«Due anni fa, mentre lavoravamo ai “Miserabili”, Franco Branciaroli una mattina mi chiama e mi ricorda che Gianrico Tedeschi quel giorno compiva 98 anni. Lo chiamo, non risponde. Poco dopo sul display del mio cellulare compare il suo nome. Al telefono c’è Marianella, sua moglie, che me lo passa. Un Gianrico felice mi ringrazia del pensiero e ricorda l’ultima sua venuta al Rossetti: era stato due stagioni prima, con “Dipartita finale”, quella follia messa in piedi da Branciaroli, in cui quattro meravigliosi squinternati rileggevano Beckett (Tedeschi, Pagliai, Donadoni e Branciaroli). Chiuso il telefono mi passano davanti le immagini dello spettacolo. La voce di Gianrico che arrivava senza bisogno di alcun supporto fino in fondo alla platea e poi lui, in camerino; lì dimostrava tutti i suoi 96 anni, poi si faceva accompagnare in palcoscenico e una volta entrato in scena si dimenticava del tempo reale e lo faceva dimenticare al pubblico.

Un paio di stagioni prima ero andato a vederlo in una commedia diretta da Maccarinelli. Era la storia di un vecchio – in gioventù un partigiano – obbligato a letto, poiché era stato investito dall’auto guidata da un ragazzo… Il giudice infligge come pena al ragazzo, di custodire il vecchio. A un certo punto dello spettacolo, il giovane prende in braccio l’altro per portarlo al bagno. La disinvoltura di Gianrico nel farsi prendere in braccio, in mutande e maglietta, continuando a scambiarsi battute ironiche con il ragazzo aveva fatto scoppiare alla loro uscita un applauso a scena aperta.

Certamente ha avuto ragione lui, una ventina d’anni fa, quando rifiutò una commedia che gli avevo proposto: era la storia di un padre anziano, che non vuol mollare il suo lavoro in libreria, contro la volontà dei figli. “E scritta proprio bene, intrigante, ma io non sento ancora quel problema…”. Non l’ha sentito fino all’ultimo! Ciao Gianrico»

Con questo toccante ricordo, Franco Però direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia saluta Gianrico Tedeschi, grandissimo e generoso protagonista di tanti spettacoli sul palcoscenico del Politeama Rossetti. Pochi mesi fa menzionavamo il suo “Dipartita Finale” e la produzione sveviana “La Rigenerazione” di cui era stato impeccabile interprete, per festeggiare il traguardo dei suoi 100 anni. È difficile ora lasciar andare un amico tanto prezioso.