Nonostante l’hip hop e suoi derivati continuino ad essere i linguaggi musicali giovanili più diffusi negli anni a cavallo fra questa e la precedente decade, la discografia mainstream si ostina a sfornare prodotti risibili quando non evidentemente scadenti. Pochi artisti come Marracash sono viceversa in grado di mettere d’accordo le giovani orecchie inesperte ed i palati più esigenti. Sdoganato da prodotto per le masse e consacrato nell’olimpo dei cantautori “degni di Premio Tenco”, il rapper lombardo/siculo debutta con un sold-out per la coda autunnale del suo “Persone tour”.Poesia o mercato? Verità della strada o trasgressione da rotocalco? Inutile disquisire troppo, probabilmente la cifra di questo artista sta proprio in questo camminare sul filo fra l’innovazione e clichè, regalando momenti di relativa profondità per poi scivolare altrettanto frequentemente verso la massa da cui ci si vorrebbe presuntuosamente elevare. E così questa sera il rito si consuma di fronte alle 5000 persone del Palainvent di Jesolo per la prima data di questo tour autunnale indoor. Senza grossi preamboli alle 21.30 precise il palazzetto esplode e Marracash viene calato in mezzo ad un inferno di ledwall, americane mobili, laser, fuoco e fiamme (nel senso letterale del termine). Ci si rende subito conto che questa non è la produzione asciutta, priva di visuals e quasi minimale che aveva caratterizzato le date estive. La ferocia misurata dei primi minuti di concerto lascia presagire uno spettacolo decisamente più ragionato e sensibilmente più prodotto rispetto alle esibizioni dei mesi appena trascorsi.

Nel primo speech e dopo un primo filotto di brani senza soluzione di continuità (Body parts, Qualcosa in cui credere, Loro, Pagliacci, Cosplayer) è l’artista stesso a confermare i nostri sospetti. Stasera va in scena la prima di uno spettacolo pensato ed atteso dal 2019 (dopo l’uscita dell’album Persone), poi funestato a più riprese da lockdown, restrizioni e continui rinvii… La pressione sonora e l’impatto dei primi brani non permette di capire se Marracash sia completamente solo o se ci siano dei musicisti nascosti dall’imponente luna park di video e luci e scenografie. Passano in rassegna i ritornelloni al sapore di autotune Bravi a cadere e Crazy love quando finalmente una parte del ledwall si apre e svela i fedelissimi Jacopo Volpe (batteria), Alessandro Marz (sequenze), Eugenio Cattini (chitarra), Roberto Dragonetti (basso), Claudio Guarcello (tastiere). Nascosta dietro agli schermi video per la quasi totalità del concerto, forse la band meriterebbe un po’ di considerazione in più. Evidentemente l’egomania da rapper unita alla potenza dei visuals (potenti e raffinati) lasciano ormai poco spazio ai veri “artigiani del palco”. La prima parte del concerto si conclude con l’imprescindibile Nemesi, ma non prima di aver reso omaggio alla natia Barona (Noi) di aver celebrato la prima ospitata (l’efebico e magnetico coro di Edonico su Gli Altri) e regalato i primi cori da stadio (finale di Nulla accade).  La scena si svuota, Marra scompare per riapparire in un piccolo palco allestito in mezzo al pubblico e improvvisare (si fa per dire) un soundsystem stradaiolo in un’infilata di vecchi e nuovi cavalli di battaglia (Badabum cha cha e King del Rap su tutti). Lo show riparte con Tutto questo niente (Feat Giacomo Cazzaro al Sax Tenore), uno dei pochi brani in cui si intravede un barlume di quella poesia spesso citata a sproposito. Siamo a ridosso delle due ore di show ma resta tempo per un altro momento romantico (Niente canzoni d’amore feat l’impeccabile Federica Abbate), un brano a cappella (Brivido) e una manciata di hit (Crudelia e la finale Infinity Love). Marra saluta e se ne va lasciando i fans in visibilio, i curiosi convinti e pochi scettici colpiti da uno show davvero potente, curatissimo e generoso.

La scaletta:

Body parts / Qualcosa in cui credere / Loro / Pagliacci / Cosplayer / Bravi a cadere / Crazy Love / Quelli che non pensano / Gli altri (feat Edonico) / Noi / Appartengo / Nulla accade / Dubbi / Laurea ad honorem / G.O.A.T. / Neon / Io / Poco di buono / Nemesi / Badabum cha cha / A volte esagero / King del rap / Scooteroni / Cashmere / Sport / Salvador Dali / Tutto questo niente / Niente canzoni d’amore (feat Federica Abbate) / L’anima (feat Madame che non c’era) / Brivido (a cappella) / Crudelia / 64 barre di paura / Infinity love

© Leo Virgili per instArt