Marionette e melodramma, binomio fortunato e d’effetto fin dalla metà dell’Ottocento, quando con le teste di legno si rappresentavano gli spettacoli alla moda per un pubblico popolare che non poteva permettersi un palco all’opera.

Lo sa bene la storica compagnia marionettistica Carlo Colla e Figli che approda per la prima volta in assoluto al Teatro Verdi di Pordenone domenica 24 marzo alle 16.00 con un sontuoso allestimento di una delle opere verdiane per eccellenza, “Il trovatore” proposto al Verdi in esclusiva per il Nordest.

Forte di una tradizione più che secolare, la celebre compagnia Colla ha aggiunto negli anni alla sua nutrita schiera di titoli d’opera anche questo grande dramma che intreccia l’amore per la stessa donna di due fratelli che non sanno di esserlo, maledizioni di zingari, sete di vendetta ed eroiche rivalità guerresche sullo sfondo della Spagna quattrocentesca, rivelandosi quanto di più adatto al gusto grandioso e popolare dello spettacolo per marionette.

«Qui ne abbiamo in scena 218 per 11 marionettisti che agiscono dietro i fili – racconta Eugenio Monti Colla, erede della dinastia e regista dello spettacolo – tra nobili protagonisti e comparse: paggi e donzelle, suore e frati, zingari e guerrieri con i loro cavalli. Ma anche un bel corteo di antiche macchine da guerra, dalla torre per attaccare le mura all’ariete per sfondare la porta del castello, fino alla balestra che lancia sassi verso le quinte». Filologia e spettacolarità, connubio immancabile degli spettacoli dei Colla.

Atelier Carlo Colla & Figli, Milano. Stanza delle marionette. Comparse dell’antico repertorio, tardo ‘800 – primi ‘900

L’altissima qualità musicale è garantita dall’edizione scelta a rendere ancora più entusiasmante questa inedita esperienza con l’opera rivista dalle marionette, ovvero quella storica con l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala diretti da Herbert von Karajan nel 1956, con un poker di voci da leggenda: Maria Callas nella parte di Leonora, Giuseppe Di Stefano in quella del “trovatore” Manrico, Rolando Panerai suo rivale come Conte di Luna e Fedora Barbieri in quella della zingara Azucena.

L’opera non viene però proposta nella versione integrale, perché la tradizione delle marionette impone di scegliere solo le pagine più conosciute, quelle che all’epoca tutti fischiettavano. Il resto è affidato a voci recitanti, che spiegano e riassumono i passaggi più complicati della trama. Snellito a un’ora e quarantacinque minuti, questo dramma mantiene tutta la sua atmosfera originale grazie alle scene firmate da Franco Citterio, con vallate tenebrose e castelli, chiostri di conventi e accampamenti di guerra, fino al tetro interno del carcere dove verrà rinchiuso nel finale il trovatore Manrico. E se le marionette permettono effetti impressionanti impossibili ad attori in carne e ossa, qui lasciano senza fiato le imponenti scene di massa, la sfilata dei soldati con le macchine da guerra: eccoli apparire all’orizzonte, lontani e minuscoli, e poi divenire sempre più grandi man mano che si avvicinano al proscenio grazie al gioco perverso di prospettive e di taglie differenti, negato ai “comuni” mortali.

Nell’accostarsi al mondo del melodramma, le marionette non sono soltanto interpreti diversi dai cantanti in carne ed ossa, esse sono un linguaggio particolare adatto ad un pubblico davvero di tutte le età; un mondo costruito da convenzioni, da archetipi, da finalità estetiche e filosofiche assai complesse. Nel loro sostituirsi agli esseri umani gli oggetti-attori rovesciano i termini della “cerimonia” teatrale: non imitazione del gesto dell’uomo e della sua fisicità ma simbolo di una realtà metafisica, indizio di forma fluttuante che prende vita attraverso la poesia della materia. Con il movimento le marionette recano la sorpresa, l’illusione e la magia. Promettono il sogno. Nella Storia delle marionette, antica quanto universale, in più di una situazione esse furono strumenti di “lettura” di grandi eventi. E là dove musica, gesto, parola, luogo ed azione sono inscindibilmente teatro, vive un grande evento. Oggi come allora.

Dopo tanti applausi e successi in giro per il mondo arriva per la prima volta a Pordenone la magia dei Colla – spiega la consulente artistica della Prosa Natalia Di Iorio – che portano una tradizione antica e nobile conosciuta in tutto il mondo. È davvero n’occasione unica per lasciarsi incantare da atmosfere affascinanti e senza tempo, raccomandato a spettatori di ogni età”.

Info e biglietti in biglietteria (aperta dalle 16 alle 19 dal lunedì al venerdì e il sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19) e on-line www.comunalegiuseppeverdi.it.

Comunicato Stampa