Oltre lo schermo del cinema si nascondono altrettante espressioni artistiche ed esperienze, sociali, artistiche e più genericamente di impatto culturale che è necessario diffondere per far sì che l’esperienza cinematografica non si fermi appunto al grande schermo della sala, ma che sia raccontata nel suo lato nascosto a quanto più pubblico possibile.
“Oltre lo schermo” invade quindi i capoluoghi di provincia della regione: Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone e a partire dal giugno 2024 e per un mese trasforma gli spazi pubblicitari denominati “Jumbo” (6x3mt) in veri e propri spazi espositivi. I manifesti rimarranno fruibili almeno fino alla metà luglio in tutte le località
Gli artisti che espongono in questo mese sono 4: CLET, ENRICO POLICARDO, KRISTIAN STURI, GIANLUCA BRACCINI.
CLET (Bretagna, 1966) è un’artista francese che da anni vive ed opera in Italia, celebre per la sua sticker art, tipologia di street art che consiste nell’applicazione di adesivi sull’arredo urbano, nel suo caso prevalentemente sui cartelli stradali. L’artista lavora nel contesto urbano con installazioni su edifici e modifiche (sempre rimovibili) alla segnaletica stradale. Alla base del suo intervento c’è la volontà di una riappropriazione attiva degli spazi pubblici.
Il cartello stradale, simbolo di un’autorità indiscussa, espressione di obblighi, doveri e limiti, viene modificato sfatando una legalità intesa come religione assoluta. L’intervento artistico di Clet svela l’ “assoluto” e lo rende talvolta ridicolo o poetico, talvolta soffocante e totalitario.
Così facendo Clet opera secondo la sua filosofia di un Nuovo Umanesimo, opponendosi all’ asetticismo autoritario impersonale.
Il lavoro di Clet si trova nelle strade di moltissime città europee ed extraeuropee. A Gorizia Clet realizzerà l’opera “Cinema” sperimentando un nuovo medium che si discosta dalla abituale produzione artistica, realizzando un poster di 6x3m per un billboard pubblicitario e grazie all’invito di ANAC per Oltre lo schermo porta avanti il proposito di una riappropriazione degli spazi pubblici frequentemente inquinati da pubblicità non richieste, o messaggi che non ostruiscono solamente lo spazio visivo, ma molto spesso anche quello di pensiero. Per vedere l’artista CLET al lavoro ci si potrà recare dalla mattina del 1 luglio dalle 9:30 alle 17:30 in via Boccaccio a Gorizia.
ENRICO POLICARDO (Gorizia 1982) è un fotografo e artista audiovisivo con una produzione ampia e molto varia. Negli ultimi anni ha lavorato a progetti che ruotano intorno ai rifiuti, alla giustizia sociale, all’architettura e all’edilizia popolare. «Quando sono stato contattato dagli organizzatori» dice Policardo «e mi hanno comunicato il tema della mostra, la mia mente è andata subito a questa immagine. Ricordo quanto fui colpito all’epoca, mentre giravo per le strade di Srebrenica, ancora grezze e coperte di fori di proiettile su ogni singola superficie di ogni singolo edificio. Qualche mese fa ho avuto una conversazione con un collega fotografo. “Sono preoccupato”, mi ha detto. “La fotografia non significa più nulla. Tutto può essere tutto può essere simulato, falsificato, contraffatto. Anche i reporter di guerra dovranno tornare a scattare in pellicola. Altrimenti nessuno gli crederà, nessuno crederà che quello che stanno riprendendo è reale, che loro erano lì. Le riprese su pellicola sono la nostra ultima speranza per dimostrare che siamo ancora vivi” ». L’opera di Policardo è esposta a Pordenone in via Oberdan e a Trieste in via dell’Istria angolo via Baiamonti.
KRISTIAN STURI (Gorizia, 1983) è invece un artista contemporaneo di Cormons definito dal critico Daniele Capra “autore di grande produttività, non solo per l’intima necessità del Nulla dies sine linea (che Plinio il Vecchio attribuiva al pittore greco Apelle) condiviso da molti artisti ed intellettuali, ma probabilmente anche per una sua personale tensione/esigenza al piacere che trova motivazioni più recondite.” Le composizioni di Kristian Sturi hanno la forza delle opere che creano un Immaginario. Nei suoi lavori la materia prende forma secondo leggi differenti Da quelle ordinarie. Colori e qualità dei materiali svolgono la propria funzione In maniera perfettamente congruente, ma distante da ogni consuetudine. Semplici oggetti quotidiani sono messi in relazione e fatti
comunicare su piani Semantici differenti da quelli del senso comune, oltre lo spettro delle proprie Frequenze. La dissonanza tra l’apparente funzionalità di questi oggetti e l’impossibilità a Comprenderne l’utilità, li rende oggetti enigmatici. Enigmi che restano Indecifrabili, senza soluzione. Le opere di Kristian Sturi appaiono come mosse da un tocco divino che le Spinge a trascendere se stesse. L’opera di Sturi è a Trieste in via Visinada e a Udine in via Europa Unita presso la stazione dei treni.
GIANLUCA BRACCINI (Firenze 1996) usa come mezzo la pittura e la stampa calcografica prendendo spunto da immagini fotografiche storiche o paesaggistiche. Opera per lo più nel capoluogo toscano. Tra il 2023 e il 2024 partecipa a varie collettive tra le quali For Iran-Cambiamento è Resistenza a cura di Mohammad Fallahjuladi, Matteo Innocenti e Zoya Shokoohi nello spazio espositivi la Portineria di Firenze, Luci nel buio alla Strozzina di Palazzo Strozzi a Firenze e Second Life, tutto tona a cura di Marco Meneguzzo al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e nel cortile di Michelozzo di Palazzo Vecchio. La sua opera la si può vedere in via Duca d’Aosta a Gorizia e a Udine presso la Stazione

Segnaliamo inoltre che il 1 luglio alle 20:00 verrà inaugurata anche la mostra “L’onda lunga – Storia extra-ordinaria di un’associazione”, celebrativa dei 70 anni di ANAC. La mostra avrà luogo a Gorizia presso lo spazio Agoré (via Verdi 95).
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Il rapporto tra l’Anac e il Friuli Venezia Giulia, risale agli inizi degli anni ‘50 quando alcuni appassionati di cinema, tra i quali il regista Franco Giraldi e il critico Callisto Cosulich, si trasferiscono a Roma, probabilmente favoriti dalla presenza di Sergio Amidei, fondatore – insieme ad altri registi e sceneggiatori – dell’associazione, e animano nella Capitale un vivace confronto che non è solo artistico-culturale, ma anche politico. Non a caso la prima “casa madre” dell’ Anac si trova proprio in un appartamento di proprietà della Regione, il famoso “grottino” di via principessa Clotilde. L’attività di confronto e scambio tra le due realtà non
si interrompe mai e addirittura s’intensifica negli anni 2000 grazie a Francesco Cenetiempo, responsabile regionale dell’Anac, sceneggiatore e intellettuale di primissimo piano, scomparso nel 2022. È lo stesso Cenetiempo a favorire la ripresa delle relazioni con la città di Gorizia e il Premio Sergio Amidei.
Nel 2022 l’Anac nomina come nuovo referente regionale il regista Cristian Natoli e si fa promotrice di Via della creatività. Il progetto mira ad accogliere, tra luglio 2024 e marzo 2026, i creativi dell’arte del cinema.

Comunicato stampa