Azalea porta Irama a Lignano sul palco dell’Arena Alpe Adria. Un concerto fuori dai miei standard generazionali, ma che porta il “nuovo che avanza” nella musica italiana. Perché ho virgolettato? Perché di nuovo ho sentito solo la voce di Irama che è molto graffiante, con un timbro unico. Lo stile musicale è un mix di tutto quello che esiste già in commercio attualmente, mescolato e suonato bene dalla band. I testi? Sono racconti di vita personale, di aneddoti ripresi e trasformati in parole, ma sempre dal tono riflessivo. Non mancano i tormentoni commerciali ma la performance nel suo complesso è realizzata con tutti i canoni del mondo dello spettacolo. L’audio è ottimo, che per un concerto musicale è d’obbligo. La presenza di Irama sul palco è potente. Da e riceve energia, si muove sciolto e tranquillo tra le tavole scure del pavimento, lo gira in lungo e in largo. La presentazione dei brani funziona a parole chiave e ogni tanto un urlo per risvegliare l’attenzione delle numerose fan “siete con me?” scatena il boato e tutti i brani finiscono con una parola scandita sull’ultima nota suonata. Dai testi si evince un’esperienza di vita non facile, costellata di sesso, odio, violenza, alcool, droga, rivalsa, innamoramenti fugaci e importanti. Temi che vanno perfettamente a braccetto con l’età media dei presenti. Ascoltando il resto dei suoi attuali colleghi, questi temi sono molto in uso e quindi l’unicità o lo stile si contraddistinguono negli arrangiamenti mentre il cantato resta un’alternanza tra rif rap e ritornello con qualche richiamo melodico per consentire la partecipazione di tutti al coro. Un po’ di filosofia non guasta mai, regole dello spettacolo. Lui stesso dice al pubblico presente che quello che lui cerca è “che restino le sue parole non le sue immagini sui social, quindi lasciate stare i followers e cazzate varie”. Resta il fatto che la crudezza delle parole nei suoi testi non da adito a sentimentalismi nemmeno nelle pseudo canzoni d’amore. Quell’osservare il sentimento, motore della nostra esistenza, da un’altro punto di vista è il must di queste nuove generazioni di artisti. Ok, chi mi ama mi segua! Nulla in contrario. Così una miriade di adolescenti affollano il sottopalco e le gradinate cantando le sue parole (non uno senza cellulare alla mano). Una marea di genitori (più mamme che papà) a seguirli per assopire quell’ansia materna o paterna, che non si riesce sempre a soffocare. È il “nuovo che avanza” e bisogna accettarlo. Se la vita di tutti questi nuovi cantanti è fatta solo di violenza, rivalse e sesso, e i giovani followers li amano, c’è forse da preoccuparsi? Forse si, forse no, perché le cose corrono sempre più veloci, come il successo di questi artisti che si esaurisce in un batter d’occhio. Un mercato che non produce più icone durature, ma comparse fugaci per vendere. Eppure Irama è un talento, scrive bene quello che alcuni giovani provano in questo mondo devastato dalla confusione familiare, dalla violenza, dall’alcool, dalla droga e dal quasi azzerato rispetto per il prossimo. Ne sono vittime e carnefici. Il “nuovo che avanza” speriamo non avanzi ancora in questo senso, regalando nuovamente al mondo della icone della musica, perché adesso il mondo per loro è molto più grande.

Ritrovandomi improvvisamente immerso in uno stato filosofico, mi ridesto dandovi l’elenco dei brani che ha cantato, come sempre non in ordine cronologico. Anche io faccio parte del “nuovo che avanza” anche se proprio nuovo non sono.
Rolex, Vuoi sposarmi , La ragazza col cuore di latta, Per sempre, Sceglimi, Non ho fatto l’università, Semplice, Icaro, Rockstar, Un respiro, Mi drogherò, Un giorno in più, Due ore, Cosa resterà, Che vuoi che sia, Poi, poi, poi, Voglio solo te, Escort, Colpa tua, Nera, Non mollo mai.

© Massimo Cum per instArt