un momento senza inverno”. Tal gno cur e jè une rose è una bellissima ballata che racchiude nel ritornello l’amore dell’autore per la sua terra, ma non solo. “Tutto il mondo è la mia casa / Tutto il mondo è la mia gente / Ma nel mio cuore c’è una rosa / che di nome fa Friuli”. L’orgoglio di essere cittadini del mondo senza nascondere l’importanza delle proprie radici. Dopo l’intimità di Cirinsi lì (Cerchiamoci lì) arriva un altro pezzo che rappresenta un marchio di fabbrica di Cristian Mauro: Conte le lune (Racconta la luna). E’ una canzone fortemente poetica, con una melodia struggente che conquista al primo ascolto. Chiederemo direttamente all’autore di spiegarci come è nata la canzone, qui cantata assieme a Alvise. Il disco procede con Anime e Compagnime cil (Accompagnami cielo), altra bellissima ballata: “Accompagnami cielo tra quelle nuvole / nel mezzo le stelle / dentro gli occhi / passo dopo passo / sogno dopo sogno / canto dopo canto / fuoco dopo fuoco”. Nicole Coceancig partecipa al brano arricchendolo col suo timbro particolare e emozionante. Il disco si conclude con No (noi), dedicato alle interminabili serate passate suonando “in un solo respiro” e la delicata Cjant a l’imbrunì (Canto all’imbrunire), giusta chiusura di un primo disco che ci ha regalato diverse emozioni.
Ho incontrato Cristian e così è nata questa breve intervista.
Cristian, come nasce la tua passione per la musica? Raccontaci il tuo percorso artistico.
La musica fa parte da sempre della mia vita. A casa da che ero piccolo c’era un giradischi che suonava o la radio accesa, certo poi a 13 anni sono rimasto folgorato da Springsteen. Ma il vero percorso è iniziato con il folk club della Girada e l’incontro con colui che definisco il “Gno Mestri di pinsir” che è Lino Straulino. È in quel centro recupero “suonati” che risiede il vero spirito della mia musica.
Buere lontane e, in generale, tutte le tue canzoni, rivelano un forte legame con la tua terra. Ci racconti qualcosa a questo proposito?
Il Friuli, le marilenghe. Vengo da un paesino perso sotto una montagna sconosciuto ai più, Prestento, una cultura rurale a cui sono legatissimo ma il mio essere friulano lo devo a mia madre. Lei mi ha trasmesso i valori e il senso di appartenenza radicati in ciò che cerco di portare avanti con la mia musica, tenendo però lo sguardo aperto verso il mondo. “Tal gno cur je une rose” è mia madre praticamente ad avermela scritta senza saperlo.
Nella tua cerchia tutti aspettavano l’uscita di questo disco. Spesso ti “sottrai”. Ora, ad opera conclusa, sei contento di aver (finalmente) registrato un tuo CD?
Diciamo che la mia musica mi piace suonarla per e con gli amici, non mi sono mai sottratto, anzi … Ma quando decidi di incidere un disco credo ci voglia una maturità artistica per poi poterlo sostenere altrimenti tutto si riduce un groviglio di buone idee mal espresse. Felice sicuramente!! Soddisfatto, no.
Tu ti definisci (e sei definito) uno “Springteeniano”. E’ lui il tuo primo riferimento musicale e quali altri artisti segui con maggiore attenzione?
Bruce è la ragione per cui ho comprato la mia prima armonica e successivamente ho aggiunto tre accordi con una chitarra. Il cuore di tutto è lì. Seguo molto anche Eddie Vedder, gli amici cantautori e i grandi italiani da De Gregori a Bertoli passando per Dalla e Rino Gaetano senza dimenticare il “Guccio” e Faber ma potrei citare altri mille nomi.
In studio ti sei affidato ad alcuni amici musicisti. Raccontaci come hai vissuto questa esperienza assieme a loro.
Innanzitutto vorrei ringraziare sia Alvise che Nicole per aver reso possibile ciò che per me era utopia. Di Alvise posso solo dire che poter avere un musicista come lui nella mia musica è una fortuna. Credo di poter dire che questo disco è mio quanto suo. Con Nicky è stato veramente sorprendente collaborare perché, oltre a vari pregi che certamente non scopro io, ho scoperto un lato professionale di lei che non conoscevo.
Raccontaci come nasce “Conte le lune”.
Conte le lune nasce su uno “spolert” a fianco al quale mi perdevo in lunghi racconti con mia nonna Laura e a volte cantavamo vecchie canzoni che lei amava. Era qualcosa di magico che ho avuto la fortuna di condividere assieme. Manchi sempre, non manchi mai!!! Ecco cos’è conte le lune per me
Al giorno d’oggi troppa gente va di fretta, come racconti nel tuo primo brano. Essendo quasi ossessionato (io) dal tema del tempo che scorre, ho notato che in diversi tuoi brani l’argomento è presente. Cosa significa per te tutto questo?
Sono convinto che il tempo non corra ma passi solamente. Siamo noi, intesi come società, che abbiamo perso il senso del suo passare. Tutto subito e adesso ma il corso naturale della vita ha le sue precise cadenze, secondo me.
Sei legato a un brano in particolare di Buere lontane, e per quale motivo?
Questo disco è collegato per gran parte delle canzoni alle donne della mia vita ma “Cirinsi lì” è la canzone più intima e vera dell’album. È anche la più lunga, 8 minuti circa, ma porsi domande lo richiede. Tra l’altro non volevo neppure inserirla nel progetto forse per paura di mostrarmi così nudo. E’ stato Alvise ad insistere e gliene sono veramente molto grato.
E’ un periodo molto difficile per tutti e naturalmente anche per chi fa musica. Quanto ti mancano le serate dal vivo?
Mi manca quanto un concerto di Bruce.
Chi è interessato al tuo CD come può acquistarlo?
Contattandomi su Messanger, sul mio profilo Facebook al momento.
Grazie Cristian, ora ci auguriamo di non dover attendere troppo tempo per poter ascoltare nuove canzoni. In bocca al lupo per la tua carriera artistica!