La conclusione della stagione 500/250 Cook – proiezioni da Rinascimento e Illuminismo, organizzati  da Andrea Rucli per celebrare il cinquecentesimo della morte di Leonardo da Vinci, nella suggestiva cornice della chiesa dell’Abbazia di Corno di Rosazzo, è stata affidata alle sapienti mani dei musicisti dell’Accademia del ricercare (Matteo Pigato, sopranista, Gianluigi Ghiringhelli, contraltista, Vincenzo Di Donato, tenore, Dario Previato, basso, Luca  Taccardi, Massimo Sartori e Antonio Fantinuoli alle viole, Germana Busca, Manuel Staropoli, Luca Ventimiglia, Gianfranco Saponaro e Roberto Terzuolo ai flauti e alle cornamuse  rinascimentali e Claudia Ferrero all’organo) che sotto la direzione di Piero Busca hanno proposto l’ascolto della Missa Ambrosiana di Franchino Gaffurio. Musicista coevo di Leonardo da Vinci, del quale fu amico negli anni in cui visse a Milano, Gaffurio era compositore e teorico musicale e considerava la musica una vera e propria disciplina speculativa. Fondò il coro del Duomo di Milano e fu primo cantore alla Cappella di Ludovico il Moro.

Le composizioni presentate questa sera, dopo l’introduzione di Pietro Busca, si compongono due serie di mottetti (quattro e nove), alla fine dei quali viene eseguita la Missa de Carnaval.

Nell’esecuzione dei mottetti si percepisce subito l’impianto, direi quasi, pitagorico di questa musica con la nettezza della sua polifonia e dei giochi imitativi delle voci, peraltro sempre intonatissime, che crea, complice anche la particolare atmosfera dell’Abbazia, una sorta di incanto in cui la musica diventa vettore di un rapporto intimo e spirituale, anche se a volte tormentato, con l’Altissimo. L’uso degli strumenti copia degli originali, filologicamente corretto, non fa altro che aumentare questa malia: chiudi gli occhi e sei a cinquecento anni fa.

Alla fine del concerto gli applausi da parte del pubblico sono scroscianti e prolungati e contraccambiati da un bis.

© Sergio Zolli per instArt