Dal 2016 (anno in cui è stato inaugurato) AIM – Alinari Image Museum ha portato nel capoluogo giuliano esposizioni importanti, fino a grandi nomi come Robert Capa. L’ultima in ordine di tempo è dedicata a Nino Migliori, uno dei più grandi nomi della fotografia contemporanea, le cui opere svolgono uno dei percorsi più diramati e interessanti della cultura d’immagine europea.
Gli inizi appaiono divisi tra fotografia neorealista con una particolare idea di racconto in sequenza, e una sperimentazione sui materiali del tutto originale ed inedita. Da una parte, quindi, in pochissimi anni, nasce un corpus segnato dalla cifra stilistica dominante dell’epoca, il neorealismo: una visione della realtà fondata sul primato del “popolare”, con le sue subordinate di regionalismo e di umanitarismo. Sull’altro versante Migliori produce fotografie off-camera, opere che non hanno confronti nel panorama della fotografia mondiale, sono comprensibili solo se letti all’interno del versante più avanzato dell’informale europeo con esiti spesso in anticipo sui più conosciuti episodi pittorici. Dalla fine degli anni Sessanta il suo lavoro assume valenze concettuali ed è questa la direzione che negli anni successivi tende a prevalere.
Sperimentatore, sensibile esploratore e alternativo lettore, le sue produzioni visive sono sempre state caratterizzate da una grande capacità visionaria che ha saputo infondere in un’opera originale ed inedita. Migliori si trova ad essere, con Veronesi, Grignani, Munari e pochissimi altri, uno degli operatori che in Italia prosegue la ricerca delle avanguardie sul fronte della riflessione sui linguaggi iconici, con la fotografia come nodo centrale dell’immaginario e della ricerca formale contemporanei.
Ci è stato possibile scambiare quattro chiacchiere con Emanuela Sesti, direttore tecnico di Alinari, per capire meglio le motivazioni che hanno portato a scegliere Migliori.
Fino al 16/1/2019 la sala principale è dedicata a Nino Migliori.
Abbiamo scelto Migliori per tutta una serie di concomitanze. Innanzitutto quest’anno ricorrono i suoi 70 anni di attività come fotografo, iniziata nel 1948. Inoltre nel 2019 si festeggeranno i 180 anni dall’invenzione della fotografia: risale infatti al 7 gennaio 1889 la presentazione della dagherrotipia da parte di Francois Arago.
Migliori ci è sembrato l’autore perfetto per festeggiare un’arte che si è così evoluta nel tempo pur guardando sempre alle proprie origini. Egli è infatti da una parte un autore moderno, mentre dall’altra riprende tecniche molto antiche ma sperimentandole e dandole un aspetto creativo rivolto alla contemporaneità. Molto famosa ad esempio la sua ricerca sperimentale sull’off-camera, cioè senza apparecchio fotografico come già quelle di Talbot nell’800 o a cui si dedicherà poi Man Ray. O i suoi progetti con le ossidazioni o con i chimigrammi.
L’esposizione all’AIM si concentra sulla sua fase neorealista
Nella mostra viene presentato il suo lavoro relativo al realismo in concomitanza al periodo del Neorealismo in Italia. In quell’epoca egli si dedicò principalmente a riprendere i luoghi e soprattutto le persone del dopoguerra in Italia e le opere di quest’esposizione riguardano i suoi lavori realizzati sulla gente del Sud e dell’Emilia. Dove la sua attenzione e sì sull’uomo ma si allarga anche ai segni che l’uomo lascia, molto spesso da lui evidenziati in queste fotografie. Bisogna quindi entrare nella sua logica, nei dialoghi delle mani delle signore o delle silhouette formate dai bambini che saltano e lasciano questi segni, queste ombre sul muro e che vanno a formare delle tassonomie strane attorno alle persone fotografate.
Questa è la sua cifra, il suo modo di far vedere l’uomo. Un saper guardare contemporaneamente nelle due direzioni: verso il reale (l’uomo) ma anche verso l’astratto (i segni da lui lasciati). Un’ambivalenza che è da sempre insita nel concetto stesso di fotografia ed è anche per questo che lo riteniamo l’autore perfetto per questa ricorrenza.
L’esposizione terminerà il 16 Gennaio, quindi se siete appassionati di fotografia affrettatevi: non c’è modo migliore per iniziare l’anno nuovo, e per chi ancora non conosce l’Alinari Image Museum è l’occasione per scoprire un centro d’eccellenza dedicato alla fotografia (riduttivo definirlo solo un museo) unico in regione.
La mostra è promossa da Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, Fondazione Nino Migliori e Fotografia Zeropixel.
E’ visitabile da lunedì a domenica dalle 10:00 alle 17:00 (ultimo ingresso 16:30), ingressi ad AIM e ai Musei del Castello: intero 10,00 €; ridotto 7,00 €.
Per informazioni e visite guidate: www.imagemuseum.eu / info@imagemuseum.eu / +39 040 631978
Luca Valenta / © Instart