Cover di Ressenàl

Nota, casa editrice udinese diretta da Valter Colle, ha da poco pubblicato (per la collana Block Nota) il nuovo album di Franco Giordani intitolato Ressenàl, che nella variante valcellinese della lingua friulana significa disordine, confusione. Si tratta della terza opera del cantautore originario di Claut, che segue Incuintretimp (2015, finalista alle Targhe Tenco) e Truoìsparìs (2017). Nel 2019 Olmis e il Circolo Menocchio avevano stampato una raccolta di racconti autobiografici del cantautore, dal titolo Il profumo della brina con prefazione di Mauro Corona e postfazione di Aldo Colonnello.

Il booklet di Ressenàl in copertina riproduce il quadro “Ritratto dell’anima” di Giordano Floreancig e contiene la prefazione di Maurizio Mattiuzza, una presentazione dell’amico pittore Giordano Floreancig di Toni Capuozzo e uno scritto autobiografico di Giorgio Olmoti. Il nuovo album è già stato presentato alle rassegne internazionali Folkest e Suns Europe e oggi Franco Giordani ha pubblicato sul suo canale You Tube il primo video dell’opera; Soldato del carbone.

Il brano è dedicato ai minatori italiani spediti in Belgio dopo la seconda guerra mondiale per far fronte ai debiti di guerra accumulati. Soldati senza armi, che combatterono una guerra ignari di essere stati destinati a sacrifici insostenibili. Molti di loro morirono e i più fortunati tornarono in Italia con la salute fortemente compromessa. Il testo del brano, scritto da Barbara Floreancig, è in particolare dedicato al padre, originario di un pese delle Valli del Natisone. La canzone è introdotta da una testimonianza vocale di un minatore che racconta: “Non ci chiamava nessuno per nome. Avevamo un numero. Si veniva a fare la nostra giornata per vivere, contenti di arrivare ma non si sapeva se si riusciva a risortire…”. Le immagini del video sono tratte in gran parte da pubblicazioni curate da Ferruccio Clavora, dall’Unione Emigranti Sloveni del Friuli Venezia Giulia dall’archivio fotografico della famiglia Floreancig.

“Credo sia un brano emozionante” ci dice Franco Giordani. “Mi piace raccontare storie e metterle in musica. Non è la prima volta che mi capita di raccontare storie tragiche: è già successo con Ega neigra, che narra il disastro del Vajont visto da un abitante di Erto e Revelli, la storia di Ruggero Grava, calciatore di Claut del Grande Torino che perse la vita a Superga nel 1949. Come già fatto nel corso di quest’anno mi piacerebbe raccontare questa vicenda alle scuole primarie. I ragazzi devono sapere cos’è successo. Sono le future generazioni che devono essere messe a conoscenza degli errori e delle ingiustizie del passato, per sperare di poter costruire un futuro migliore. La formazione che ha registrato il brano presso l’Invisible Recordings Studio di Premariacco diretto da Leo Virgili è questa: Io ho suonato la chitarra e ho cantato (anche il coro finale in lingua beneciana, su testo di Margherita Trusgnach), Leo Virgili ha suonato la chitarra elettrica, il sinth e il trombone e ha curato assieme a me l’arrangiamento, Alessandro Turchet ha suonato il contrabbasso e Elvis Fior la batteria. Li ringrazio moltissimo, sono molto legato a questa canzone”.

Il link del video:

Comunicato stampa