È con un concerto in memoria di Stefano Marizza che prende avvio il cartellone autunnale dei concerti del Conservatorio G. Tartini di Trieste: il 23 ottobre alle 20.30 in Aula Magna si esibiranno i vincitori della XXIII edizione del Premio Pianistico Internazionale “Stefano Marizza”. Il concorso, organizzato dal Conservatorio in collaborazione con la famiglia del talentuoso pianista prematuramente scomparso nel 1996, si svolgerà nei giorni 21, 22 e 23 ottobre. E proprio il concerto dei finalisti è il primo dei dieci appuntamenti in programma dal 23 ottobre fino al 18 dicembre e che si terranno per la gran parte in Sala Tartini alle
20.30, ma anche al Politeama Rossetti, come nella data del 18 novembre quando straordinariamente alle 18.30 si terrà il grande concerto sinfonico con l’Orchestra del Tartini per l’avvio dell’anno accademico. Come di consueto l’ingresso ai concerti è liberamente aperto al pubblico su prenotazione, info +39 040 6724911 www.conts.it.
La rassegna concertistica, curata dal Direttore del Conservatorio di Trieste Roberto Turrin con il docente responsabile della produzione Andrea Amendola, sarà l’occasione per esplorare le diverse sonorità strumentali, dal duo di percussioni, ai recital solistici di pianoforte, di chitarra, di arpa, di organo, di clarinetto, senza dimenticare di compiere un’incursione nel jazz e nel sinfonico. Sarà un modo per ascoltare diverse combinazioni musicali ma anche differenti linguaggi ed epoche, dal barocco alla composizione contemporanea fino all’improvvisazione. Dall’improvvisazione libera ritmica e armonica ha preso avvio la ricerca del Trio Bizarre, formazione jazzistica composta da Francesco De Luisa al pianoforte, Giovanni Maier al contrabbasso e Jacopo Zanette alla batteria, protagonisti il 30 ottobre del secondo concerto in cartellone. Il Trio è formato da musicisti che provengono da un background jazzistico e che si sono trovati a sviluppare in maniera spontanea un suono in trio unico e inusuale avviatosi nell’improvvisazione e poi applicato alle loro composizioni.
È nel segno dei preludi di Debussy che si muoverà il recital pianistico di Alberto Olivo il 6 novembre: come in altre opere, nei Preludi del compositore francese l’ispirazione naturalistica è molto evidente, quasi al limite dell’onomatopea. Alberto Olivo alternerà alcuni preludi tratti dal Primo libro alla Fantasia quasi Sonata di Franz Liszt (brano che prende ispirazione dalla Divina Commedia), alla Valse di Maurice Ravel (un ballo imperiale come lo definì lo stesso compositore), e al “Regard de l’Esprit de joie” di Olivier Messiaen (uno scontro tra il jazz occidentale e i ritmi della danza indù). Il genio di Leonardo Da Vinci è l’evocazione ispiratrice di “Let Me Breath” opera per clarinetto basso e live electronics composta da Daniela Terranova che sarà eseguita da Chiara Percivati il 13 novembre nel concerto“ La macchina ad aria”, appuntamento realizzato in collaborazione con Associazione Chamber Music Trieste e Chromas Associazione Musica Contemporanea. La composizione di Terranova nasce come tributo agli ingegnosi studi di Leonardo sull’aria in quanto fluido dotato della capacità di contrarsi e di sostenere un corpo aumentando la propria densità. Clarinettista e performer, Percivati è un’interprete specializzata nel repertorio moderno e contemporaneo. Accanto all’opera di Terranova eseguirà brani di Stravinskij, Widmann, Globokar, Sciarrino, Treccozzi.
Appuntamento ufficiale, quello del 18 novembre al Politeama Rossetti straordinariamente alle 18.30, con Préludes Académiques, concerto di Apertura dell’Anno Accademico 2019/20 con l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “G. Tartini” diretta da Adriano Martinolli D’Arcy che accompagneranno il solista Aleš Lavrenčič al violino. Per celebrare questa “apertura” ecco un programma imperniato sul concetto musicale di Preludio o di Ouverture, quella particolare forma musicale che, posta all’inizio di un’opera, ha la funzione di predisporre l’animo dell’ascoltatore allo svolgersi dell’opera, anticipandone l’atmosfera e i temi principali. Il concerto si apre con un Preludio e Capriccio del compositore triestino Antonio Illersberg, prosegue con la Akademische Festouverture op. 80 di Johannes Brahms fino al poema sinfonico Les Préludes di Franz Liszt. E ancora le quattro danze e Galopp finale del dalmata Franz von Suppé. L’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “G. Tartini” è composta da un centinaio di giovani musicisti, iscritti ai corsi superiori e specialistici del Conservatorio.
