Ero in fibrillazione pura per questo appuntamento con la grande musica del Maestro Ennio Morricone al Teatro Giovanni da Udine. Il Maestro italiano della grande musica del cinema mondiale e non solo, interpretato dalla Ensemble Symphony Orchestra, diretta dal Maestro Giacomo Loprieno. Sono le 21. A sipario aperto parte il breve cameo di “C’era una volta il West” interpretato ottimamente dall’attore Matteo Taranto che interverrà per tutta la durata del concerto con dei monologhi tratti dai film musicati dal Maestro. Alla fine dell’introduzione narrata si libra la musica. Il famoso rif di armonica a bocca della pellicola del grande regista Sergio Leone ci trasporta nel West sconfinato di Charles Bronson. Sul palco archi, fiati, piano a mezza coda e percussioni per circa 30 Maestri che coprono tutta la superficie del grande palco del teatro cittadino. Immerso nelle musiche che si susseguono, come per citarne alcune, “C’era una volta in America”, “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”, “Per un pugno di dollari”, “The Ecstasy of Gold”, “Nuovo Cinema Paradiso”, “The Hateful Eight”, “Gabriel’s Oboe”,  cerco di ascoltare il tutto con orecchio attento agli arrangiamenti e al suono che proviene dal palco. Per amplificare la concentrazione mi estraneo chiudendo gli occhi. La vibrazione che ricevo non è forte. Non riesco a sentire quei brividi che salgono dalle dita alle braccia quando si viene colpiti dalla dolcezza o dalla forza dei violini e viole o dal suono profondo dei bassi che scaturiscono dalle corde del contrabbasso (due in questa serata). Magie vere nell’armonia delle colonne sonore di Morricone. I fiati sono equilibrati perfettamente. Forse la compagine è ridotta e quindi manca un po’ di forza sonora? Resta comunque il fatto che sul palco ci sono dei veri professionisti e suonano a regola d’arte. I perfetti assoli della soprano Anna Delfino, come il Deborah’s Themesi fondono all’ensemble sublimando l’esecuzione. Il solista Ferdinando Vietti al violoncello, lui timido di carattere ma unico nell’assolo, la grande tromba di Stefano Benedetti, il violino di Attila Simon sono delle vere e proprie perle. Il maestro Loprieno è il padrone indiscusso del pentagramma con la sua direzione decisa e animata. In un paio di occasioni interviene simpaticamente presentando il percorso della serata e i suoi protagonisti. Il concerto prosegue per due ore abbondanti. Verso la fine un esperimento di rielaborazione di un brano composto dal Maestro per un film che non ha avuto grande riscontro, è messo a giudizio del pubblico presente (sold out), superando la prova. In chiusura un bis (“Metti una sera a cena”) proposto saltando a piè pari uscite ed entrate del direttore per gli applausi e che, come da sua previsione, fischietteremo fino al rientro a casa. Un concerto che ha accontentato le aspettative, che ha raccolto numerosi applausi del pubblico eterogeneo e che si ripeterà il 21 maggio a grande richiesta, sempre al Teatro Giovanni da Udine. Grazie per un altro grande appuntamento voluto da Luigi Vignando e ospitato dal Teatro Giovanni da Udine.

© Massimo Cum per instArt