Artesuono Recording Studio, il più che noto studio di registrazione a livello europeo, sorto alle porte di Udine, compie trent’anni! Lo fa con l’uscita del numero 200 della sua etichetta discografica: un disco bellissimo, con una grafica curata (da Igor Tullio!) ed una confezione unica. Abbiamo intervistato il fondatore, nonché riconosciuto “mago dei suoni”, Stefano Amerio.

Artesuono in “Tilt”? A parte il gioco di parole sappiamo che presto vedremo il numero 200 della tua etichetta … Un bel traguardo! Ce ne vuoi parlare?
Di questi tempi si va veramente in “TILT”… scherziamo per toglierci di dosso questa annata davvero funesta.
Arriva proprio in questi giorni il disco numero 200 dell’etichetta, e per celebrarlo lo farò con un cofanetto speciale che contiene le tavole pittoriche di Giovanni Maier su cui i musicisti hanno improvvisato, le foto di un noto fotografo regionale, il tutto in un formato A5. Ho voluto questo particolare formato perchè i disegni/partitura di Maier sono così belli che possono essere incorniciati, e così anche le foto. Si tratta di un concerto registrato in alta definizione al Teatro Revoltella di Trieste e vede Massimo De Mattia come solista e una piccola formazione da camera formata da musicisti ed allievi del Conservatorio di Trieste. Giovanni mi ha mostrato i disegni/partitura e mi ha incuriosito l’idea di realizzare qualcosa di veramente unico proprio per il disco numero 200.

Trent’anni di una attività oramai affermata! Ci vuoi un po’ raccontare da dove nasce questa idea di creare a Cavalicco, piccolo paese alle porte di Udine, uno studio di registrazione diventato poi uno fra i più importanti in Europa …
Premetto che ho studiato pianoforte e negli anni ’80 i sintetizzatori hanno cambiato il modo di fare musica. Anche io fui affascinato da questo mondo ed iniziai a suonare le tastiere.
Nel 1990, nel garage di casa, una stanzetta di 16 mq, attrezzai il primo studiolo con il primo mixer e un multitraccia a 8 piste. Mio papà finanziò l’acquisto dicendomi che mi avrebbe concesso un anno di tempo per capire se era un gioco o un vero lavoro. Iniziai registrando i gruppi della scena friulana e dei cantautori come Lino Straulino e Luigi Maieron.
Poi un giorno, durante una lezione di pianoforte, Glauco Venier mi chiese di registrare il suo disco “L’insium” con cui iniziai a scoprire il mondo del jazz. Fui affascinato da questo genere musicale, perchè gli strumenti acustici devono essere registrati molto accuratamente e microfonati con grande esperienza. Fu un inizio davvero entusiasmante perchè c’era tanto da imparare e scoprire.
E dopo Glauco, arrivò U.T. Gandhi che all’epoca era il batterista degli Electric Five di Enrico Rava. Per un suo disco solista chiese a Enrico di suonare alcune parti, e vennero da me.
Rava, innamorato del suono, iniziò a frequentare lo studio assiduamente, finchè un giorno mi telefonò per comunicarmi che desiderava registrare a Cavalicco il suo disco per ECM. E nel febbraio 2003, in una mattina grigia e nebbiosa, arrivò Manfred Eicher.
E da lì iniziò davvero una lunga avventura al fianco di Manfred Eicher, che oltre ad essere uno tra i più grandi produttori di jazz è diventato un caro amico.
Oltre a Manfred e alle tante altre etichette ed artisti internazionali con cui collaboro, c’è anche la Cam Jazz. Il produttore Ermanno Basso, è più qui che a Roma… Anche perchè il Friuli offre davvero tanto… forse siamo noi friulani ancora a non aver capito le potenzialità della nostra terra.

Posso sicuramente affermare che una delle attenzioni più grandi del tuo studio di registrazione sia stato quello di coinvolgere diverse professionalità della tua regione …
Lo studio nasce anche da questa idea di offrire ai musicisti regionali un punto di riferimento importante e tecnologicamente avanzato. Negli anni ho investito molto per mantenere all’avanguardia la strumentazione e anche ora, malgrado il periodo davvero difficile, ho installato un nuovo mixer digitale della Studer Vista 8, aggiornato con preamplificatori e convertitori di ultima generazione. E come sempre ho coinvolto colleghi ed altre forze lavoro, al fine di creare un pool di professionisti. Giulio Gallo, da sempre al mio fianco nelle situazioni più impegnative, Lorenzo Crana, giovane e preparato assistente, Francesco Blasig, altro ottimo professionista cresciuto in Artesuono e che ora conduce con successo East Land Studios a Cormons (Go), Federico Mansutti che gestisce le edizioni musicali e l’etichetta, Igor Tullio, grafico (che ha curato proprio anche questo numero 200 molto particolare), Elisa Caldana fotografa e grafica, e anche tu, Luca d’Agostino, che sin dagli inizi hai immortalato con i tuoi scatti, i momenti più belli dello studio. Io chiamo questo gruppo di professionisti “Artesuono Dream Team”
… e come dico sempre siamo pronti ad “Improvvisare, adattarsi e raggiungere lo scopo”. Si lavora sodo, poche chiacchiere e tanta sostanza.
Non faccio proclami o sceneggiate sui social perché non ho tempo…

