L’EUROPA AL TEMPO DELLA BREXIT: A PORDENONE, TEATRO VERDI, UN CICLO DI LEZIONI E DIALOGHI DI STORIA CONTEMPORANEA. DAL 30 GENNAIO AL 31 MARZO, CREDITI ECM GIORNALISTI.
l d-day dell’Europa è già chiaro nei calendari dei 27 Paesi membri: dal 23 al 26 maggio 2019 si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo, chiamato a esprimere un nuovo Governo del continente. Quello attuale scadrà il prossimo 31 ottobre. Quale Europa ci aspetta, dopo quella traballante e avversata del nostro tempo, pur sempre riferimento cardine in tema di diritti? Nell’anno di Brexit si profilano le più incerte euro-elezioni di sempre e la battaglia per il futuro dell’Europa si preannuncia intensa e senza esclusione di colpi: non fra nazioni ma – per la prima volta nella storia – internamente alle nazioni, scontro di visioni e culture. Dal 30 gennaio al 31 marzo indagherà questi temi R-evolution 2019, il ciclo di Lezioni e dialoghi di Storia contemporanea ideato e promosso dal Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone con la partnership di Crédit Agricole FriulAdria: un progetto curato dall’Associazione Europa Cultura in collaborazione con il Premio Giornalistico internazionale Marco Luchetta – Link festival e con l’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Molti i protagonisti di questo format che punterà lo sguardo sull’Europa in rapporto alle aree sensibili del pianeta: analisti, corrispondenti ed editorialisti di riferimento come Federico Rampini, Stefano Tura, Barbara Gruden, Bruno Ruffolo, Lucio Caracciolo, Claudio Pagliara e Giuseppe Chiellino.
È previsto l’accreditamento ECM per gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti, attraverso il portale dell’Ordine.
Se dalla crisi economica globale del 2007 – 2009 la UE ha iniziato a vacillare, dovrà adesso confrontarsi formalmente con l’ondata euroscettica e la forte avanzata dei movimenti populisti e nazionalisti. L’attualità del caso Brexit è solo un elemento sullo scacchiere mondiale: l’Unione europea, che pure ha garantito 70 anni ininterrotti di pace agli Stati membri, per guardare al futuro deve ritrovare la coesione interna e la capacità di dare risposta alle richieste dei popoli in tema di sicurezza e occupazione. Spiega Giovanni Lessio, Presidente del Teatro Verdi, che «le euro elezioni 2019 si profilano come un passaggio cruciale, se non epocale: per questo il Verdi ha voluto chiamare a raccolta molti protagonisti della riflessione geopolitica. Il palcoscenico del Comunale si trasforma in agorà aperta al confronto e all’approfondimento sui grandi cambiamenti che ci coinvolgono ogni giorno, per restituire il nostro tempo in presa diretta e offrire al pubblico occasioni coinvolgenti di analisi e dibattito». «Nel chiassoso cortile della comunità globale, figlia dei social e delle autostrade informatiche – osserva la Presidente di Crédit Agricole FriulAdria Chiara Mio – è difficile comprendere con chiarezza la portata dei fatti. Si avverte sempre più l’esigenza di una bussola interpretativa che ci aiuti a capire e a maturare un’opinione. E magari a compiere delle scelte consapevoli, passando dalla condizione di spettatori distratti a quella di attori protagonisti delle nostre vite. L’iniziativa R-evolution assolve bene questa funzione».
R-evolution 2019 aprirà dunque mercoledì 30 gennaio, alle 19, con la lectio di Federico Rampini, corrispondente da New York del quotidiano La Repubblica, dedicata a “La deriva dei continenti: i rapporti America-Europa nell’era dei sovranismi”. Con la presidenza di Donald Trump tocca i minimi termini il rapporto fra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, che i vertici USA accusano di essere paralizzata dalla burocrazia. La scelta, sempre più spesso, è di trattare singolarmente o bilateralmente con i Paesi membri: «l’istinto politico di Trump – spiega Federico Rampini – gli dice da molto tempo che ogni progetto sovranazionale, UE in testa, è un ostacolo sul suo cammino». A R-evolution una lezione per indagare la dialettica fra Washington e Bruxelles nell’era dei sovranismi, cercando di cogliere le prospettive di una interlocuzione sempre più fragile e nebulosa. Martedì 26 febbraio, alle 19, riflettori sul dialogo “Euroscettici e nuova Europa: da Brexit all’eta’ dell’incertezza”, che vedrà protagonisti Stefano Tura, corrispondente RAI da Londra e Barbara Gruden, corrispondente RAI da Berlino. Coordina Bruno Ruffolo, caporedattore GR Radio1 RAI. L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea dopo 50 anni di adesione si preannuncia traumatica: il “recesso” del 29 marzo precede di sessanta giorni la scadenza cruciale di rielezione dell’Euroassemblea. Come evolverà la vecchia Europa del Trattato, che nel cuore del continente cerca faticosamente di resistere alle forze antieuropee col vecchio asse franco-tedesco? L’iter piuttosto avventuroso del processo Brexit e l’eventualità del ‘no-deal’ – l’uscita senza concordato con l’Unione Europea – minaccia tempi piuttosto complicati per i cittadini britannici: un deterrente al rischio di ulteriori Eurexit? Venerdì 22 marzo si prosegue, alle 19, con la lectio di Lucio Caracciolo editorialista, direttore di Limes e presidente Macrogeo: “una strategia per l’Italia” ci guiderà verso il sud del mondo: l’Italia, dalla prima linea della trincea mediterranea, deve quotidianamente cercare nuove risposte alla spinta disperata dei migranti che risalgono dalla Libia e dal Nord-Africa. Di fronte agli sbarchi dal Mediterraneo ogni Stato europeo cerca di bypassare il problema delocalizzandolo al Paese vicino: se l’Italia stessa ha avviato una politica di chiusura dei propri porti, la Ue sembra rifuggere da una riflessione organica lungimirante sul tema e da una consapevole presa d’atto della realtà. Un tema centrale per i nuovi equilibri dell’Europa e del mondo, affidato all’analisi del direttore di Limes. R-evolution chiuderà all’indomani della scadenza Brexit, domenica 31 marzo alle 11, con il dialogo dedicato a “Eurasia, destinazione Cina: la scommessa dell’italia lungo la via della seta 4.0”: ne parleranno Claudio Pagliara, corrispondente RAI da Pechino e Giuseppe Chiellino, firma dell’Ufficio centrale del Sole 24 Ore. Puntare lo sguardo verso la Cina significa, per l’Europa, ritrovare il fascino ma anche la pragmatica attualità di una “via della seta” 4.0, «con l’Italia che – spiega il corrispondente RAI a Pechino, Claudio Pagliara – si candida a divenirne uno dei terminali, proprio come era duemila anni fa». Un obiettivo che dovrà confrontarsi con molteplici variabili, a cominciare dalla “guerra” dei dazi fra Stati Uniti e Cina e dal possibile ruolo europeo nel contesto di un nuovo ordine mondiale in costante evoluzione.
comunicato stampa