Il secondo concerto della quarantesima stagione dell’Accademia di studi pianistici Antonio Ricci ha avuto, nell’aula magna di Palazzo Antonini, un protagonista d’eccezione, anche se già conosciuto dagli aficionados della Ricci: il pianista franco-canadese Louis Lortie. Che presenta un autentico totem della letteratura pianistica e didattica: gli Studi op. 10 e 25 di Frédéric Chopin.
Dopo le parole di presentazione della Presidentessa Flavia Brunetto e i saluti del Magnifico Rettore dell’Università di Udine, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Udine e del Presidente della Fondazione Friuli, concordi – giustamente – nel rimarcare l’alto profilo delle scelte musicali dell’Accademia, l’esibizione di Lortie inizia secondo il consolidato format delle conferenze – concerto. Il franco – canadese propone, quindi, un’iniziale analisi degli studi dell’opera 10, che Chopin compose nel 1829 all’età di soli 19 anni. Partendo dalla fisicità del gesto pianistico chopiniano, ne rimarca la scrittura densa e compatta e analizza con estrema puntualità le difficoltà e le particolarità tecniche di ogni singolo studio. A questa lucida disamina, segue un’esecuzione degli Studi dell’op. 10 di straordinaria chiarezza, che ne sottolinea con estrema pregnanza le particolarità, valorizzandone, ove necessario, i momenti lirici. Esecuzione salutata da grandi applausi del numeroso pubblico.
Segue poi, dopo una serie di domande dal pubblico a proposito di questi studi, la disamina degli Studi op.25, composti intorno al 1821, che presentano una scrittura maggiormente fluida rispetto all’opera 10. Segue anche qui una puntuale disamina dell’opera ed un’esecuzione di altissimo profilo che sa sviscerare gli studi dell’op. 25 fin nelle loro più intime particolarità. Esecuzione in cui la bravura di Lortie illumina l’ammaliante scrittura di Chopin ponendolo così fra i più autorevoli esegeti del pensiero musicale del compositore polacco.
Un pubblico ammirato ed emozionato saluta con grandissimi applausi la fine dell’esibizione di Lortie, non prima però di fargli eseguire un bis, in cui il virtuoso canadese esegue uno dei Trois Nouvelles Études di Chopin.
Sergio Zolli © instArt