Sandro Becchetti © Giovanni Picuti

Nel 1971 Sandro Becchetti (1935 – 2013) artista eclettico, fotografo che dalla seconda metà degli anni ‘60 ha documentato la realtà sociale, politica e culturale del nostro Paese, immortalando poi i grandi protagonisti della cultura internazionale per i più importanti giornali di mezzo mondo, realizzò un servizio fotografico per il quotidiano “Il Messaggero” di Roma su Pier Paolo Pasolini nella sua casa all’Eur, in via Eufrate  9, dove viveva dal 1963 assieme alla madre Susanna Colussi e alla cugina Graziella Chiarcossi.

Ebbene, quel servizio fotografico sarà per la prima volta in mostra nella sua completezza da sabato 25 luglio e fino all’11 ottobre nelle stanze di  Casa Colussi, oggi Centro studi Pasolini di Casarsa della Delizia (Pordenone), l’abitazione della madre di Pasolini e degli anni friulani di Pier Paolo, e in cui vissero stabilmente dal 1942 al 1949.

L’esposizione, intitolata “Pier Paolo Pasolini attraverso lo sguardo di Sandro Becchetti: frammenti
di una narrazione
”, curata da Valentina Gregori, “è stata organizzata nonostante le tante difficoltà legate all’emergenza – sottolinea con soddisfazione la neo presidente del Centro Flavia Leonarduzzi – e testimonia uno degli impegni del Centro studi, ovvero offrire ai visitatori occasioni di approfondimento e ricerca sulla figura di Pasolini anche attraverso percorsi espositivi”.

Sono una cinquantina le fotografie esposte, lungo un percorso che si sviluppa sui diversi piani di Casa Colussi, comprendendo, inoltre, gli straordinari ritratti di alcuni degli amici più cari di Pasolini: Bernardo Bertolucci, Dacia Maraini, Natalia Ginzburg, Federico Fellini, Alberto Moravia, Sandro Penna e Giuseppe Ungaretti. Infine, alcune immagini in bianco e nero dell’orazione funebre tenuta da Alberto Moravia in onore dell’amico Pier Paolo a Campo dei Fiori il 5 novembre 1975, poco prima di compiere il suo ultimo viaggio verso Casarsa e il Friuli.

Accanto ad alcuni celeberrimi e intensi ritratti di Pasolini, fra i quali il più noto è senz’altro quello in cui stringe in mano la sua raccolta poetica Le ceneri di Gramsci, a Casarsa si troveranno pressoché tutti gli scatti realizzati da Becchetti in quella giornata del 1971: la presenza dolce e silenziosa della madre Susanna accanto al figlio è colta dal suo obiettivo con una sensibilità rara e ci dice molto del rapporto di grande affetto che li legava.

Becchetti inizia la sua attività di fotografo nella seconda metà degli anni Sessanta,. Collabora con i maggiori periodici, quotidiani ed agenzie di stampa, nazionali e internazionali. I ritratti dei suoi “protagonisti”, centinaia di grandi della cultura e dell’arte – Alfred Hitchcock, Francois Truffaut, Dustin Hoffman, Claudia Cardinale, Andy Wharol, Gunther Grass, Amos Oz, Alfonso Gatto, Andrea Zanzotto – passati per decenni davanti alla lente delle sue fotocamere e poi sulle pagine di mezzo mondo, quei ritratti non sono rubati, neppure “presi”, sono intagliati con la ruvida rapida precisione di uno scultore del legno: che era poi il suo mestiere di vocazione. «Ho qualche dubbio sulla mia abilità di fotografo ma nessuno su quella di falegname». “Però la grande bellezza di Roma, «caput mundi retorica e goduriosa», lo aveva catturato giovane, e il regalo di una macchina fotografica lo aveva indotto a farle il ritratto «ciottolo per ciottolo». Solo che era ormai la fine degli anni Sessanta, e i ciottoli tendevano a volare nel cielo, sopra i cortei studenteschi, e Becchetti era dalla loro parte, anche se mancò il colpo più grosso: «Ma no», disse a un compagno-collega, «a Valle Giulia non ci vengo, tanto non succede nulla». Se lo sarebbe ricordato anni dopo, facendo il ritratto a Pasolini, «occhi gelidi sguardo tagliente», con Le ceneri di Gramsci in mano, forse la sua foto più famosa (Michele Smargiassi)”.

La mostra è organizzata dal Centro Studi
Pier Paolo Pasolini

in collaborazione con l’Archivio
Sandro Becchetti
, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il Comune di
Casarsa della Delizia.

Sarà inaugurata sabato 25 luglio alle 18, rimarrà aperta fino all’11 ottobre, dal martedì a venerdì dalle 15 alle 19, al sabato e nei giorni festivi anche dalle 10 alle 12.20. L’ingresso è libero, ma soggetto
al rispetto delle norme vigenti
legati all’emergenza sanitaria.

Info: www.centrostudipierpaolopasolini.it

Comunicato Stampa