Inizia col botto la XXIX edizione di Udin&Jazz …ops! Grado Jazz due settimane di sole, jazz e divertimento come recita lo strillo in locandina. Come ha detto il Capitano del vapore Giancarlo Velliscig, sotto le mentite spoglie della nuova denominazione c’è sempre la solita vecchia pellaccia del festival che l’associazione Euritmica, nel corso di tre decenni d’impegno musicale e civile, ha saputo portare all’eccellenza. Infatti, è per l’assoluta qualità delle proposte musicali tra le rassegne più importanti d’Italia insieme a Umbria Jazz e a Berchidda Time in Jazz.

Lo testimonia, anche quest’anno, il cartellone ricchissimo di stelle di prima grandezza come i King Crimson di Robert Fripp, Gonzalo Rubalcaba, Paolo Fresu, Robben Ford, Snarky Puppy e via di seguito. Per la delizia degli appassionati però sono presenti anche altri eccellenti musicisti magari meno noti al grande pubblico ma di straordinario valore che la rassegna sa valorizzare, in una lunga teoria di eventi che interessano molte località della regione.

Come si dice: Chiusa una porta si apre un portone; così nell’attesa che anche il capoluogo del Friuli possa tornare ad ospitare, in un prossimo futuro, gemme così splendenti, non resta che godere del meraviglioso e succulento banchetto imbandito da Euritmica sulle tavole di Grado Jazz.

Si è cominciato piuttosto lontano dalla perla della laguna ma in un’atmosfera davvero solare e divertente. Le note di Birdland dei Weather Report hanno salutato l’esibizione del Nuvoices “Milestones” Project capitanati da Rudy Fantin.

L’ensemble composto da 16 coristi, chitarra, basso, batteria e due tastiere ha un impatto sonoro decisamente importante e sontuoso ed ha riempito delle sue good vibrations l’accogliente teatro Garzoni di Tricesimo (UD) ormai tradizionale tappa iniziale della rassegna. A colpire il pubblico fin da subito è stato l’entusiasmo e l’allegria contagiosa dei musicisti e del coro. La loro gioia spumeggiante ha reso ancora più efficace e sentita l’esecuzione dei brani tutti splendidamente arrangiati dallo stesso Fantin, esperto nocchiero del felice bastimento.

Il menu della serata prevedeva soprattutto deliziosi dessert, una variegata scelta di sorbetti e gelati sonori rinfrescanti e veramente adatti al caldo estivo di una notte d’inizio estate. Senza soluzione di continuità e quasi senza un attimo di respiro, l’inarrestabile ensemble ha fatto simbolicamente salire gli spettatori sul suo rapidissimo Night Train fatto di una teoria di brani tra soul, easy jazz, funky, gospel ma anche da il meglio del pop anni ‘80; da alcune hit dei Queen (Somebody to Love, Bohemian Rhapsody) a Power of Love di Huey Lewis and the News direttamente dalla colonna sonora di Back To The Future e poi Tina Turner (The Best) George Michael (Freedom) e poi ancora Boston (More Than a Feeling) Bruno Mars (Uptown Funk) e altri ancora. Un sentito omaggio a Stevie Wonder, con il quale il coro a collaborato per alcuni concerti (Verona, Locarno) è stata la celeberrima canzone Don’t You Worry ‘Bout a Thing nella versione degli Incognito.

Davvero toccante l’esecuzione del gospel Faith di Andrè Crouch e dell’arrangiamento della sonata op.26 in La be molle di Beethoven, interpretato dalle splendide voci delle soliste del coro che si alternavano al microfono.

Una preziosa collaborazione con la cantante israeliana Noa ha permesso all’ensemble di regalare al pubblico la propria versione dell’Ave Maria di Bach-Gunod cui Noa ha aggiunto un testo molto significativo e struggente in un intrecciarsi di rimandi davvero suggestivo ed emozionante.

L’ultimo brano Via di Claudio Baglioni ha preceduto i generosi bis che il pubblico ha salutato con calorosi applausi trascinati dall’energia sprigionata dalle voci e dalle note di questi ottimi interpreti che sanno divertire e convincere.

Per restare in tema di frasi fatte: Se il buon giorno si vede dal mattino questa sarà un’altra meravigliosa edizione di Grado Jazz by Udin&Jazz e allora…buongiorno a tutti!

© Flaviano Bosco per instArt