Simone Cristicchi a Cividale (17 luglio 2019). Foto di Franco Giordani

Simone Cristicchi ha presentato al Mittelfest lo spettacolo Abbi cura di me / Acoustic live incantando il numeroso pubblico presente con la sua poesia e la sua profonda spiritualità. Come riportato nella presentazione dell’evento, Simone (che da poco ha superato la quarantina) è un artista a tutto tondo: musicista, compositore, autore, scrittore, attore. Si presenta nel palcoscenico di Piazza Duomo assieme a due bravissimi musicisti: Riccardo Ciaramellari (pianoforte, tastiere e fisarmonica) e Giuseppe Tortora (violoncello).

Entrambi creeranno tessuti musicali perfetti, senza fronzoli, contribuendo a conferire ai brani una dimensione sonora in grado di esaltarne la bellezza. La retrostante facciata del Palazzo Pretorio illuminata di blu è una scenografia naturale di grande suggestione. L’artista romano regala subito emozioni autentiche con la bellissima La cosa più bella del mondo e invita a riflettere su tre vocaboli e darne il giusto valore: Attenzione, Umiltà, Felicità.  Segue la nostalgica e ironica Mi manchi e la celebre Vorrei cantare come Biagio. Con I Matti de Roma viene trattato un tema molto caro a Simone

“Che brutto male che è la normalità / Se tu mi chiedi chi sono i veri malati / dipende da che parte chiudi quel cancello / I matti mi sa che siete voi / che non ridete e siete sempre così seri / e state chiusi tutto il giorno in un ufficio / mentre la vita vi saluta da de fori”.

Cristicchi introduce Angelo custode raccontando una favola africana. Un colibrì vede fuggire tutti gli animali perché è scoppiato un incendio. Anziché scappare, si dirige verso l’acqua per iniziare a spegnere le fiamme. E’ un invito simbolico a dire che ognuno di noi può dare il proprio contributo per migliorare il mondo. Un elenco di consigli elargiti dalla “Zia Rosina” per stare attenti all’ipocrisia fa da premessa a Che bella gente.

“Che bella gente capisce tutto / Sa il motivo ma non il trucco / Ha pistole con proiettili di malignità / Bisognerebbe caricarle a salve / E far di gomma tutti quei pugnali / Che se ti giri per un solo istante / Te li ritrovi conficcati alle spalle”.

Siamo più o meno al centro del concerto e Simone legge un brano di Pierluigi Cappello e canta una breve canzone in lingua friulana, creando un momento di forte emozione. Il pubblico ringrazia con un applauso interminabile. Laura (la donna più bella dell’universo), dedicata a Laura Antonelli, invita a riflettere sulla sorte di certi artisti, passati dalle luci del palcoscenico e dalla notorietà al declino e all’oblio, alla “condanna ad impazzire”. La bellissima Magazzino 18, tratta dall’omonimo Musical Civile che ha come protagonista anche il friulano Valter Sivilotti descrive l’orrenda pagina dell’esodo degli istriani nel bel mezzo del secondo conflitto mondiale.

“Siamo partiti in un giorno di pioggia / cacciati via dalla nostra terra / che un tempo si chiamava Italia / e uscì sconfitta dalla guerra / Hanno scambiato le nostre radici / con un futuro di scarpe strette / e mi ricordo faceva freddo / l’inverno del ’47”

Foto di Franco Giordani

Dopo la recitazione della poesia Credo, il trio esegue una versione molto toccante di Lo chiederemo agli alberi e il pubblico canta assieme a Simone, che a volte imbraccia la chitarra classica accompagnandosi, fondendo magistralmente i suoni con gli altri musicisti. Il concerto si avvia verso la conclusione con una serie di altre perle. Un omaggio a Sergio Endrigo, la lettura della poesia Io ringraziare desidero di Mariangela Gualtieri, l’esecuzione dei brani C’è tempo di Fossati, Studentessa universitaria, La prima volta che sono morto,  Insegnami precedono il gran finale con Ti regalerò una rosa e la splendida Abbi cura di me.

I calorosi applausi di un pubblico che ha seguito parola per parola e nota per nota l’intero show inducono il cantautore romano a ripresentarsi sul palco per un bis con tanto di dedica a Charlie Chaplin. Come auspicato da Simone Cristicchi, chi ha assistito allo spettacolo può tornare a casa con un tocco di leggerezza in più.

Grazie Simone, abbiamo bisogno di bellezza e, oserei dire, a di grazie e misura, in questo momento piuttosto difficile. Grazie di aver illuminato il Mittelfest.

© Comunicato stampa