La band Suonno d’Ajere si è aggiudicata la finalissima del concorso “Premio Folkest – Alberto Cesa 2019”, prestigioso premio inserito nell’ambito della quarantunesima edizione di “Folkest”. La finale si è svolta lunedì 8 luglio a Spilimbergo davanti a un numeroso pubblico ed è stato votato il migliore gruppo tra i quattro finalisti, da una giuria di alto livello composta da Felice Liperi (La Repubblica), Duccio Pasqua (Radio 1 Rai), Jacopo Tomatis (Il giornale della musica e Premio Città di Loano), Daniel Spizzo (Folk Bulletin), Davide De Lucia (direttore della Scuola Tomat di Spilimbergo), Sabina Schebrack (direttrice di Culturworks di Vienna) e i musicisti Alessandro D’Alessandro e Antonella Costanzo.
Il gruppo campano composto da Irene Scarpato (canto), Marcello Gentile Smagliante (mandolino. mandola, mandoloncello) e Gian Marco Libeccio (chitarra classica) ha ricevuto ieri sera dal Sindaco di Spilimbergo Enrico Sarcinelli e dal direttore artistico del Festival Andrea Del Favero un quadro del pittore spilimberghese Cesare Serafino oltre ad aggiudicarsi la partecipazione al prossimo Folkest , l’edizione del 2020 e il premio Nuovo Imaie del valore complessivo di 15.000 euro per la realizzazione di una tournée.
Il trio vincitore si è formato per esplorare tutto il repertorio della canzone partenopea dal Cinquecento e dal Seicento fino ai nostri giorni, proponendolo in arrangiamenti che propongono semplicità e rigore stilistico a contaminazioni date dai propri background artistici, restituendo spessore e dignità alla tradizione canora partenopea, slegandola dall’immagine di vetrina per offrirla al pubblico in una forma approfondita.
“Il nostro progetto – racconta il trio Suonno d’Ajere – nasce tre anni fa dall’esigenza di studiare la nostra memoria storica musicale. La canzone classica napoletana è un mondo vastissimo dal quale emergono a volte solo alcuni brani, spesso non i migliori e di solito legati ad un’immagine stereotipata della città.”
Durante la serata sono stati conferiti inoltre, il Premio Letterario Parole e Musica 2019 a Jacopo Tomatis per il suo saggio “Soria culturale della musica italiana”. Jacopo Tomatis, musicologo, giornalista, musicista, è docente di Popular music al Dams di Torino e redattore del Giornale della musica. Il suo testo, nasce ricerca ormai più che decennale, il cui nucleo risale alla sua laurea triennale, mentre l’impianto del libro è uno sviluppo del lavoro di dottorato. Un’opera di grande respiro, con un taglio finalmente scientifico e non solo divulgativo, come altre precedenti pubblicazioni di stampo giornalistico sulla storia della canzone italiana.
A impreziosire la serata l’esibizione del Premio alla Carriera 2019 Alberto Fortis, che al pianoforte e con l’armonica ha trascinato il pubblico in un mare di note senza quasi mai staccare le mani dallo strumento, un’immersione nella storia della sua musica da “La pazienza” a “Duomo di notte”, da “Fragole infinite” dedicata a John Lennon a “Settembre” e la sua interpretazione di “One” degli U2 per concludere in un crescendo con “Sedia di lillà”.
All’epoca, “Alberto Fortis”, il suo primo album uscito nel ‘79, si è guadagnato un posto nella classifica dei 100 migliori album italiani di sempre di «Rolling Stone». Sedici album realizzati tra Italia, Stati Uniti e Inghilterra, un disco di platino, due d’oro e oltre un milione e mezzo di dischi venduti. Ha collaborato con artisti illustri come George Martin (produttore dei Beatles), la London Philarmonic Orchestra, PFM (Premiata Forneria Marconi), Claudio Fabi, Lucio Fabbri, Gerry Beckley (degli America), Carlos Alomar (produttore di David Bowie), Bill Conti, Guido Elmi e l’Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini.
Gli incontri con Paul McCartney, Yoko Ono e con il regista Wim Wenders, hanno contribuito a sdoganare la sua musica live oltreoceano, facendolo esibire in concerto a Los Angeles e New York. Sensibile ai temi sociali e umanitari, Alberto è ambasciatore UNICEF a tutela dei bambini della popolazione nativo-americana Navajo, testimonial di A.I.S.M. (Associazione Italiana contro la Sclerosi Multipla) e di City Angeles (Associazione umanitaria di volontariato sociale).
Comunicato stampa