Quando è in procinto di uscire un nuovo progetto discografico si è sempre elettrizzati. Ovviamente gli attori musicisti, ma anche chi da anni segue le peripezie dei nostri artisti di jazz. E’ imminente l’uscita di “Let’s Start From Here”, nuovo imperdibile lavoro del pianista Paolo Corsini: tutti i brani registrati sono originali ed uscirà con l’etichetta Jazzy Records.

Inevitabile intervistarlo per conoscere qualcosa in più su di lui e su questo nuovo viaggio, annunciato anche da un elegante video che pubblichiamo.

Partiamo da qui! Uno splendido, nuovo, progetto discografico, a fine di questo anno particolarmente difficoltoso … Ce ne vuoi parlare? Un disco che nasce da un altro disco…
Mi spiego, da un po’ di tempo ci stavamo trovando a suonare del materiale originale mio e di Luca Colussi, quando quest’ultimo decise di registrare i suoi brani. Io decisi di sfruttare la situazione e di concerto con Alessandro e Luca aggiungemmo un secondo giorno di registrazione nel quale registrare i miei brani originali. Dovevamo incidere il 24 febbraio, ma ci sono stati dei piccoli inconvenienti di carattere pandemico…
Così siamo entrati in studio a giugno, portandoci in “dote” tutti i lasciti del lockdown, dal punto di vista emotivo è stato quanto meno strano…
Ad ogni modo abbiamo riversato la nostra voglia di vita e di musica sui nostri strumenti e come risultato ne sono usciti due dischi! Per il mio ho scelto una decina di brani di recente e remota composizione (il più datato risale a quasi 20 anni fa…), alcuni tra questi volevo registrarli da molto tempo, ma non avevo ancora trovato la situazione giusta per farlo.
Nelle composizioni si trovano tutti i rimandi alla musica che mi ha affascinato ed appassionato, tutte le influenze a partire da Herbie Hancock, Bill Evans, Chick Corea senza dimenticarsi del mio idolo Wayne Shorter e Terence Blanchard. La volontà chiaramente non è quella di rimpastare tanti stili differenti ma è un semplice dato di fatto che nella mia scrittura me li ritrovo tutti li! Il tutto è mediato dalla ricerca personale e corale di uno stile ed una voce propria.

Con te gli straordinari Alessandro Turchet al contrabbasso e Luca Colussi alla batteria, due caposaldi riconosciuti nel panorama del jazz italiano … Due persone straordinarie, due amici unici, due musicisti meravigliosi. Il mio legame con Alessandro nasce tanti anni fa, posso quasi dire che siamo cresciuti insieme, almeno per un periodo, in ambito musicale ed abbiamo condiviso le più disparate esperienze. Negli anni si è creata quasi una simbiosi nel dialogo musicale tra noi due così come è avvenuta la sinergia tra Alessandro e Luca diventati ormai ritmica fissa di tantissime situazioni. Con Luca ho lavorato in tantissime occasioni, ma non continuativamente fino a quando non abbiamo finalmente consolidato il trio nel 2016.
Ho visto un bellissimo teaser di presentazione del vostro disco della etichetta Jazz Records: un’etichetta indipendente che sta già facendo parlare di sé, a partire dal bel film concerto di Giovanni Mazzarino …
Ho avuto la fortuna di conoscere (virtualmente di questi tempi…) Valentina Gramazio e Giovanni Amore, colore che portano avanti questa bellissima etichetta. Valentina è colei che ha materializzato il concetto del disco nella copertina e nel video, in maniera magistrale ed è il motore promozionale dell’etichetta. Giovanni è colui che segue tutti i dettagli tecnico, pratico, burocratici, in maniera squisitamente maniacale.
Insomma due persone estremamente capaci, serie e davvero squisite.
Che cos’è per te la Musica ed il rapporto con il tuo strumento?
Una necessità, un motivo per vivere. Non riesco ad immaginare di non poter aver a che fare con la musica, permea continuamente i miei pensieri, mi è indispensabile in ogni momento.
E’ un mezzo con il quale spero di riuscire a comunicare con le altre persone tramite il mio strumento, ma non solo. Ho la speranza di riuscire a veicolare delle emozioni, delle motivazioni, delle intenzioni, anche il semplice fatto di poter “colorare” qualche momento a chi mi ascolta, usufruendone come meglio crede.
Per questo cerco il più possibile di essere sincero e di mostrarmi musicalmente per quello che sono.
Può essere una risposta per i giovani?
La musica dovrebbe essere non solo una risposta, ma una risorsa per i giovani e non solo.
Ho la fortuna di essere anche insegnante e vedo le nuove generazioni come si rapportano con il mondo musicale.
Quando ero piccolo sono passato dal registrarmi le audio cassette per poi arrivare dopo anni ad avere una modestissima raccolta di cd. Ho avuto modo di assaporare poco per volta, ma in maniera affamata ogni disco.
Oggi l’offerta è smisurata ed ha anche perso valore, ho la convinzione però che con un giusto uso di tutte le immense risorse la musica possa tornare ad appassionare ed a riempire la fantasia di una ragazza o di un ragazzo, che possa farlo sognare.
Se poi questo lo porterà a dedicarsi ad uno strumento allora sarà solo un valore aggiunto alla sua vita, che lo faccia per diletto o per professione, è indifferente. L’importante è che ci sia un esperienza nella vita di ognuno in cui la musica sia presente, serve è importante, fa vivere meglio ci fa crescere.
Cinematografia, letteratura, arte: chiusi in casa da troppo tempo, sei riuscito in qualche maniera anche a sviluppare o confermare qualche tuo ulteriore interesse? Siamo, come a detta di qualcuno, bravi solo a “divertire”?
Diciamo che ho studiato molto e sono finalmente riuscito a dedicarmi ad opere che avrei sempre voluto suonare, ma per le quali non ho mai avuto sufficiente tempo. Ho avuto modo di percepire il rapporto con il mio strumento in maniera più dilatata nel tempo e per questo più approfondito e ragionato. Oltre a questo mi sono nutrito, oltre alle serie TV, di film, documentari di ogni genere e forma, sopratutto di carattere storico e di attualità.
Oltre alla nostra innegabile funzione di “intrattenitori” dovremo ricordarci che abbiamo anche un ruolo sociale, bene o male il nostro rapporto con il mondo artistico acuisce per quanto poco la nostra sensibilità, dovremo sentirci responsabili di questo e cercare nel nostro piccolo di fare la nostra parte, secondo me è possibile o comunque voglio pensare che lo sia. 
L’anno è volto al termine, siamo già nel 2021: progetti futuri dopo l’uscita di questo disco?
L’anno ormai è volto al termine, così come recita il titolo “partiamo da qui”, ci sono tante cose che vorrei fare.
Spero vivamente che ci sia una ripresa, un reset dell’attività musicale, anche andando oltre certe dinamiche tristemente presenti nell’ambito organizzativo e burocratico. Mi piacerebbe poter far conoscere “Squirrel Beats” che è un progetto particolarmente importante, creato di concerto con Anna Maria Dalla Valle, con il quale abbiamo pubblicato un disco nel 2019 ma che fino ad ora non ha avuto la diffusione che speravo.
Luca A. d’Agostino © instArt