La serata di apertura della Stagione 2019-2020 del Teatro Bon di Colugna è dedicata ai Talenti. A quelli già in evidenza – i due solisti della serata – e a quelli in divenire, come illustrato in apertura di serata dal Direttore artistico della Fondazione, Claudio Mansutti, a proposito del percorso di studi integrale di tipo musicale istituito all’interno dei locali della Fondazione. Protagonisti dell’evento, la neo costituita Istituzione Sinfonica del Friuli Venezia Giulia diretta da Paolo Paroni e dai due solisti: il violinista Christian Sebastiautto e il pianista Elia Cecino. Programma corposo, degno di un’apertura, con Menelssohn, Čaikovskij e Beethoven.
Dopo la prolusione di apertura di Claudio Mansutti, l’orchestra attacca con l’Ouverture in si minore Le Ebridi op.26 “La grotta di Fingal” di Felix Mendelsshon Bartholdy, in cui la nuova orchestra, sotto l’attenta guida di Paroni, riesce a scolpirne con convinzione il lirismo e la spontaneità fantastica.
È poi la volta di Christian Sebastianutto, considerato unanimemente uno dei più significativi violinisti della sua generazione (è poco più che ventenne!!) che propone all’ascolto una delle pagine di più straordinario virtuosismo che siano mai state scritte per il violino: il Concerto in re maggiore per violino e orchestra di Pëtr Il’ič Čaikovskij. Lo straordinario virtuosismo dell’iniziale Allegro Moderato e dell’Allegro vivacissimo finale contrapposto all’atmosfera lirica della Canzonetta (il secondo tempo), rappresentano da sempre un temibile banco di prova per qualsiasi violinista. Test che il giovane Sebastianutto affronta con una maturità e una serenità encomiabili e inconsuete per la sua età, ma che gli derivano dalla coscienza dei grandi mezzi espressivi e tecnici a sua disposizione. Il suo suono è di grande bellezza, l’intonazione è priva di smagliature, il fraseggio è fluido, la tecnica di grandissimo livello, l’interlocuzione con la massa orchestrale è autorevole e priva di qualsiasi incertezza. L’esecuzione è di grandissima efficacia. Christian conduce autorevolmente il gioco con grande sicurezza, ben supportato da un Paroni che ne segue ammirato le evoluzioni. Esecuzione, quindi, esaltante che viene salutata dal pubblico del Bon con un’autentica ovazione e prolungati applausi a cui il giovane virtuoso udinese risponde con un bis in cui esegue un Capriccio di Paganini.
Il secondo tempo della serata vede protagonista il giovanissimo pianista (è appena diciottenne!!) Elia Cecino che propone l’ascolto del Concerto per pianoforte e orchestra in sol maggiore n. 4 op. 58 di Ludwig van Beethoven.
Anche qui ci troviamo di fronte ad autentico virtuoso che affronta con estrema naturalezza le asperità del linguaggio pianistico beethoveniano, fin dalle battute iniziali di questo concerto, che inizia, com’è noto, con un breve solo di pianoforte. Cecino dimostra un controllo del tocco assoluto e una capacità coloristica fuori dall’ordinario, la sua tecnica è superlativa e gli consente una grande naturalezza di fraseggio. Si contrappone autorevolmente all’orchestra , integrandovisi allorquando la scrittura lo richieda con una capacità di discernimento inusuale per la sua età. L’esecuzione del quarto di Beethoven affascina e seduce il numeroso pubblico che alla fine gli tributa una standing ovation con prolungati applausi. Anche per lui un bis, con Šostakovič.
© Sergio Zolli per instArt