Nell’accogliente, gremito Teatro Pasolini di Cervignano stasera si sono vissute atmosfere caraibiche dai caldi suoni giamaicani speziati dai ritmi in levare. La Nes*jo ha presentato l’ultimo prezioso lavoro fresco di stampa. Sul palcoscenico l’orchestra in tutti i suoi 20 elementi, senza dubbio un effetto scenico e musicale di grande impatto.

Ha aperto la serata il Patron di Euritmica Giancarlo Velliscig che ha organizzato il ciclo di spettacoli che si è concluso con il concerto di stasera. È il caso di riportare integralmente alcune sue parole che hanno trasformato il saluto al pubblico in una vibrante, accorata esortazione al significato vero e militante del fare musica nello sconsolante panorama culturale dei nostri giorni. Tutto ciò in perfetto accordo armonico con quello che è il grido che da sempre si leva dalla musica caraibica e afroamericana, patrimonio dell’umanità intera.

Ha detto Velliscig: “E’ bello e importante che si venga a teatro per la prosa, per la musica, per il cinema. Venire e partecipare agli eventi dal vivo sono cose che lasciano tracce nell’esistenza di tutti noi e che contribuiscono a creare una personalità, una coscienza, un’idea, un pensiero invece di subirli rimanendo a casa così come oggi è d’uso. Non si sa cosa possa produrre tutto questo alla lunga, sicuramente molta meno partecipazione e emozione di quanto si possa vivere a teatro”.

Appena un attimo di sospensione e la musica conquista la scena. Good Vibes fin dal primo attacco. Si sono immediatamente imposti gli ottimi arrangiamenti di Max Ravanello in grado di creare un perfetto equilibrio tra l’energia dello ska e il mood delle big band americane d’annata, il tutto alchemicamente emulsionato da un vibrante spirito tutto mediterraneo. Swing, Boogie, Reggae, Funky, Soul, Ska e quant’altro, il tutto shekerato al meglio in un coktail ben calibrato, spumeggiante, alcolico al punto giusto, inebriante ma non stordente.

Eleganti e suadenti le due voci femminili Michela Grena con i suoi toni liquidi, sentimentali, soavi e morbidi e quelli di Rosa Mussin intensa, potente e black tutta chiaroscuri e screziature soul.

Gigionesco, sornione e istrionico Freddy Frenzy diverte con la sua danza dinoccolata e bizzarra e anche con la sua voce cartoonesca stile Mickey Mouse perfettamente a tema con lo ska swing del combo. Certo il paragone è un po’ iperbolico ma qualcuno avrà di certo pensato ad una versione nostrana e reggae di Cab Calloway. Ottimo cantante e musicista, Freddy Frenzy è anche artista poliedrico e curioso, ispirato pittore, sono suoi molti degli artwork che illustrano il lavoro dell’orchestra in cd e locandine.

Non sono mancate nemmeno venature del tutto africane. Quello che i musicisti hanno saputo trasmettere al pubblico è soprattutto la fascinazione e la gioia di suonare una musica ricca e multiforme che riassume in se le culture del mondo. Una particolare connection lega da decenni il nord est d’Italia ai suoni dei Caraibi. Non è un caso che il Friuli sia stato la culla del Rototom Sunsplash, ormai trasferitosi definitivamente in terra spagnola. La Nes*jo ha calcato anche quel palcoscenico nella sua tournée europea che prese l’avvio dopo l’incisione del primo E.P. patrocinato dalla onlus Time For Africa nel 2012.

In alcuni brani il baricentro è stato tenuto mirabilmente dal suono del flauto di Stefano Fornasaro mai invadente o sopra le righe ma che, al contrario, ha contribuito a creare un’atmosfera a tratti decisamente fiabesca e sognante. Prezioso, intenso, inarrestabile il drumming di Marco D’Orlando. Intelligenti e Jazz fusion gli interventi chitarristici di Filippo Ieraci. Molto trascinante la sezione fiati e non poteva essere altrimenti (quattro sax, quattro trombe e tre tromboni) i singoli musicisti si sono conquistati il proscenio con ricercati assolo.

Nel finale pubblico entusiasta e in piedi in una calorosa ovazione, così si è chiusa, dopo tre generosi bis, una performance rara e coinvolgente che speriamo di rivedere al più presto sui palcoscenici non solo regionali.

© Flaviano Bosco per instArt
foto Domenico Dragotti