Ieri sera al Teatro Giovanni da Udine è andato in scena “Ragazzi di vita” di Pier Paolo Pasolini, per la regia di Massimo Popolizio e con il famosissimo (soprattutto tra le donne) Lino Guanciale. Insieme a lui una folta schiera di giovani attori, tutti estremamente bravi e capaci. L’apertura di Guanciale in uno sfondo infuocato, ci porta in una giornata romana “carda, molto carda da seccà… ” bè immaginate un po’ cosa può aver scritto Pasolini che non aveva mezzi termini. Protagonista la borgata romana del dopoguerra, dove tutti hanno un soprannome e vivono di espedienti, nel difficile mondo della sopravvivenza in periferia. Lo spettacolo è un continuo giocare tra voce narrante, interpretata da Lino Guanciale, e dialoghi, monologhi e voci narranti di tutti i giovani attori sul palco. Ogni personaggio ha una sua storia da raccontare e il gancio di tutta questa vicenda è Riccetto, ragazzo che vive insieme ai suoi coetanei in un ambiente difficile, fatto di vita reale e amicizia vera, in un costante binomio di povertà e violenza. Tutte le voci dei protagonisti sono graffianti, manifestano continuamente quella rabbia, il rifiuto di una vita imposta dalla strada, dove ci si muove tra truffa, amori, morti violente e realtà familiari difficili, Non mancano i riferimenti al mondo omosessuale, alle marchette per racimolare denaro, a questo stile di vita nudo e crudo che ha affascinato sempre la scrittura di Pasolini e destato scalpore negli ambienti dei ben pensanti dell’epoca. La piece si snoda tra avventure nelle acque teverine, in una calda estate, con gare di tuffi e giri in barca che portano Riccetto al salvataggio di una rondine. Tra cinema all’aperto e ciniche discussioni tra donne e figli, a viaggi alle spiagge romane per incontri con donne facili a pagamento, fino a corse folli in auto rubate con tributo di giovani vite sbandate e tragedie nelle correnti di un fiume sporco e inesorabile come il Tevere. Un mondo dove Lino Guanciale ci traghetta in modo perfetto dando un filo conduttore a tutto e dove il Riccetto and friends assumono la veste di attori e di cantanti, di comici e di narranti, in un ritmo che non da scampo, quasi a lasciare lo spettatore sempre in quella tensione che prova chi deve per forza trovare un modo per andare avanti ogni giorno. Un ora e 45 minuti di teatro di vita vera, che non si discosta poi molto dai giorni nostri, di scene illuminate e buie e titoli di riferimento. Di dialoghi senza incespicate, aggressivi, energici, di una sceneggiatura scritta bene e rivolta a tutti. Lino Guanciale, Riccetto, Agnolo, il Begalone, Alvaro, il Caciotta, Spudorato, Amerigo e tutti gli altri hanno saputo interpretare teatralmente un romanzo dai toni difficili e drammatici, per un viaggio storico italiano nella vita di coloro che spesso non sono presi in considerazione dalla Storia. Un grazie a Lino Guanciale, a Massimo Popolizio e al teatro che nel dare spazio a queste opere ci mette la faccia, il palco, l’audio, le luci e le comode poltrone. A tutti Voi il mio più sentito Chapeau!
Oggi Lino Guanciale e la Compagnia incontrano il pubblico dalle 17.30 e questa sera la replica alle 20.45.
Massimo Cum © instArt