XX EDIZIONE DELLA MOSTRA DI PITTURA LA BELLEZZA PER LA BONTÀ – L’ARTE AIUTA LA VITA
Dal 9 novembre 2019 nella sede della Comunità Greco-Orientale di Trieste
Dopo il successo dell’esposizione al Castello di Duino, riapre sabato 9 novembre alle ore 11nella sede della Comunità Greco-Orientale di Trieste(riva 3 novembre 9) la XX edizione della mostra d’arte intitolata La bellezza per la bontà, l’arte aiuta la vita, organizzataa favore del Premio alla Bontà Hazel Marie Cole, istituito da Aldo e Donatella Pianciamore, e curata dall’architetto Marianna Accerboni, che introdurrà l’esposizione.Alla rassegna, visitabile fino all’18 novembre e accompagnata da un esaustivo catalogo, prendono parte 34 artisti tra pittori triestini, di altre città italiane e stranieri (orario 11 – 13 e 17 – 19/info 335 6750946).
EspongonoAlda Baglioni, Paolo Barducci, Nadia Bencic, Diana Bosnjak Monai, Valerie Bregaint, Alessandro Calligaris, Paolo Calvino, Giorgio Cappel, Nora Carella, Luisia Comelli, Bruna Daus Medin, Elsa Delise, Fulvio Dot, Annamaria Ducaton, Carla Fiocchi, Silva Fonda, Carolina Franza, Holly Furlanis, Paolo Guglielmo Giorio, Paola Martinella, Marta Potenzieri Reale, Alice Psacaropulo, Claudia Raza, Svyatoslav Ryabkin, Angelo Salemi, Mirella Schott Sbisà, Carlo Sini, Erika Stocker Micheli, Roberto Tigelli, Fabrizio Vascotto, Valentina Verani, Meri Zanolla, Livio Zoppolato, Serena Zors.
Bontà e bellezza – scrive Accerboni -s’intrecciano in questa iniziativa, che premia la generosità e l’altruismo nel ricordo di Hazel Marie Cole, straordinaria figura di mecenate inglese, la quale fece di tali doti il proprio stile di vita. Al di là del precipuo fine benefico, la rassegna ha il pregio di riassumere attraverso una serie di opere realizzate secondo tecniche diverse – dalla pittura a olio, all’acrilico, alla tecnica mista, alla tempera; al collage, al gesso, all’acquarello, al pennarello, al pastello su carta; al disegno e all’incisione – un panorama attraente e variegato del lessico artistico contemporaneo a Trieste, in Italia e all’estero.
Approfondimento
Bontà e bellezza – scrive Accerboni – s’intrecciano in questa iniziativa, che premia la generosità e l’altruismo nel ricordo di Hazel Marie Cole, straordinaria figura di mecenate inglese. La rassegna, alla ventesima edizione, riassume attraverso le opere di 34 artisti, realizzate secondo tecniche diverse, un panorama attraente e variegato del lessico artistico contemporaneo a Trieste, in Italia e all’estero.
Gli autori presenti seguono per la maggior parte due orientamenti: i più sono orientati a un’interpretazione della realtà arricchita da suggestioni oniriche, fantastiche, simboliche, metafisiche e surreali, altri seguono il filone narrativo della figurazione tradizionale. Al primo appartiene la fantasia senza confini di un’artista e poetessa poliedrica e in continua evoluzione come Serena Zors, che ricrea un mondo dolcemente surreale e del tutto personale, trasfigurando la realtà in un sogno intriso di colori fantastici per sfuggirne le negatività. Un intenso fantasticare caratterizza anche il linguaggio di Paolo Barducci: un universo di notevole appeal e modernità,arricchito da luminosi collage. Di questa sezione immaginifica fa parte anche la raffinata pittura di Fulvio Dotche testimonia in modo attuale e personale la sontuosa bellezza della Serenissima, sospesa tra fini applicazioni in foglia d’oro e “strappi” contemporanei, che alludono al concettuale. Alla figurazione fantastica e onirica fa capo anche il pittore ucraino Svyatoslav Ryabkin, che dipingecon la consueta apprezzabile tenerezza, in questo caso attraverso il personaggio di Pinocchio, uno stato d’animo comune a tanti esseri umani, quando dal sogno dell’infanzia devono affrontare la realtà. Protagonista è anche Silva Fonda, che affronta in modo personalissimo il fascino a volte spettrale del Carso mentre Paolo Guglielmo Giorio interpreta il concetto dell’onirico affidandosi a un mix materico di acrilico, smalto e vetroresina con cui compone un “Bagliore” surreale di fascino.
Fortemente evocativa e al di fuori dei consueti schemi della figurazione narrativa è Alice Psacaropulocon due angeli appartenenti al suo noto ciclo sul tema. Di grande fascino e libertà, sempre rientrante nel filone fantastico, è l’agile scultura bronzea del siciliano Angelo Salemi. E il corpo di una modella, nelle cui forme s’intrecciano i pensieri e le ferite di una vita, ci conduce all’espressionismo puro, figurativo, di Erika Stocker Micheli, austriaca attiva da decenni in Italia, che ha saputo creare un’interessante liaison tra l’avanguardia del paese d’origine e il nostro. Libertà espressiva e stupore verso ciò che ci circonda sono declinati, sempre attraverso il lessico espressionista, con equilibrio e originalità dal triestino Roberto Tigelli, ormai noto a livello internazionale. Espressionista convinta è pure Nora Carellacon un’opera dipinta in tarda età con l’energia di una neofita, che abbandona la figurazione tradizionale per approcciare un nuovo mondo.
