La mostra organizzata dal CRAF sarà visitabile nella chiesa di San Lorenzo dal 24 maggio all’8 settembre 2024
Il destino dei luoghi: Genius Loci di Vincenzo Labellarte in mostra a San Vito al Tagliamento
Pugliese di nascita ma friulano d’adozione, Labellarte ha vinto il premio per un Autore regionale conferito dal CRAF nell’ambito della 38ma edizione di Friuli Venezia Giulia Fotografia
La Puglia, Roma, il Friuli: tre luoghi d’elezione, tre racconti per immagini di paesaggi in divenire, plasmati e trasformati dalla mano dell’uomo. Parte da qui il percorso che l’architetto e fotografo Vincenzo Labellarte compie in Genius loci, seconda mostra organizzata dal CRAF nell’ambito della 38ma edizione della Rassegna Friuli Venezia Giulia Fotografia
L’esposizione, accolta nella chiesa di San Lorenzo a San Vito al Tagliamento (PN) e realizzata in collaborazione con Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di San Vito al Tagliamento, il sostegno di Fondazione Friuli, il contributo di Banca 360 FVG e il Patrocinio dell’Università di Udine, aprirà i battenti venerdì 24 maggio (inaugurazione alle ore 18) e sarà visitabile fino all’8 settembre 2024.
Architetto, pugliese di nascita ma friulano di adozione – vive a Spilimbergo dal 2014 – Vincenzo Labellarte si è aggiudicato il premio per un Autore Regionale del Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia. Genius Loci ripercorre attraverso 3 sezioni e 56 fotografie di grande formato i luoghi cardine che hanno segnato il percorso umano e professionale di Labellarte – il Friuli, terra nella quale ha scelto di vivere, Roma dove si è formato, la Puglia, terra in cui è nato e cresciuto – ma che prima di tutto raccontano le trasformazioni subite per mano dell’uomo.
“Genius Loci secondo la definizione dell’architetto e teorico Christian Norberg-Schulz è l’insieme delle caratteristiche socio-culturali, architettoniche, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un luogo, un ambiente, una città – sottolinea Labellarte -. La ricerca dei caratteri di un territorio è sempre stata per me il modo più naturale per conoscere ed entrare in relazione con quel luogo e i suoi abitanti. Caratteri di tipo storico, oggettivamente riconosciuti, ma anche soggettivi, legati ai ricordi e alle storie individuali.”
Si inizia proprio dal Friuli occidentale e in particolare della zona di San Vito al Tagliamento dove Labellarte ha cercato di conoscere un territorio attraverso il mezzo fotografico scoprendo un paesaggio con luci e spazi diversi dove il rapporto tra memoria e luoghi, anche quelli dimenticati, risulta sempre presente.
Ci addentriamo quindi nella Roma notturna, capitale sotto assedio costante delle gru in una caotica epidemia di cantieri, osservata in particolare da uno dei suoi quartieri più popolari, la Garbatella. Infine, la luce tagliente del sud che risplende nella Puglia natia, dove risalta la progressiva sostituzione del tessuto urbano storico da parte di quello contemporaneo e l’insieme di ricordi ed emozioni che legano l’autore a quei luoghi.
L’esposizione è supportata da un volume curato da Alvise Rampini e Walter Criscuoli.
Nato Bari nel 1974, nei primi anni di università inizia a studiare fotografia, sviluppo e stampa in camera oscura. Successivamente si trasferisce a Roma dove completa gli studi in Architettura e approfondisce lo studio della fotografia documentaria, focalizzando l’attenzione su progetti a lungo termine.
Attraverso i suoi studi di architetto e fotografo, sviluppa un interesse per la rappresentazione del paesaggio urbano e lo studio del territorio, in particolare per le ricerche sul paesaggio americano del movimento New Topographics e per i lavori dei fotografi della scuola di Düsseldorf e della scuola italiana di paesaggio.
Il suo percorso di ricerca si concretizza inizialmente in una trilogia di progetti, pubblicati ed esposti a Roma, Reggio Emilia e Torino, che ritraggono segni e criticità di una Roma raccontata nella sua dimensione notturna: Assedio (2013), Omnia Mutantur (2016) e Garbatella 100 (2020).
Credendo nel valore della condivisione di idee, ha promosso e partecipato a progetti collettivi come l’esposizione Niente da Vedere del 2015, in cui quattro fotografi hanno raccontato la loro idea di quotidianità urbana, e Lìmine – Guida ai limiti di una città, progetto sul concetto di confine territoriale, curato da Massimo Siragusa e pubblicato come libro nel 2017.
Collabora e pubblica con il settimanale l’Espresso, AR Magazine – Rivista dell’Ordine degli Architetti di Roma e Int/Ar Journal, della Rhode Island School of Design. Nel 2014 si trasferisce a Spilimbergo, dove inizia una serie di ricerche personali sul territorio friulano e si occupa di didattica attraverso laboratori di tecnica e linguaggio fotografico.
Dal 2018 documenta le mostre antologiche di Paolo Pellegrin a Roma, Amburgo, Torino e Venezia. Attualmente si occupa di fotografia museale collaborando con il Museo MAXXI di Roma e prosegue il suo lavoro nell’ambito della fotografia di architettura e del territorio.
VINCENZO LABELLARTE – GENIUS LOCI
San Vito al Tagliamento – Chiesa di San Lorenzo
dal 24 maggio al 1° settembre 2024
orari mostra: sabato e domenica 10.30-12.30 / 15.30-19.00
per informazioni: info@craf-fvg.it
comunicato stampa