“CITTADINI, NON VOTATE I POLITICI ‘PORTATORI D’ODIO’, BOICOTTIAMO CHI CI BOMBARDA CON GLI HATE SPEECH”: LO HA PROPOSTO L’AVVOCATO ANTON GIULIO LANA, PRESIDENTE DELL’UNIONE FORENSE PER LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI E MEMBRO DEL COMITATO “PERMANENT DELEGATION STRASBOURG” DEL CONSIGLIO DEGLI ORDINI FORENSI EUROPEI. AL FESTIVAL VICINO/LONTANO DI UDINE HA TRATTATO IL TEMA DEI DIRITTI UMANI IN RETE. I SINGOLI STATI? POSSONO E DEVONO LEGIFERARE SUL TEMA. LA GERMANIA SI È DOTATA DI UNA LEGGE SEVERISSIMA PER LA RESPONSABILITA’ DEI PROVIDER IN RETE. ANCHE L’ITALIA DOVREBBE LAVORARE IN QUESTA DIREZIONE. E I CITTADINI DOVREBBERO ATTIVARSI PER SEGNALARE I CASI DI ODIO IN RETE, E FARLI RIMUOVERE.

 

Si parla dei diritti umani in rapporto alla rete e alle nostre vite sempre più ‘digitali’ al festival vicino/lontano di Udine che si chiude domani, domenica 19 maggio. “Cittadini, non votate i politici ‘portatori di odio’, boicottiamo chi, che in rete o sui social media, ci bombarda a forza di ‘hate speech’, propone l’avvocato Anton Giulio Lana, presidente dell’Unione Forense per la tutela dei Diritti Umani, cassazionista, membro del Comitato “Permanent Delegation Strasbourg” del Consiglio degli Ordini Forensi europei. Intervenuto al festival sul tema “Cronache e battaglie: i diritti dell’uomo”, ha aggiornato sul recentissimo provvedimento del Consiglio d’Europa in tema di diritto della rete: “Una vera pietra miliare, questa raccomandazione sul tema delle intelligenze artificiali in rapporto ai diritti umani – ha commentato Lana – Perché allerta i 47 stati membri della “grande Europa” sulla necessità di maggiore trasparenza in ordine alla gestione degli algoritmi e al loro impatto sulle scelte democratiche, interviene sulle policy aziendali delle Big Tech dove gruppi ristretti prendono decisioni che interferiscono con le norme dei singoli stati”.
Ma come difendersi, come tutelare i diritti sul web a livello istituzionale e personale in un mondo nel quale Netflix ci conosce meglio del nostro coniuge? “I singoli stati? possono e devono legiferare sul tema – osserva Lana – Nelle scorse settimane la Germania si è dotata di una legge severissima per la responsabilita’ dei provider in rete: è previsto il rimborso fino a 50 milioni € per i provider che non rimuovono tempestivamente quanto richiesto. Anche l’italia dovrebbe lavorare in questa direzione – la Cassazione si è già pronunciata in questo senso – e i singoli cittadini possono e devono attivarsi per segnalare i casi di odio in rete, e farli reprimere e rimuovere. Bisogna lavorare su una doppia direttrice: l’azione preventiva e le leggi che permettono di far intervenire il magistrato”. Si moltiplicano intanto i tentativi di gestione del tema da parte delle Bìg Tech come dei singoli stati: “I grandi gestori di big data promuovono accordi con gli stati – spiega ancora Lana – e pochi giorni fa Macron ha perfezionato con la Premier neozelandese Jacinda Ardern un Protocollo d’intesa per allertare e reprimere le incitazione all’odio in rete. In Italia è attivissima la Carta di Roma che raggruppa organizzazioni non governative e singole persone impegnate sui temi della difesa dei diritti in rete».

comunicato stampa