Dalla sinfonica allo straordinario “Progetto Rodrigo. La forza, lo stupore, lo struggimento”, concerto dedicato al visionario impressionismo iberico di Joaquin Rodrigo, con Pier Luigi Corona alla chitarra in programma il 20 novembre. Rodrigo fu un’icona del panorama musicale spagnolo del XX secolo, personalità ricca e poliedrica e per alcuni versi figura ‘spiazzante’ rispetto alla tradizione chitarristica. Come solista Pier Luigi Corona si è esibito con varie orchestre, quali l’orchestra della Rai di Roma, la Filarmonica di Udine, il Laboratorio Ensamble, la International Chamber Orchestra, l’orchestra di Treviso, l’Orchestra “F. Busoni” e l’Orchestra della Radio-Televisione di Tirana.
Appuntamento con il secolare repertorio di uno dei più antichi strumenti della cultura occidentale, il 27 novembre, con l’organista tedesco Arvid Gast (appuntamento in collaborazione con Musikhochschule Lübeck), esecutore e docente d’organo apprezzato in tutto il mondo, con all’attivo numerose registrazioni
radiofoniche, televisive e discografiche. A Trieste, Gast proporrà un programma che abbraccia un arco temporale di alcuni secoli del repertorio per organo, dallo Stylus Fantasticus di Dietrich Buxtehude che proprio a Lubecca incontrò e conobbe J.S. Bach (anch’esso in programma il 27), fino al novecentesco Tilo Medek e al contemporaneo Franz Danksagmüller (che eseguirà l’Estampie composta per il primo concorso organistico di Lubecca del 2007) passando per l’ottocento di Felix Mendelssohn Bartholdy.
Esplorando le diverse sonorità strumentali si arriva il 4 dicembre al concerto dei due percussionisti Ivan Boaro e Marco Viel, in un viaggio nell’eterogeneo catalogo per duo di percussioni, spaziando tra standard del repertorio, arrangiamenti di musica barocca, e musica contemporanea. Il filo conduttore del programma è l’importanza della gestualità, sia come potente mezzo espressivo a servizio della musica, sia come linguaggio a sé stante, con opere di Thierry De Mey, Anna Ignatowicz-Glińska, Tomasz Goliński, Anders Koppel, Robert Marino, Adi Morag, Domenico Scarlatti.
Si torna al pianoforte, l’11 dicembre, per il recital del pianista albanese Adelajd Zhuri. Il programma del concerto disegna itinerari nel tempo e nello spazio, attraverso diversi paesi europei. Un autentico pellegrinaggio che inizia da una Sonata di ampie dimensioni di Muzio Clementi, per toccare Franz Liszt che nel suo grand tour italiano alla ricerca di nuovi spunti creativi, compone una Tarantella tratta proprio dagli Années de pèlerinage. Riecheggia la nostalgia per la Polonia natia, nella Ballata n.1 di Chopin, fiume espressivo e scrittura che elabora con liberi slanci melodici e virtuosistici i suoi due temi portanti. Suggestioni pittoriche e naturali emergono nelle pagine sognanti e ricche di immagini sonore de L’isle joyeuse di Claude Debussy. Fino alla tradizione francese riletta dal russo Michail Glinka nella sua Valse-Fantasie.
Chiude la stagione autunnale, il 18 dicembre 2019, l’arpa di Irene Pauletto che proporrà un godibile concerto con musiche di Nicolas Charles Bochsa, Pearl Chertok, Michail Ivanovič Glinka, Félix Godefroid, Paul Hindemith, Louis Spohr, in un programma che evidenzia la forza di questo strumento capace di creare tessiture tra suggestioni di parola e immagini (come quelle di uccelli o fate). Irene Pauletto ha ottenuto primi premi nei concorsi nazionali e internazionali; nel 2014 ha partecipato al TIM/Torneo Internazionale di Musica tenutosi a Parigi, ricevendo il diploma d’onore ed esibendosi poi nel 2017 ad Hong Kong per il Focus on Youth nell’ambito del 13° Congresso mondiale dell’arpa.