Progetto originalissimo, ora finalmente su compact disc, del più che apprezzato chitarrista Andrea Massaria. Stiamo parlando del suo ardito Zappa Speech Project (prodotto da Associazione Punta Giara e La Stanza), che riunisce un ensemble  stellato (con l’apprezzato musicista triestino, Danilo Gallo al basso elettrico, il compagno di mille avventure Bruce Ditmas alla batteria, Cristiano Calcagnile alla batteria, Pasquale Mirra al vibrafono, Giovanni Mancuso al piano e fender rhodes, Walter Prati e Patrik Lechner al live electornics) e che ha visto già nel 2016 numerosissime critiche favorevoli al suo passaggio al bello, unico e particolare festival sardo di Sant’Anna Arresi Jazz.

Come si può già comprendere dalla formazione progetto fortemente atipico: come poteva essere altrimenti visto che è dedicato a uno dei più geniali e controversi compositori e chitarristi del secolo scorso? Come si evince poi dal titolo, quelle sulle quali la formazione va ad improvvisare sono soprattutto le parole, spesso affilate e giustamente polemiche dell’artista di Baltimora (che compare qui con qualche testo registrato). Tutti originalissimi invece i sei brani a firma dello stesso Massaria.

Andrea con Bruce Ditmas ha già all’attivo numerosissimi concerti ed uno splendido lavoro discografico per la coraggiosa label nusica.org, The Music of Carla Bley, che abbiamo recentemente potuto apprezzare ed applaudire in un altro grande festival italiano quale Jazz&Wine of Peace di Cormons (Gorizia). Ma lo apprezziamo già da anni per la sua costante ricerca del suono, le grandi capacità improvvisative, la continua voglia di ricerca.

Così già dalla prima traccia di questo nuovo cd, What I dislike about video, si comprende benissimo dove questo progetto va a parare: un nuovo universo musicale creato con grande sapienza dai nostri artisti, grazie ad un ascolto allenato ed unico e a delle capacità inventive istantanee che sorprendono di minuto in minuto. Il ritmo è serrato, le idee non mancano, il tema compare di tanto in tanto, splendidi Pasquale Mirra al vibrafono e Giovanni Mancuso al piano. Si passa a Talking about vibes  ed è Mirra ad aprire con un’atmosfera notturna e rarefatta insieme al live electronics di Prati e/o Lechner: il brano dura oltre diciassette minuti e c’è per tutti lo spazio e la possibilità di entrare ed interagire. Il ritmo dopo un po’ si fa più ardito (grandi Ditmas e Calcagnile, una vera orchestra con due batterie). Con The pink shark  dopo un introduzione tiratissima, si ritorna presto alle sonorità elettroniche rarefatte  che danno spazio al puntuale basso di Gallo ed alla ricerca sonora di Massaria. Stupendo.

“Toglietevi la siringa dal braccio, toglietevi il bicchiere dalla bocca e andate a votare, registratevi ed andate a votare come delle bestie”: la voce di Zappa compare in Vote like a beast, filtrata e modificata, quasi ad essere uno strumento fra gli strumenti, con la quale poter interagire ed improvvisare. Interessante anche Freedom of speach che comincia sempre con ritmi serrati e si conclude con atmosfere più intime grazie alle belle invenzioni di Giovanni Mancuso.

Insomma c’è un po’ di tutto in questo lavoro: c’è tanto rock, tanto jazz elettrico anni ’70, e tanta tanta bella improvvisazione istantanea.

Chitarra, batteria e misurati suoni elettronici aprono il brano finale del disco; presto il ritmo si anima con un incedere ripetitivo, underground, quasi ipnotico: è la delicata e sentita A good dad, che chiude quasi in sospensione … Nell’artwork del compact appare la texture di un dipinto di Guido Massaria, padre di Andrea, al quale il disco è dedicato.

Luca A. d’Agostino © instArt