“Andrà in scena in diversi suggestivi spazi del Castello di San Giusto lo spettacolo itinerante “A Sarajevo il 28 giugno” di Gilberto Forti che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia propone il 16 -17- 21 e 22 giugno alle 21 nell’ambito di Trieste Estate, rassegna organizzata dal Comune di Trieste. A Sarajevo il 28 giugno – che dopo il debutto del 2015 è stato replicato ogni anno con successo negli spazi del museo De Henriquez – avrà un cast di eccellenti attori, coronato dalla presenza di Ariella Reggio: interpreteranno le testimonianze più interessanti sull’origine della Prima guerra mondiale”.
Si parla di guerra e di pace, di passato e presente in “A Sarajevo il 28 giugno” di Gilberto Forti che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia propone negli affascinanti spazi del Castello di San Giusto nell’ambito di “Trieste Estate”, la rassegna promossa dal Comune di Trieste, il 16, 17, 21 e 22 giugno.
Nuova ambientazione, dunque, e non solo per il fortunato spettacolo dello Stabile regionale, che ha debuttato nel 2015 al Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” con tale successo da essere replicato da allora ogni anno davanti a spettatori sempre entusiasti.
A rendere davvero uniche le repliche inserite in “Trieste Estate”, infatti, saranno sia gli spazi sempre d’impatto del Castello – attraverso i quali si dipanerà lo spettacolo itinerante – sapientemente illuminati e “abitati” dai diversi personaggi, sia poi gli attori che a tali figure daranno vita: un cast di interpreti eccellenti coronato dalla grandissima Ariella Reggio, ma impreziosito dal talento di Giulio Cancelli, Fulvio Falzarano, Lara Komar e Ivan Zerbinati. Attori che gli appassionati di teatro conoscono bene, e ammirano sicuramente, e che in alcuni casi ritornano a interpretare questi interessanti “testimoni” dell’attentato di Sarajevo. Nella prima edizione, infatti, se da un lato Ariella Reggio era stata una deliziosa Polyxena Singer, anche Fulvio Falzarano aveva già partecipato con successo allo spettacolo, nei panni – che riprenderà in questa nuova edizione – del Dottor Vasič, l’unico a soffermarsi sul destino dell’attentatore.
“A Sarajevo il 28 giugno” possiede infatti una cifra particolare, che conquista il pubblico: prevede che gli attori recitino in spazi diversi ma carichi di “Storia” e che di questa Storia raccontino una tessera, un episodio importante, ma vissuto dal punto di vista dei loro personaggi, secondo uno schema che ricorda in qualche modo quello delle “interviste impossibili”.
Al centro dello spettacolo è dunque l’attentato di Sarajevo, di cui furono vittime l’Arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia: un gesto crudele che scosse l’Europa, e da cui ebbe origine la Prima guerra mondiale. L’episodio viene raccontato da alcuni testimoni diretti dell’attentato, personaggi dell’epoca che in costume storico attendono gli spettatori per metterli a parte di visioni e dettagli altrimenti sconosciuti su quel fatto. Ecco allora che la Storia si arricchisce della visione di una donna del popolo, di un ingegnere che studia il percorso del corteo dell’Arciduca, del medico che in prigione si occupò dell’attentatore Gavrilo Princip, di un sacerdote, di una giovane nobile cresciuta con il sogno dell’Impero ma poi emigrata in America…
Quel 28 giugno 1914 due colpi di pistola fecero rullare i tamburi in tutta Europa, e nelle fabbriche si misero all’opera per costruire nuove, impressionanti macchine da guerra. Per un mese, un mese esatto rimasero nascoste, pronte ad entrare in azione e portare via il mondo di ieri, per gettarci nel Moderno. Alcuni compresero quei colpi, altri intuirono qualcosa, altri ancora non si resero conto, non videro le armi nascoste. Il 28 giugno iniziò quel terribile work in progress che il 28 luglio vide il suo primo compimento. Il lavoro di Gilberto Forti e l’intuizione di Paolo Rumiz ci raccontano quel mondo di ieri nel momento in cui inizia la sua svolta finale, attraverso le parole di quelli che, nei tanti paesi, quel mondo e quel momento li avevano vissuti.
“Venne dopo molti anni un testimone e poi un altro… Furono ascoltati, e ciascuno offrì la sua versione, con circostanze, nomi, altri dati. Sì, tutti erano testi volontari, giunti da varie parti dell’impero. Benché fossero testi immaginari, pure ognuno di essi era nel vero”.
L’iniziativa rappresenta naturalmente anche un’attrazione in più per i turisti che si trovassero in città, con l’opportunità di ripercorrere da un particolarissimo punto di vista una pagina fondamentale della Storia del Novecento, lasciandosi contestualmente affascinare da una parte molto preziosa del patrimonio della città.
“A Sarajevo il 28 giugno” di Gilberto Forti da un’idea dello scrittore e giornalista Paolo Rumiz, vanta una colonna sonora eseguita dal Quartetto Iris su brani di Johann Strauß figlio e Franz Schubert.
I ruoli sono così distribuiti: Giulio Cancelli (Padre Kowalski), Fulvio Falzarano (Dott. Vasič), Lara Komar (Frau Magdalena Gobec), Ivan Zerbinati (Ing. Szigeti), mentre ad Ariella Reggio va il personaggio della nobile (Polyxena Singer)
I biglietti sono già disponibili nei consueti punti vendita del Teatro Stabile regionale: i posti sono limitati per cui si consiglia di acquistare in prevendita. In caso di biglietti disponibili la sera stessa, gli ultimi biglietti si potranno acquistare anche al Castello di San Giusto a partire da mezz’ora prima della recita prescelta.
Informazioni sul sito www.ilrossetti.it e al numero 040-3593511
Comunicato Stampa