Successo per il primo appuntamento della 23esima stagione di prosa del Teatro Nuovo Giovanni da Udine martedì 29 ottobre.  In scena, fino al 31, Ettore Bassi nei panni, che furono di Robin Williams, del professor Keating, l’anticonformista insegnante de ‘L’attimo fuggente’.

Un insegnante sopra le righe, che cattura attenzione e anima dei giovani allievi del prestigioso e tradizionalista collegio maschile Welton Academy. Che alle parole d’ordine della scuola: disciplina, onore, tradizione ed eccellenza, sostituisce  passione, sogni,  talenti,  ricerca del bello. I ragazzi, travolti dal trasgressivo approccio all’insegnamento del loro professore, si aprono con coraggio alla ricerca della loro vocazione, facendo propria l’esortazione Carpe Diem, cogli l’attimo: “cogliete l’attimo, ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita”. È troppo breve il tempo che ci è dato, non possiamo sprecare nemmeno un secondo a fare ciò che non ci appartiene davvero. “Ribellatevi all’idea di una vita di tranquilla disperazione”. È questo che il professor Keating cerca di trasmettere ai ragazzi ed è come se su di loro si accendesse un faro di speranza ed ottimismo.

A fare da filo conduttore la poesia, che serve all’uomo perché l’uomo è passione. Parole e idee possono cambiare il mondo e sono necessarie tanto quanto la legge o la medicina.

“Ho sempre creduto di dover insegnare loro a ragionare”, replica Keating ai dirigenti della scuola che lamentano i suoi metodi poco ortodossi. Ed è proprio imparando a ragionare che i ragazzi provano a cercare la loro strada, a guardare le cose da diverse prospettive, a dispetto di regole ferree e genitori conformisti e rigidi che bloccano le loro aspirazioni in nome dell’obbedienza. E per qualcuno la scoperta della propria vera natura e l’inconciliabilità con le aspettative del mondo degli adulti è troppo.

È la tragedia di Neil che si uccide perché, dopo avere visto la luce, si rende conto di non riuscire più a vivere al buio a scatenare la reazione dell’establishment. Keating viene accusato di avere fomentato gli studenti e viene cacciato. Ma è proprio allora che i ragazzi in un ultimo, ma forse primo di una lunga serie, atto di ribellione, gli tributano l’omaggio. Abbiamo compreso, capitano mio capitano: dobbiamo guardare il mondo con occhi diversi e nuove prospettive;  in piedi sulle sedie, mentre attorno a noi c’è chi bercia che dobbiamo sederci.

L’adattamento teatrale del celeberrimo film del 1989 è stato curato a trent’anni di distanza dallo stesso sceneggiatore della pellicola, premio Oscar nel 1990. Essenziale la scenografia, sei sedie su uno sfondo bianco dove i versi dei poeti e le immagini degli ex allievi del collegio ricordano ai ragazzi da dove vengono e verso dove sono diretti.

Per Ettore Bassi una prova da fare tremare i polsi: il film del 1989 e l’interpretazione di Williams sono parte ormai dell’immaginario collettivo. Non scimmiotta l’originale; lo ricorda, ma a modo suo. Ottimi anche gli altri interpreti, per uno spettacolo che non fa rimpiangere la pellicola ma ne riporta intatti emozioni e spunti di riflessione.

© Laura Fedrigo per instArt