Nonostante la forte pressione esercitata dalla pandemia Covid-19, il futuro utilizzo di un vaccino «deve essere necessariamente preceduto da studi rigorosi che richiedono il tempo necessario per valutarne l’efficacia e la sicurezza» spiega Agostino Steffan, direttore della Immunpatologia e Biomarcatori Oncologici del Cro di Aviano, relatore del terzo e ultimo incontro del ciclo autunnale delle conferenze dedicate alla salute e alla prevenzione, organizzate dall’associazione Storica Somsi di Pordenone e dall’Associazione In Buona Salute. Steffan ne parlerà venerdì 27 novembre alle 18, in un incontro che sarà trasmesso in diretta streaming sulle pagine facebook dell’associazione Storica Somsi (@storicasocietaoperaiapordenone) e dell’associazione In Buona Salute (@inbuonasalutepn), realizzato con il sostegno del Comune di Pordenone, della Farmacia Badanai, e dell’azienda Costam.
A causa della recente scoperta del virus e della difficoltà di prevedere il tipo di risposta immunitaria prodotta, le strategie adottate risultano molto diversificate fra loro e, di conseguenza, anche il tipo di vaccino in grado di proteggere dall’infezione. «In particolare, i ricercatori stanno lavorando su tre tipologie di vaccini. Vaccino a RNA: si tratta di una sequenza di RNA sintetizzata in laboratorio che, una volta iniettata nell’organismo umano, induce le cellule a produrre una proteina simile a quella a quella verso cui si vuole indurre la risposta immunitaria (producendo anticorpi che, conseguentemente, saranno attivi contro il virus)» prosegue Steffan. Esiste poi il Vaccino a DNA, il cui meccanismo «è simile a quello a RNA, ma in questo caso viene introdotto un frammento di DNA sintetizzato in laboratorio in grado d’indurre le cellule a sintetizzare una proteina simile a quella verso cui si vuole indurre la risposta immunitaria». Esiste infine il vaccino proteico: utilizzando la sequenza RNA del virus (in laboratorio), si «sintetizzano proteine o frammenti di proteine del capside virale. Conseguentemente, iniettandole nell’organismo combinate con sostanze che esaltano la risposta immunitaria, si induce la risposta anticorpale da parte dell’individuo» continua il medico.
Al 9 novembre, erano «almeno 87 i candidati vaccini che si trovano attualmente nella fase dei test pre-clinici su animali, mentre per un’altra cinquantina si è già passati alla sperimentazione umana. Al momento, sono 11 i prototipi di vaccini che hanno già raggiunto la fase 3, l’ultima prima dell’approvazione, quella che prevede l’inoculazione a migliaia di volontari, mentre altri 6 hanno ottenuto un’approvazione per un uso limitato. Gli annunci delle case Farmaceutiche ci danno speranza e l’inzio del 2021 sarà segnato dalle prime sperimentazioni su volontari. Se ci sono voluti 2 secoli per eradicare il vaiolo forse 2-3 ani per il SARS-COV2 sono da mettere in conto» conclude Agostino Steffan.
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Comunicato Stampa