PORDENONE – Non poteva trovare epilogo più incandescente e focalizzato nel cuore della notizia la prima edizione di R-evolution, il ciclo di Lezioni di storia contemporanea promosso dal Teatro Verdi di Pordenone con Crédit Agricole FriulAdria, curato dalla Associazione Europa Cultura in collaborazione con il Premio Giornalistico internazionale Marco Luchetta – Link festival e l’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Si parte lungo la nuova Via della Seta domenica 31 marzo, alle 11 con ingresso come sempre aperto al pubblico e crediti ECM per i giornalisti (inviti gratuiti fino ad esaurimento info https://www.comunalegiuseppeverdi.it), guidati dal giornalista che da cinque anni racconta il nuovo volto del colosso cinese, Claudio Pagliara, responsabile dell’Ufficio di Corrispondenza RAI da Pechino. Converseranno con lui Giuseppe Chiellino, dell’Ufficio centrale del Sole 24 Ore, esperto di tematiche europee, in un talk condotto da Giovanni Marzini, Segretario di Giuria del Premio Luchetta, a lungo caporedattore del Tgr Friuli Venezia Giulia.  «Quando abbiamo varato la traccia di incontri per R-evolution 2019 sapevamo di essere nel cuore dell’evoluzione degli equilibri internazionali legati alla dialettica Europa – Stati Uniti, alla questione delle migrazioni e all’ancora confusa definizione della Brexit – spiega il presidente del Teatro Verdi Giovanni Lessio – E immaginavamo una rapida centralizzazione del tema “nuova Via della Seta”, ma non che il nostro incontro si sarebbe svolto addirittura con il memorandum Italia – Cina siglato da poche ore. Questo testimonia la lungimiranza del progetto e la sua capacità di trasformarsi ogni volta in agorà vitalissima del nostro tempo. Ci auguriamo che R-evolution possa avere nuove edizioni grazie all’impegno della Associazione Europa Cultura, che lo ha ideato e organizzato con la sinergia del Premio Luchetta e dell’Ordine regionale dei giornalisti».

«L’Italia – spiega Claudio Pagliara, corrispondente RAI a Pechino – si era candidata ad essere terminale portante della nuova Via della Seta, proprio come era duemila anni fa. Adesso, con la firma del Memorandum Italia – Cina, la via della seta sembra schiudere opportunità concrete legate innanzitutto ai grandi progetti infrastrutturali. E nel frattempo la Cina ha varato una nuova legge sugli investimenti esteri, con l’obiettivo di rispondere alle preoccupazioni della comunità internazionale in tema di proprietà intellettuale: la nuova via della seta è infatti al centro del dibattito mondiale. L’Italia e’ il primo Paese del G7 ad abbracciarla, nonostante le critiche di Washington e Bruxelles.  La Cina la promuove con la formula “win – win”, ma l’85 per cento delle aziende che lavorano lunga la direttrice est / ovest sono cinesi.  L’adesione di un Paese importante come l’Italia e’ l’occasione per Pechino per dimostrare che dal progetto lanciato sei anni fa da Xi Jinping  tutti i partecipanti possono davvero trarre vantaggi. Per il momento si assiste ad un ripensamento da parte di alcuni Paesi che avevano entusiasticamente aderito: lo Sri Lanka e’ stato costretto a cedere il porto ai cinesi non potendo ripagare il debiti contratti per costruirlo. E il Pakistan è ad un passo dalla bancarotta proprio per i costi del progetto vetrina di Belt and Road Iniziative, 60 miliardi di investimenti. Una seria riflessione si impone per l’Italia e per l’Europa …». Dal punto di vista dell’Europa, quale ruolo nel contesto di un nuovo ordine mondiale in costante evoluzione? Puntare lo sguardo verso la Cina significa, per l’Europa, ritrovare la necessità di una dialettica che vede la UE come soggetto univoco, anziché sfilacciato nelle decisioni dei suoi Stati membri. Così almeno sembrano pensarla Angela Merkel ed Emmanuel Macron …

Giuseppe Chiellino, Giornalista del Sole 24 Ore, lavora nell’ufficio centrale del quotidiano. Dopo varie collaborazioni, ha iniziato la professione a Roma nel 1991 a Radiocor, l’agenzia di stampa economico-finanziaria oggi del Gruppo 24 Ore. Per la stessa agenzia è stato corrispondente da Bruxelles dove si è appassionato alle questioni europee. Rientrato in Italia, dopo qualche anno di responsabilità nella gestione dell’ufficio centrale dell’agenzia a Milano, è passato al Sole 24 Ore, occupandosi prima del sito, in anni di grande sviluppo dell’informazione sul web, e poi di economia reale nella redazione di Impresa & Territori. Oggi lavora nell’ufficio centrale del quotidiano con responsabilità di coordinamento, seguendo i temi europei e in particolare la politica di coesione.

Claudio Pagliara è l’attuale responsabile dell’Ufficio di Corrispondenza della Rai per la Cina, il Giappone e il Sud-Est dell’Asia con sede a Pechino. Tra i lavori più recenti, Cina mon amour e Ritorno in Birmania, due reportage realizzati per la rubrica “Speciale Tg1“. In precedenza, è stato responsabile della sede Rai per il Medio Oriente di Gerusalemme (2003-2013) e corrispondente della Rai da Parigi (2000-2003). Prima di essere nominato Corrispondente, ha lavorato con vari incarichi al Tg2, a Stampa Sera e alla Gazzetta del Popolo. Fra gli eventi più importanti di cui è stato testimone si possono elencare: il crollo della borsa di Shanghai (2015), la rivoluzione dei ragazzi con l’ombrello di Hong Kong (2014), le guerre a Gaza (2008 e 2012) e nel sud del Libano (2006), gli attentati terroristici in Israele (seconda intifada), in Giordania e in Egitto, l’assassinio dell’ex premier libanese Rafik Hariri (2005), il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza (2004).

Giovanni Marzini inizia a collaborare nel 1974 con la redazione triestina della Gazzetta dello Sport e quella del Piccolo. Nel 1976 è tra i fondatori dell’emittente radiofonica Radio Sound Trieste 102. Nel 1977 approda a Telequattro, dove rimarrà per dieci anni esatti, gli ultimi tre in qualità di direttore responsabile. Nel gennaio del 1988 viene assunto presso la sede regionale della RAI, dove rimarrà per 25 anni percorrendo tutte le tappe della carriera all’interno della redazione: capo servizio, vicecapo redattore e, dopo una parentesi romana di alcuni mesi a RAI Sport, come responsabile della redazione calcio, rientrerà a Trieste nell’ottobre del 2000, per assumere la direzione del tg regionale. Manterrà questo incarico per 13 anni. Nel luglio del 2013 decide di lasciare anzitempo l’azienda, presentando le proprie dimissioni. Nel novembre dello stesso anno viene nominato presidente del Corecom Fvg (comitato regionale per le telecomunicazioni, emanazione regionale di AGCOM, l’autorità di garanzia delle comunicazioni). Fra il 2015 ed il 2017, per 18 mesi è stato presidente della Pall. Trieste, chiamato dai soci del club per contribuire al rilancio della squadra. Quando si insedia, al palasport non vanno quasi mai più di 2.500-3.000 tifosi. Lascerà la presidenza nell’estate del 2017, dopo la finale promozione con Bologna e con una media spettatori nei play-off vicina alle 7000 presenze a partita.

Comunicato stampa