Teatro Verdi di Pordenone – Comune di Pordenone

OGGI, LUNEDÌ 6 MAGGIO, A PORDENONE UNA DELLE PIÙ GRANDI DIVE DELLA LIRICA DI TUTTI I TEMPI, IL SOPRANO TEDESCO EDDA MOSER, RITIRA IL “PREMIO PORDENONE MUSICA” 2019

IN OCCASIONE DELLA PREMIAZIONE, L’ESECUZIONE IN ESCLUSIVA NAZIONALE AL TEATRO VERDI DELL’IMMENSA “NONA SINFONIA” – PRELUDIO ALL’ANNIVERSARIO BEETHOVENIANO DEL 2020 – DA PARTE DELL’ORCHESTRA DELLA RADIOTELEVISIONE SLOVENA. ALLA DIREZIONE UNA DELLE BACCHETTE PIÙ RICHIESTE A LIVELLO INTERNAZIONALE, IL MAESTRO ANDREAS SPERING
«La voce è un dono, ma da sola non basta: bisogna esercitarsi, esercitarsi e ancora esercitarsi. E fare sacrifici continui. La vita dedicata al canto è una vita di grandi rinunce, di molto studio e tanta umiltà. Solo l’acclamazione del pubblico dopo un’esibizione riesce a ripagarti di tutto». Con una bellezza e un fascino ancora intatti, il soprano tedesco Edda Moser, diva tra le più grandi di tutti i tempi, vera e propria icona della lirica mondiale, ha così sintetizzato oggi a Pordenone in occasione della V edizione del “Premio internazionale Pordenone Musica” una carriera che l’ha vista trionfare sui più grandi palchi di tutto il mondo.
«Un’artista deve sapere quand’è il momento di smettere», e lo sapeva bene la signora Moser che si è ritirata al culmine della carriera, dedicandosi da subito all’insegnamento e alla formazione dei più giovani, “mission” a cui è specificamente dedicato il Premio pordenonese – nato su iniziativa del Teatro Verdi come riconoscimento ad artisti, didatti e musicologi che dedicano la loro attività alle nuove generazioni – che nel suo palmarès vanta già protagonisti del calibro di Piero Rattalino, Quirino Principe, Salvatore Sciarrino e Alfred Brendel e adesso si arricchisce di una nuova stella.
Figura di assoluto rilievo nel panorama musicale mondiale e dagli anni Ottanta docente in accademie e masterclass a livello internazionale, la berlinese Edda Moser ha debuttato giovanissima con Herbert Von Karajan al Metropolitan di New York ne “Il flauto magico” di Mozart come “Regina della Notte”, interpretazione che l’ha resa subito famosa in tutto il mondo e che è stata inserita nel Golden Record, il disco con alcune delle più alte testimonianze della civiltà umana lanciato in orbita nel 1977 a Cape Canaveral con la sonda Voyager.
La giornata pordenonese di Edda Moser è iniziata in mattinata nel Municipio di Pordenone con il conferimento del Sigillo della Città alla presenza del Sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, del Presidente del Teatro Verdi Giovanni Lessio e del consulente musicale del teatro Maurizio Baglini.
Atteso alle 18.00 l’incontro-intervista “Una Regina tra le stelle” con la conduzione di una voce storica di Rai Radio3, Enrico Stinchelli, (sala Spazio Due del teatro), mentre la consegna ufficiale del “Premio Pordenone Musica” è fissata alle 20.45 al Teatro Verdi. Una cerimonia che sarà suggellata dall’esecuzione in esclusiva nazionale della SINFONIA n. 9 di Ludwig van Beethoven da parte dell’Orchestra Sinfonica della Radiotelevisione Slovena, diretta per l’occasione da una delle bacchette più richieste a livello mondiale, Andreas Spering.
Massimo monumento della musica di ogni tempo, l’esecuzione della Nona Sinfonia, Opera sublime che ha un impatto storico politico oltre che emozionale – non a caso Bernstein la diresse a Berlino per celebrare la caduta del Muro – farà da preludio all’anniversario beethoveniano del 2020, i 250 anni dalla nascita del compositore tedesco che tutto il mondo si accinge a festeggiare. «Sarebbe astato più agevole attendere il prossimo anno, ma credo sia compito di un Teatro anticipare i tempi. Portare qui questo concerto è stata un’operazione molto complessa, a cui abbiamo lavorato tre anni» ha spiegato il consulente artistico musicale Maurizio Baglini. «Un concerto nato appositamente per il Verdi che offre un’occasione rara per ascoltare questo immenso capolavoro in una giornata che celebra anche un altro, vivissimo ricordo: quello del terremoto del Friuli del 6 maggio 1976, ricorrenza che risuona ancora alta nella memoria collettiva, una ferita mai del tutto rimarginata».

comunicato stampa