Dopo il successo della prima rappresentazione assoluta de “La Morteana” di Pasolini per la regia di Massimo Somaglino con Arearea compagnia di danza contemporanea, la rassegna Lùsignis si congeda con “Addio a Casarsa”. Ultimo evento per l’edizione autunnale che ha riacceso luoghi e pensieri pasoliniani in un percorso culturale, artistico e territoriale. Sabato 20 novembre nella sala d’aspetto della II classe della Stazione di Casarsa della Delizia, alle ore 18.00, musica e parole racconteranno l’addio, che solo a volte è seguito dal ritorno. Franco Giordani (chitarra e voce), Alessandro Turchet (contrabbasso) e Klaus Martini (voce narrante) porteranno in scena storie di vita, radici e personaggi dimenticati in uno scenario inconsueto e suggestivo. La Stazione di Casarsa, in funzione dal 1855 e integralmente ricostruita dopo i bombardamenti del secondo conflitto mondiale, oggi unico nodo di raccordo pordenonese tra la linea Udine-Venezia e la linea Trieste-Venezia, ospiterà l’ultimo evento della rassegna. Una storia di addii, partendo da quello di Vincenzo Colussi che salutò Casarsa per unirsi a Napoleone. La poesia “Il soldat di Napoleon”, nata dai racconti orali della madre di Pasolini, Susanna Colussi, venne musicata da Sergio Endrigo: «Addio, addio Casarsa, vado via per il mondo / lascio il padre e la madre, vado via con Napoleone» (da La meglio gioventù, 1954). Sabato verrà eseguita una versione inedita del brano. Arrivi, addii, partenze. Durante la Grande Guerra il soldato Carlo Alberto Pasolini giunse a Casarsa, dove conobbe Susanna Colussi, che poi, nel 1950, abbandonò insieme al figlio il paese friulano su un treno: «Il rapido della decisione più importante della mia vita, quello che in una specie di fuga, sotto la coltre di neve che copriva tutto il Friuli, ha portato me e mia madre a Roma». L’evento è stato realizzato in collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana. Sabato 20 novembre sarà inoltre possibile visitare, dalle 14.00 alle 17.00, la chiesa di San Floriano a San Giovanni di Casarsa, risalente al XV secolo.

comunicato stampa