Attilio Perissinotti da Virus Concerti (virus e concerti, praticamente un ossimoro!), piccola agenzia di rock alternativo di Pordenone approda a Milano dopo aver fondato con colleghi bolognesi l’Agenzia musicale BPM Concerti, passando per Londra con un’altra società The Italian Job.
Il pendolare del rock ci racconta i suoi viaggi ai tempi della pandemia.

Quindi Milano che raccoglie le più importanti agenzie musicali italiane si è fermata …
Ovviamente si è fermata. Ferma come tutte le altre città. Siamo operativi, si lavora da casa. Noi in BPM concerti abbiamo adottato il coffecall alle 10:00 del mattino (una video call con tutto l’ufficio). Quindici minuti di chiacchere per stare uniti e continuare a vederci e scambiarci due battute. A nostro avviso molto utile dal punto di vista psicofisico in un momento in cui tutti sono chiusi tra quattro mura.

Ma soprattutto Londra che era già alle prese con la Brexit. Hai sentito i tuoi colleghi inglesi?
La prima settimana di marzo ero a Londra e rientrare in Italia è stato davvero surreale, ad un certo punto pensavo di essere in un film. Aeroporto di Londra pochissime persone, volo vuoto (eravamo tipo 6 persone in aereo), arrivo a Venezia e anche qui vuoto. Una situazione unica. Angoscia. Paura. Ovviamente sento quotidianamente i miei colleghi, gestori di locali, artisti inglesi. La situazione è simile a quella in Italia. Lockdown (senza multe), in attesa anche li di decisioni governative, che non arrivano per il mondo della musica.
Anche in Inghilterra l’estate è saltata, ma per volontà dei promoters, che vista la situazione hanno deciso subito si autofermarsi. Si spera di iniziare in autunno, ma con la consapevolezza che non sarà cosi e se va bene si riparte con il 2021. Come qui in Italia anche li hanno due mesi di cassa integrazione. Unica differenza che lí si è preso coscienza più tardi. 

A cosa stavate lavorando?
Noi siamo stati i primi a cancellare e a spostare un tour in Italia. il 22 febbraio c’è stato quello che io chiamo “events lockdown” per cui tutti gli eventi sospesi. In quei giorni avevamo le prove per l’inizio dei tour di due nostri artisti “Dardust” e “Pinguini Tattici Nucleari”. Due tour quesi tutti sold out. In quei giorni (fine febbraio) la maggior parte dei nostri colleghi era convinta che questo lockdown sarebbe durato solo qualche settimana, noi abbiamo pensato di spostare tutto in ottobre. A oggi ottobre è un miraggio e in studio sul 2021.
Oltre a loro avevamo all’incirca altri quindici tour in partenza tra cui: Jethro Tull, Izi, Modena City Ramblers, Yes, Generic Animal, Linea77, Mellow Mood, Cmqmartina, Giallorenzo, Protoje …

Molti artisti stanno proponendo delle esibizioni in streaming da casa. Una scelta coraggiosa ai tempi del distanziamento sociale per tenersi in contatto con i fans o no?
Non la condivido ma lo capisco. Un modo per mantenere contatti con il pubblico. Con la maggior parte dei nostri artisti abbiamo pensato a delle interviste o a dei momenti di condivisione, dibattiti e confronti su temi non solo musicali. Per alcuni mesi vedremo ancora molti streaming, personalmente non mi piacciono e non sono certo una soluzione per il nostro lavoro che consiste nel mettere in piedi produzioni tali da emozionare il pubblico.

Questo stop potrebbe essere utile per ripensare al comparto della musica dal vivo? La tua associazione gestisce anche il Capitol a Pordenone che è l’erede naturale del Deposito Giordani. Il fenomeno dei music club è cambiato in questi anni …
Non penso sia cambiato, ma potrebbe cambiare dopo questo tragico evento. Molti club chiuderanno e ci sarà una (utilizzo improprio del termine) centrificazione per cui nelle principali citta italiane si concentreranno la maggior parte dei concerti a scapito della provincia. Temo che ci saranno meno soldi per la cultura e quindi ancora meno per la musica un peccato perchè l’indotto è importante. Non dimentichiamo poi le varie figure che lavorano attorno alla musica, che rimarranno senza lavoro oltre che senza stipendio in questo 2020. Un disastro.

Tu hai girato per festival in tutto il mondo. Come pensi stanno reagendo i tuoi colleghi all’estero?
Faccio parte di un network di festival europei e abbiamo una chat. Alle prime cancellazioni i primi commenti si sono dedicati alle assicurazioni che non avrebbero pagato. Poi molti festival erano convinti di spostare solo di qualche mese ora è evidente che tutta l’estate dei festival e dei tour è spostata al 2021. Non è solo lockdown ma è: prevendita biglietti (chi li compra adesso)? come si raggiungono i festival (trasporti)? come si spostano gli artisti (vedi rischio quarantena al confine)? Insomma tutta una serie di problematiche che fa si che sarà impossibile pensare ai festival fino all’estate 2021. Al contrario di quello che si legge o molti pensano per al prima volta sto vivendo una grande “unione” europea nel senso che ha unito tutti noi del mondo della musica con continue conference call, suggerimenti, scambi di idee, studio di soluzioni collettive.

In rete si legge di tutto compresa la domanda “Come andare a un concerto senza rischiare di prendere il coronavirus?”. Pensiamo che per un po’ non se ne farà nulla. Giusto?
Esatto. Per un po’ non ci saranno concerti. Personalmente la vedo difficile fino a un vero vaccino. Comunque anche dopo il vaccino l’approccio sarà diverso e sicuramente ci saranno delle nuove regole a cui noi organizzatori dovremmo adeguarci. Con alcuni colleghi e alcuni esperti stiamo studiando una serie di procedure da proporre al governo per il futuro del nostro lavoro.

5 brani …

Direi: Iggy Pop “Free” che ci sta proprio bene, Marble skies – Django Django – Ain’t Got no, I got life – Nina Simone, A fond farewell – Elliott Smith, Spent teh day in bed – Morrissey

Stefano Buian © instArt