© Foto di Angelo Salvin

Gran pienone di pubblico all’apertura della Stagione 2019 di Enoarmonie, la fortunata formula di concerti che unisce la valorizzazione della musica colta alla  promozione delle locali eccellenze vitivinicole del nostro territorio, affidando  il compito di  trovare delle sinestesie fra le due forme artistiche alle migliori voci della terza rete radio RAI.

La stagione si apre dunque alla tenuta Jerman di Ruttars di Dolegna del Collio dove, nel bel auditorium della tenuta, si è tenuto il concerto dei Germany melting pot, formato dalla coreana  Mi-Sa Yang al violino, dal rumeno Vladimir Mendelssohn e dall’italiano David Briatore alla viola, dal tedesco Frieder Bethold al violoncello, dal giapponese Harada Mitsugu al contrabbasso e da Andrea Rucli al pianoforte. Presentatrice del programma ed enorelatrice, la celebre voce di radio3 Valentina Lo Surdo. Il programma è di estrema raffinatezza e si apre con il Quintetto in la maggiore “Die Forelle” op.114, D. 667 di Franz Schubert, portato in sinestesia con l’uvaggio 65 Anniversario di matrimonio 2010 della ditta Jerman.  Uvaggio bianco dal sapore complesso, cosi come sono complesse le strutture del quintetto di Schubert che, guarda caso, è stato scritto nel 1819, cioè esattamente due secoli fa. L’esecuzione di questo capolavoro è illuminata fin dalle prime battute dell’Allegro vivace dalla bravura dei singoli strumentisti, che mostrano un grado di fusione dell’insieme di rara perfezione. I dialoghi fra il pianoforte e gli archi sono perfettamente calibrati e il suono dell’insieme è di grandissima bellezza. L’Andante è reso in tutta la sua placida serenità intrisa di echi popolareschi. Lo Scherzo è giocoso e reso con irruente grazia, mentre l’Andantino, un tema con variazioni in cui viene, finalmente!, presentato il tema della trota, ripescato dall’autore da un precedente lied per voce e pianoforte, permette a tutti i componenti del quintetto di esibire la propria bravura in passaggi virtuosistici. L’Allegro giusto, che chiude questo capolavoro, rappresenta il culmine di un’esecuzione impeccabile che viene premiata dal pubblico con calorosissimi applausi.

Ma ieri era anche la giornata della memoria e il ricordo della Shoah è stato fatto dai Germany melting pot con l’esecuzione di Kol Nidrei op.87 di Max Bruch nella versione di Davide Pitis per questa formazione (l’originale è per violoncello e orchestra). Kol Nidrei è una melodia ebraica che viene eseguita nella festività dello Yom Kippur. La sinestesia viene indicata dalla Lo Surdo nel 1881, anno in cui fu scritto Kol Nidrei e gli Jerman portarono dal Burghenland i primi vitigni dell’attuale azienda. Ma non solo. Nello specifico, il Traminer Aromatico 2017 presenta una punta di amarezza che lo accomuna al climax che crea Kol Nidrei, che anche in questa versione, ridotta rispetto alla grande orchestra, mantiene tutta la sua suggestione grazie anche alla bravura degli interpreti.

La serata si chiude con un sontuoso Blau & Blau 2015, un rosso di grande struttura il cui colore ricorda il suono degli archi (la Lo Surdo ricorda i tentativi di sinestesia fra suono e colore tentato da vari pittori e musicisti) e un altrettanto grandioso Sestetto op 110 in re maggiore di Felix Mendelssohn Bartholdy. L’Allegro vivace è affrontato con slancio ed eleganza e con una continua tensione espressiva e ritmica che avvince gli ascoltatori, mentre l’Adagio è reso con la levità del sogno. Il breve Minuetto (agitato) è allo stesso tempo elegante ed irruento, eseguito con gusto squisito, mentre l’Allegro vivace impegna il pianoforte in un dialogo serratissimo con gli archi, con parti di autentico virtuosismo che Rucli affronta con estrema nonchalance, anzi, concedendosi un accelerando finale che lascia il pubblico a bocca aperta.

Alla fine, grandi applausi per gli esecutori e bis in cui è ri-eseguito il Minuetto di Mendelssohn.

© Sergio Zolli per instArt