7 luglio 2018 è la data di chiusura del Pordenone Blues Festival con le ultime grandi performance al Parco San Valentino. Watermelon Slim e Max Prandi, Lee Fields & The Expressions e Level 42 chiudono una rassegna emozionante, ricca di storia del Blues e nuove contaminazioni, live di altissima qualità in ogni loro espressione e un palinsesto veramente ricco per qualsiasi appassionato dello stile musicale che viene dal delta del Mississippi.

Watermelon Slim
È lui ad aprire l’ultima serata del Pordenone Blues festival, accompagnato per l’occasione dal grande Max Prandi alla batteria. Un artista Bill Homans il vero nome, che ha vissuto le origini del blues suonando con i grandi nomi del Blues, e nonostante il mistero sulla sua età comunque adulta, trasporta tra ironia, tristezza e slidings notes, il pubblico nel mondo del Mississippi e delle sonorità del blues vero, suonato con semplicità e saggezza derivante dalla grande esperienza musicale. Siamo di fronte ad un big del Blues. Il suo concerto è un viaggio nelle terre del delta del Mississippi. Lo sliding delle corde, la fisarmonica a bocca e la sua voce dal timbro caldo e sofferto, sono una stravagante rappresentazione del blues nero eseguito da un bianco dalla testa ai piedi. Sul palco con lui Max Prandi, noto artista italiano del Blues amico dal 2006 di Watermelon Slim. In uscita nel 2019 il suo nuovo disco.

Lee Fields & The Expressions
Ritorna dopo una lunga assenza il grande Lee Fields. Lo fa insieme a The Expressions una formazione molto giovane dal suono intensamente funk, rythmn blues e soul suonato con gran classe. Proprio di questo si parla. Di classe perché nonostante gli anni passati lontano dal palco, Lee ritorna alla grande, con la sua voce inconfondibile e la presenza sulla scena che non lascia dubbi. Un’altro grande artista è salito sul palco del Blues Festival. Una scaletta la sua che affascina brano dopo brano, sia per la perfezione esecutiva, sia per il sound singolare, la fusione di stili che non lascia niente al caso e la sua voce graffiante e melodica che si fonde perfettamente al tutto. Come non fosse passato neanche un minuto dal suo primo concerto, lui si muove in lungo e in largo sul palco, non lesina energia ed entusiasmo, è trascinante e il pubblico lo ripaga calorosamente in ugual modo. Splendido il suo stile e il suo concerto, lo si evince anche dal suo ultimo album che sta avendo un successo inaspettato secondo gli esperti, ma secondo me del tutto meritato.

Level 42
Chiusura col botto potrei dire. Pazzeschi, un’ora e mezza di groove continuo, simpatia, energia, spettacolo eccezionale nonostante anche qui l’età media non scherzi. L’età anagrafica non conta certo per questa band, sembrano ragazzini sul palco, si muovono, suonano incredibilmente precisi profondendo armonie invidiabili. Il tutto condito da ritmo funky e arrangiamenti di altissima qualità. Il batterista è una macchina da guerra e Mark King and friends passano da un brano all’altro con una naturalezza che disarma per la quantità di note e cambi tonali e ritmici eseguiti alla perfezione. Inutile dire che qui tutti ballano come pazzi. È un tripudio di allegria e i brani più famosi mescolati ai nuovi fanno perdere il senso del tempo che vola via tra urla, applausi, canti a squarciagola e balli sfrenati. Dal palco deve essere uno spettacolo unico visto che Mark ringrazia sentitamente il pubblico caloroso che si trova di fronte. Una band anni 80 del tutto attualissima che ci propone anche un nuovo brano dal caratteristico suono Level 42.

Si chiude così la 27a edizione del Pordenone Blues Festival, ci auguriamo di essere ospiti anche della prossima nella speranza di avervi trasmesso la bellezza di questa manifestazione attraverso le nostre parole, ma soprattutto ringraziamo il dietro le quinte che ha reso facile e possibile scrivere tutto questo.

© Massimo Cum per instArt