Un’intensa sintesi rappresenta il codice pittorico di Bruna Daus Medin, capace di legare in modo fluido con rapidi e convincenti tratti un angelo luminoso e coinvolgente. Intensi e vibranti, quasi drammatici, appaiono invece i fiori dipinti con generose pennellate di tempera da Annamaria Ducaton. Ed ecco Luisa Comelli Luisaffrontare la materia in un’intensa natura morta di fiori, in cui traluce l’animo delicato e forte dell’artista. Cromaticamente simile ma concettualmente diversa, è l’opera di Fabrizio Vascotto, connotata da un intenso dinamismo astratto. E all’astrazione guarda anche la pittura di Alda Baglioni, milanese che da anni persegue un’interessante ricerca condotta ora sulla soglia di un’astrazione espressa attraverso il combine painting. Un’affine libertà compositiva incontriamo quindi nell’“Estasi” di Paolo Calvino, poliedrico artista siciliano che, nel dinamico sentire cromatico della sua morbida gestualità, ci conduce verso l’informale. A tale opera, per la dinamica finezza cromatica e la verve pittorica accostiamo il lavoro della friulana Paola Martinella, particolarmente interessante per l’energica bellezza che genera.
Il viaggio nella poetica espressionista prosegue conla francese Valérie Brégaint, che con sensibilità concettuale dipinge elementi simbolici e allusivi all’immagine, come sogni leggeri sospesi tra gestualità, segno, materia e delicato cromatismo. E la forza espressionista si stempera quindi nella controllata e poetica energia creativa della cividalese Claudia Raza, che sa sempre porgere al fruitore una lezione di buona pittura, attraversata dalla luce. A questa ricca interpretazione del paesaggio fanno da contrappunto le eleganti, raffinate architetture sospese di Elsa Delise, che per il suo talento si è meritata nel corso del tempo prestigiosi riconoscimenti. Un paesaggio speciale è poi quello della goriziana Mery Zanolla, che compone un’originale ”Città madre”, in cui sottilmente scivolano echi futuristi e un concetto di tessitura dell’immagine di brillante esecuzione.
Il filone espressionista procede con la pregnante figurazione di Diana Bosnjak Monai.Nata a Sarajevo e laureata in architettura a Zagabria, valente scrittrice, disegna a china con il consueto talento una delle più famose e monumentali icone giapponesi, il Grande Budda della città di Kamakura.
Il percorso si chiude con una serie di opere dalla narrazione pittorica tradizionale. A partire dal delizioso e poetico, pur nella sua solidità, “paesaggio domestico” di Mirella Schott Sbisà, pittrice triestina ben nota anche per la tenace conduzione, dopo la morte del marito Carlo, della Scuola Libera dell’Acquaforte. Incontriamo quindi il luminoso paesaggio firmato dal triestino Alessandro Calligaris, un affascinante Novigrad immersa nella luce lunare, al delizioso porticciolo greco di Nadia Bencic, alla delicata visione naive di Giorgio Cappele a quella intimistica e neoromantica della monfalconese Carla Fiocchi. Per approdare al Castello di Duino di Carlo Sini ealla sapiente veduta lagunare animata dal silenzio e dalla luce di Livio Zoppolato.
Nell’ambito della natura morta Marta Potenzieri Realepresenta una composizione di grandi gigli viola su sfondo scuro, disegnati con chine indiane e dipinti con polveri indiane secondo la tecnica Zen, guardando e quindi interiorizzando il fiore per poi disegnarlo senza osservare l’opera in fieri ma solo il soggetto, colorato quindi con scelte cromatiche non reali ma di fantasia. Sempre con grazia si esprime poiHolly Furlanis, nelle sue delicate e gioiose interpretazioni della natura.
Un unicum per originalità e grazia è rappresentato dall’icona contemporanea della pittrice triestina Carolina Franza, formatasi a Firenze alla scuola di Luisa del Campana e con Tommaso Palamidessi e Alessandro Benassai. Un’artista che sa introdurre nell’antico mondo dell’icona, con grande personalità e sempre con rinnovata fantasia e grazia, il concetto del contemporaneo, senza tuttavia tralasciare la tradizionale tecnica antica.
Divertente e inatteso quanto esuberante come il temperamento dell’artista, appare infine il vivacissimo collage della triestina Valentina Verani, dedicato al calcio. Erede del maestro Milko Bambiç, – conclude Accerboni -la pittrice si è formata al French College of the Performing Arts di New York e ha esposto a livello internazionale.
DOVE / QUANDO / ORARIO:
Sede della Comunità Greco-Orientale di Trieste(Riva 3 Novembre, 9): 9 – 18 novembre 2019 / orario tutti i giorni ore 11 – 13 / 17 – 19
CATALOGO:sì
A CURA DI:Marianna Accerboni
INFO:3356750946
comunicato stampa