Si possono avvicinare Georg Friedrich Händel, quindi sonorità del pieno barocco, con Ney Rosauro, musicista contemporaneo? Sembrerebbe proprio di sì ed è quello che hanno fatto la scorsa sera (in realtà anche lo scorso 19 dicembre a Lignano Sabbiadoro) i musicisti dell’Orchestra Giovanile Filarmonici Friulani nella parrocchia di Campolessi a Gemona del Friuli, riscuotendo un meritevole successo di pubblico (chiesa completamente gremita).
“Sonorità nel tempo: da Vienna Sāo Paulo” è il titolo scelto per presentare al numeroso pubblico nella prima parte la Water Music Suite n. 3 ed il Concerto per organo ed orchestra in Re minore HWV 309 del più che noto compositore tedesco e nella seconda parte il Concerto N. 1 per marimba ed archi del compositore e percussionista brasiliano. Direzione affidata al consueto, bravo e sensibile Alessio Venier.
E’ Alberto Gaspardo all’organo ad aprire la composizione händeliana eseguita per la prima volta più di trecento anni or sono sul Tamigi (la scrittura originale prevedeva l’uso del clavicembalo). Si ha difficoltà ad ascoltare il solista, vuoi per una scelta di timbri e volumi discutibile, vuoi forse per l’acustica della stessa parrocchiale. Certo è che attendiamo il Concerto in Re Minore per goderci le capacità del giovane Gaspardo. Purtroppo si comprende da subito che siamo capitati in una serata non perfetta (basta scorgere il curriculum del giovane musicista per capire invece le grandi capacità, con la quantità di premi e segnalazioni che ha collezionato in poco tempo). Per gli acuti ascoltatori qualche imperfezione di troppo e soprattutto il ritardo nell’impostare con i tiranti timbri differenti durante l’esecuzione del brano, inficiano parecchio dell’esposizione e gli stessi interventi della splendida orchestra d’archi, che infine ha non poche difficoltà a seguire il solista. Se a questo si aggiunge anche la volontà dello stesso di dirigerli (però possiamo gustarci il bravissimo direttore Alessio Venier al violino), si comprende che a difficoltà si siano aggiunte ulteriori inutili difficoltà. Peccato, perché siamo certamente convinti della bravura tecnica e musicale di Gaspardo (tra l’altro confermata da amici che hanno potuto ascoltare l’esecuzione dello stesso programma a dicembre scorso).
Piccola pausa e si cambia completamente atmosfera.
E’ il giovane Francesco Tirelli ad affrontare con sorprendente lucidità e sicurezza il Concerto N. 1 per marimba ed archi di Ney Rosauro.
Una scrittura spettacolare ci presenta un brano dove, anche se nessun tema popolare brasiliano è direttamente citato, da respiro ad atmosfere e soprattutto ritmi (per lo più sincopati) caratteristici di quelle terre. Sono tutti semplicemente straordinari. Francesco è perfetto, in ogni momento, certamente aiutato da una scrittura che cattura e coinvolge, però non sicuramente semplice: basta osservarlo affrontare con sicurezza e passione i tasti del suo strumento fra una battuta e l’altra. Le capacità emozionali che trasmette nell’andare del brano coinvolgono anche la stessa orchestra dei Filarmonici Friulani, che sembrano ora quasi un altro ensemble, tante sono le dinamiche che espongono, la perfezione degli attacchi, il tutt’uno con il solista.
Tirelli alla fine riesce a regalare, con lucidità, bravura e professionalità, rare ed eleganti emozioni, conquistando tutti i presenti.
Applausi continui lo richiamano al bis per una splendida versione dell’universale Oblivion di Astor Piazzola eseguita in un appassionante arrangiamento per marimba ed archi.
Una serata con un programma intelligente e curioso, risolta con grandi emozioni, per una orchestra giovanile – quella dei Filarmonici Friulani ricordiamo vede musicisti che sono tutti sotto i trent’anni – che merita sicuramente di farsi conoscere sempre di più e sempre più lontano.
Luca A. d’Agostino © instArt
Volentieri riceviamo e pubblichiamo.
Buongiorno Luca,
come anticipato telefonicamente, scrivo a nome dell’Orchestra Filarmonici Friulani per evidenziare due criticità della recensione pubblicata il 4 gennaio scorso a proposito del concerto “Sonorità nel tempo: da Vienna a São Paulo” a Campolessi di Gemona.
In primo luogo, segnaliamo un errore: nella Water Music Suite di G.F. Händel non è previsto che l’organo abbia il ruolo di solista.
In secondo luogo, ci teniamo a sottolineare come alcune difficoltà segnalate nella recensione – come il ritardo nell’impostazione dei tiranti e le difficoltà dell’orchestra a seguire il solista – sono con tutta probabilità conseguenza di una scelta artistica (condivisa dalla direzione artistica, dal direttivo dell’orchestra e da Gaspardo) ovvero quella di eseguire il concerto sull’organo della chiesa di Campolessi. Uno strumento di valore, ma intonato a 434 hz (anziché i consueti 440 hz): una differenza che può sembrare di poco conto, ma che ha un impatto, da un lato, sulla sicurezza del musicista e, dall’altro, sulla percezione dell’ascoltatore. Si è trattato, dunque, di una scelta rischiosa, la cui responsabilità è collettiva, determinata dalla volontà di valorizzare l’organo della chiesa della comunità che ci ospitava, dove non c’è spesso l’occasione di poterlo ascoltare e apprezzare, soprattutto se suonato da giovani di talento come Alberto e accompagnato da un’orchestra d’archi.
In conclusione, speriamo che si possa ottenere rettifica del primo punto e un’eventuale integrazione a proposito del secondo.
Angela Caporale
Ufficio stampa – Orchestra giovanile Filarmonici Friulani