La serie TV Tenente Colombo ha tratto origine dal testo teatrale Prescription: Murder, scritto nel 1962 da William Link e Richard Levinson. A partire dal 1971 Peter Falk interpretò il ruolo dell’investigatore di polizia che lo avrebbe reso celebre in tutto il mondo (in quell’occasione per la regia di Steven Spielberg), fino all’ultimo episodio del 2003. Sono notevoli le particolarità della figura di Colombo: è molto legato alla moglie, che nomina continuamente ma che non compare mai, neanche in foto. Colombo è apparentemente innocuo, goffo e maldestro ma è dotato di una singolare acutezza. Adotta un sistema investigativo contraddistinto da un impegno ostinato, maniacale, attento a ogni particolare che consente sempre, alla fine, di smascherare gli autori dell’assassinio. L’aspetto trasandato, l’occhio di vetro, l’impermeabile sgualcito, l’auto sgangherata e fuori moda – una Peugeot 403 del 1959 – la scena del delitto anticipata, l’esasperazione degli assassini di fronte alla furbizia e alle geniali intuizioni dell’accusatore sono elementi che hanno reso il personaggio di Colombo unico nel genere.

La trama dello spettacolo andato in scena al Teatro Nuovo di Gradisca d’Isonzo lo scorso 7 novembre – Tenente Colombo – Analisi di un omicidio –  può essere definita “un classico” ed è tratta proprio dal testo originario citato, adattato per l’occasione da David Conati e Marcello Cotugno, quest’ultimo anche regista. Lo spettacolo è stato preceduto da una breve presentazione della Stagione teatrale del Direttore artistico di Artisti Associati Walter Mramor, affiancato dal Sindaco di Gradisca d’Isonzo Linda Tomasinsig.

Siamo agli inizi degli anni ‘60. Il dott. Fleming, psichiatra di successo di Los Angeles (interpretato da Pietro Bontempo), stanco della propria vita matrimoniale con Claire, una donna facoltosa (interpretata Sara Ricci) pianifica assieme alla giovane amante Susan Hudson, un’attrice televisiva (Samuela Sardo) l’assassinio della compagna. L’indagine di Colombo (interpretato da Gianluca Ramazzotti), come da copione, si focalizza sull’obiettivo primario: smascherare l’alibi degli autori del crimine. Un particolare apparentemente insignificante diviene per Colombo di fondamentale importanza. L’adattamento teatrale del testo è articolata in due scenari principali: lo studio di Fleming e la sua abitazione. Tutto inizia con la classica scenata di gelosia della fragile Claire, che non trova impreparato il marito psichiatra. Quest’ultimo – come tutti gli autori dei delitti della serie – ostenta una grande sicurezza, ha studiato il piano criminoso nei minimi particolari: nessun indizio potrà essere indirizzato a suo carico. A sorpresa, Fleming propone alla moglie una vacanza romantica ad Acapulco, una vera e propria trappola, un’alibi perfetta, a suo vedere. Si sente in una botte di ferro, lo psichiatra. L’amante e complice Susan, al contrario, è impaurita, esitante, nervosa.

Le interpretazioni di Sara Ricci e di Samuela Sardo sono molto convincenti, come quelle degli altri attori, peraltro. Il delitto, quindi, viene pianificato e eseguito con la massima minuzia ma, come sempre, ci sarà qualche piccolo particolare trascurato. Dettagli insignificanti che si riveleranno pesanti come macigni. La comparsa di Colombo – Ramazzotti ha un forte effetto comico. Il Tenente pone domande scrutando a fondo le reazioni dei sospettati; osserva i personaggi con attenzione estrema. Ogni minimo movimento, uno sguardo, una risposta affrettata, diventano armi micidiali. Particolari come il peso di una valigia, un vestito mandato in tintoria, un paio di guanti bianchi, il segno di un tacco a spillo su un tappeto, un pacco di riviste, sono muri invalicabili dove gli autori del crimine vanno a schiantarsi.

Colombo, accompagnato dal suo cane (non abbiamo trovato un accordo, io e mia moglie, non sapevamo che nome mettergli, allora lo abbiamo chiamato semplicemente “cane”) offre una chiave di lettura a Fleming in maniera semplice e diretta. Seppur dotati di grandi doti intellettive e di scaltrezza, gli assassini restano comunque dei dilettanti: “Noi poliziotti, invece, anche se non siamo molto bravi, abbiamo tanta esperienza”. Il primo atto si conclude con grandi segni di impazienza dell’assassino, ben interpretato dal bravissimo Pietro Bontempo, al quale sono stati affidati gran parte dei dialoghi. La seconda parte si apre con l’implorazione rivolta all’amico Procuratore, Dave. Colombo lo sta distruggendo. Lui è affranto per la morte della moglie, non dorme più, è distrutto emotivamente. Questo Tenente – addirittura – lo ha posto in primo piano come sospettato. La scena è tragicomica e si ripete spesso nelle vicende della fortunata serie televisiva. “Quell’uomo – dice Fleming al Procuratore – gira in tondo come un pesce in un vaso”.

Colombo sferra l’attacco decisivo. La messa in scena finale smaschera definitivamente le bugie dell’assassino, gettando Dave – magistralmente interpretato da Nini Salerno – in uno stato di totale incredulità. Uno spettacolo ben strutturato con un cast di prim’ordine. Gli applausi, lunghi e sinceri, sono stati la giusta ricompensa agli attori e agli autori di questa rappresentazione teatrale, che ha messo in evidenza anche ottime soluzioni scenografiche. Un particolare plauso va riservato a Gianluca Ramazzotti; il suo Colombo non è una imitazione, ma una reinterpretazione molto efficace e ben riuscita.