Foto Luca A. D’Agostino/Phocus Agency © 2013

“Europa. Le radici storiche di un presente complesso” è il titolo di un incontro organizzato dall’Accademia Europeista del Friuli Venezia Giulia in programma martedì 18 giugno al Kulturni dom di Gorizia.
Protagonista dell’evento sarà lo storico udinese, anche se da anni residente a Roma, Guido Crainz, già docente all’Università di Teramo, componente del comitato scientifico di vicino/lontano e della Consulta della Regione Fvg per la riabilitazione sulle fucilazioni sommarie della prima guerra mondiale.
Dialogando con il giornalista, Alex Pessotto, direttore dell’Accademia Europeista, Crainz presenterà il proprio libro “Ombre d’Europa”, uscito per la casa editrice Donzelli nel 2022 (pagg. 200, euro 19). Sottotitolo del testo è “Nazionalismi, memorie, usi politici della storia”. Le conclusioni saranno tratte da Claudio Cressati, presidente dell’associazione avente sede nel capoluogo isontino e docente all’Università di Udine.
L’ingresso all’incontro è libero e, al termine, non mancherà un brindisi.
“Come immaginare il futuro dell’Europa – si legge nelle note che accompagnano il testo – nel vivo delle tensioni che la attraversano e dopo un’invasione dell’Ucraina che l’ha costretta a interrogarsi ancora sulla propria ragion d’essere e sul proprio ruolo? E quale può essere l’impegno della cultura in questo scenario? È necessario interrogarsi a fondo sulle incrinature e sulle tensioni che avevano preso corpo già prima del 1989 e poi all’indomani di esso, nella difficile transizione dei paesi ex comunisti e nell’emergere – non solo in essi – di nazionalismi illiberali e antieuropei. Nazionalismi che portano la loro sfida su ogni terreno, con un massiccio e deformato uso politico della storia che inizia fin dai banchi di scuola. Talora un uso della storia come arma da guerra, come era stato nella ex Jugoslavia e come è nella Russia di Putin: strumento, qui, per legittimare politiche imperiali aggressive e costruito da tempo nella sostanziale disattenzione dell’Occidente. Casi estremi, ma analoga disattenzione ha riguardato le «politiche della storia perseguite dai governi sovranisti in Ungheria, in Polonia e altrove attaccando duramente chi vi si oppone. Per altri versi sembra pesare ancora «l’ombra del Muro, nel permanere di memorie incompatibili (o comunque di aree di reciproca estraneità e insensibilità: si pensi ai differenti modi di guardare alla Shoah e al Gulag). Se si esplorano le narrazioni pubbliche che segnano i differenti paesi è forte l’impressione che le dissonanze siano cresciute talora più delle sintonie, e che sia urgente invertire la tendenza. Che anche da questo dipenda il futuro dell’Europa. Questo piccolo libro vuole essere un sommesso grido di allarme e il richiamo a un impegno talora disertato”.

Comunicato stampa