U.T. Gandhi, Stefano Amerio, Enrico Rava, Manfred Eicher / Cavalico 2003

Credo che, fra i tanti momenti, due sono quelli particolarmente importanti: l’incontro con Ermanno Basso della Cam Jazz e Manfred Eicher di ECM …
La Cam Jazz ed Ermanno Basso sono arrivati prima di ECM e la nostra collaborazione inizia già nel 1998. Con loro ho registrato artisti come John Abercrombie, Kenny Wheeler, John Taylor, Richard Galliano, Enrico Pieranunzi e tantissimi altri.
E poi nel 2003 inizia la mia avventura con ECM. Un rapporto che con gli anni si è consolidato. Sia con Cam Jazz che con Ecm ho registrato oltre 100 album a testa e in trent’anni di attività ho superato complessivamente i 2800 album realizzati in Artesuono.
Sia con Ermanno che con Mandred ho instaurato un bellissimo rapporto di amicizia e ci si incontra anche al di fuori dello studio. Sono di casa a Monaco di Baviera, mentre Ermanno, come dicevo, è ormai più qui a Udine che a Roma…

Artesuono è sempre stata attenta anche alla promozione e all’organizzazione di eventi: ricordo in particolare la rassegna Respiro, ma attualmente anche la bella collaborazione con l’associazione SimulArte …
Respiro è stata una bella rassegna, nata per dare visibilità e promuovere gli artisti dell’etichetta nata nel 1998 ma non solo.
Ma poi il lavoro dello studio è diventato sempre più impegnativo e quindi non avevo il tempo di seguire l’organizzazione degli eventi.
SimulArte invece nasce da un’idea di Federico Mansutti che ha coinvolto me ed Ermanno Basso. Si tratta di una cooperativa di servizi che organizza spettacoli, master class e dà un valido supporto burocratico e logistico ai musicisti.
Ad esempio il progetto Music System con il quale è stato creato un ponte tra il Friuli e il Giappone, o i concerti estivi della rassegna More Than Jazz a Udine. Il tutto sempre realizzato con grande cura e attenzione.

Qualche episodio particolarmente emozionante sul quale vuoi soffermarti?
L’incontro con Manfred Eicher in una nebbiosa mattina del febbraio 2003, quando arrivò in studio, silenzioso, si sedette alle mie spalle senza dire nulla, e solo alla fine del brano disse che gli piaceva il suono o la prima volta a Lugano, nello studio RSI (Radio Svizzera italiana), quando durante una fase di editing, mi soffermai a pensare un attimo quale poteva essere la soluzione migliore, mi disse, battendomi sulla spalla, “Please think fast…”, oppure la sorpresa della nomination ai Grammy Awards del 2008, con il disco di Norma Winstone, Glauco Venier e Klaus Gesing, o anche la venerazione da parte dei critici giapponesi per le mie registrazioni, tanto che in uno dei più grandi negozi di dischi a Tokyo avevano realizzato uno scaffale con tutti i dischi che avevo registrato e con un cartello con scritto “Do you know Stefano Amerio?”

Prospettive per il futuro, dopo trent’anni di straordinaria carriera?
Il 2020 penso sia davvero da dimenticare per tutti, ma sono fiducioso per un 2021 in netta ripresa.
Spero di reiniziare presto a muovermi e a incontrare di nuovo i tanti musicisti che conosco.
Credo ci sia la voglia di rimettersi in gioco e tornare a registrare e suonare dal vivo.
Serve a tutti, ma soprattutto al mio comparto davvero danneggiato dal Covid. Penso a tutti i colleghi che lavorano nel settore degli spettacoli dal vivo che sono ormai fermi da tanti mesi.

Quindi aspettatevi tante belle novità e tanti artisti in arrivo… e se passate da Cavalicco, non sorprendetevi se incontrate qualche vostro idolo… non è un sogno, è che c’è Artesuono…

Luca A. d’Agostino © instArt