“L’inestimabile tradizione del teatro italiano in “Sior Todero brontolon” di Goldoni con Franco Branciaroli diretto da Paolo Valerio, Claudio Magris – maestro della letteratura europea – con “Il vetro della clessidra” interpretato da Alessio Boni, il genio registico di Robert Wilson in “Pessoa”. Nella Stagione 2024-2025 il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia celebra i suoi 70 anni puntando in alto, a iniziare dagli spettacoli di produzione, cuore dell’attività. Ma declina al meglio tutta la sua proposta, espressa in 80 titoli, generi e linguaggi diversi: la Prosa e la Scena Contemporanea (SlowMachine, Piccola Compagnia della Magnolia), il Musical con titoli internazionali (da “Les Misérables” a “Come from away”, a “Anastasia”) e la Danza (“Alles Walzer” di Renato Zanella). Poi i recital, la musica, il teatro per i più piccoli… Un intreccio di energie, intuizioni, contaminazioni per emozionarsi e riflettere, divertirsi e crescere assieme, attraverso le parole di autori classici o attuali che grandi artisti – Sonia Bergamasco, Filippo Dini, Cristiana Capotondi, Simone Cristicchi, Sergio Rubini, Galatea Ranzi, Lino Guanciale… – rendono vive”.

Nella Stagione 2024-2025 si festeggiano i 70 anni del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: uno fra i primi ad essere fondati e – la coincidenza è significativa – proprio nel 1954, a poche settimane dal ritorno di Trieste all’Italia. Un doppio Settantennale che sarà in più modi celebrato, durante i prossimi mesi come anche l’appuntamento di GO!2025.

Un compleanno dunque importante, che allo Stabile si vive “felici di ieri e proiettati verso il domani”. Lo Stabile può guardare infatti con orgoglio alla propria storia e al presente: all’esperienza consolidata e alla qualità artistica crescente, alle collaborazioni con artisti di prestigio, alla forza del rapporto con un pubblico – colto, aperto, dialogante – che dopo le complesse stagioni di sospensione, ha incrementato entusiasmo e fidelizzazione.

Ma è un compleanno che soprattutto induce il direttore Paolo Valerio e tutto lo staff a guardare con fiducia e fantasia al futuro, lavorando su linee nitide e forti basi culturali, alla progettualità delle produzioni e alla programmazione, aprendosi alla novità e alla ricerca, investendo sulla formazione di giovani artisti e degli spettatori. E puntando sugli stimoli offerti da un territorio ricco di cultura in cui radicarsi, ma aperto al mondo: un invito ad avviare operazioni di ampio respiro e a confrontarsi sempre più con il panorama internazionale.

Il futuro inizia l’1 ottobre, con “Sior Todero brontolòn” di Carlo Goldoni interpretato da Franco Branciaroli e diretto da Paolo Valerio, per partire, sorridendo, dalle fondamenta dell’inestimabile tradizione teatrale italiana. Sarà sua l’inaugurazione di una Stagione che procederà poi fra classici e contemporanei, fra prestigiose operazioni e anteprime internazionali e contaminazioni, attraversando più di 15 produzioni e 80 titoli di Prosa, Scena Contemporanea, Musical, Danza, recital, eventi… Una programmazione ricca e poliedrica che connota l’unicità del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Il programma della Stagione 2024-2025 è stato presentato al Politeama Rossetti nel corso di una conferenza stampa, martedì 25 giugno, alla presenza di Mario Anzil Vicepresidente e Assessore regionale alla cultura e allo sport e di Serena Tonel, Vicesindaco e Assessore ai Teatri del Comune di Trieste.

Dopo i saluti istituzionali e l’introduzione del Presidente del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Francesco Granbassi, il direttore Paolo Valerio ha illustrato l’intera programmazione.

“Sior Todero brontolon” dà dunque il La alla Stagione, e fra poche settimane sarà già in prova al Politeama, per debuttare il 4 settembre in anteprima al Teatro Romano per l’Estate Veronese. Produzione dello Stabile regionale in collaborazione con il Teatro degli Incamminati e il Centro Teatrale Bresciano, la divertente commedia apre – all’interno della programmazione dello Stabile – un focus su Carlo Goldoni: al grande drammaturgo saranno dedicati più spettacoli (“La locandiera” diretta da Latella, la rara “L’incognita” riscoperta da Piermario Vescovo, più avanti una rilettura molto libera del “Servitore di due padroni” con Andrea Pennacchi) a dimostrazione di come la sua opera regali induzioni ricche e molteplici possibilità di lettura. A cura di Lino Marrazzo si terrà una lettura dei “Memoires” goldoniani e a coronare l’approfondimento sarà, a ottobre, un convegno in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste e l’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Diretto da Paolo Valerio, con Branciaroli protagonista “Sior Todero brontolon” promette di sorprendere: la commedia è costruita attorno al carattere del titolo, un “rustego” che dei quattro originali veneziani ha perduto ogni briciolo di bonarietà. Eppure è da sempre un personaggio ambito dai maggiori attori. Branciaroli saprà esaltare ogni sfumatura di questo protagonista avaro, imperioso, irritante con la servitù, opprimente con il figlio e la nipote, permaloso. Però – come anticipa il regista – non riesce a vincere contro il mondo femminile a cui l’antesignano Goldoni assicura una luce speciale. E l’universo femminile in questa Stagione sarà molto considerato.

Ottima la compagnia che il regista guiderà nella pièce: Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin, Maria Grazia Plos, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Valentina Violo, Emanuele Fortunati, Andrea Germani, Roberta Colacino si muoveranno in un allestimento che conta sui bei costumi di Stefano Nicolao e le scene di Marta Crisolini Malatesta e su una curiosa “collaborazione” dei Piccoli di Podrecca.

Con “Pessoa. Since I’have been me” di Robert Wilson, lo Stabile punta alto e accondiscende alla propria inclinazione al dialogo internazionale. Questo raffinatissimo e incantato spettacolo, che riporta sulle scene italiane il magistrale e originalissimo linguaggio di uno del massimi maestri della regia, è frutto della coproduzione internazionale fra Teatro della Pergola di Firenze, Théâtre de la Ville di Parigi e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Bolzano, São Luiz Teatro Municipal de Lisboa, Festival d’Automne à Paris, in collaborazione con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg.

È un omaggio all’opera di Pessoa attraverso una sinfonia di immagini perfette ed emozionanti e a un caleidoscopio di lingue diverse, quelle dei sette interpreti capitanati dalla celebre attrice portoghese Maria de Madeiros. Con questo spettacolo di poesia, di mare, di sospensioni delicate e di dialogo che va oltre il confine delle lingue, lo Stabile fa omaggio alle idealità di GO!2025 – Nova Gorica/Gorizia Capitale Europea della Cultura.

Il tema della valorizzazione dei preziosi giacimenti culturali di Trieste e della regione, è stato uno dei canoni portanti della progettualità della direzione in questi anni: con “Il vetro della clessidra” interpretato da Alessio Boni, si avrà l’onore di rapportarsi nuovamente con Claudio Magris, maître à penser, scrittore ai vertici della letteratura internazionale, di cui lo Stabile ha prodotto tutto il teatro. “Il vetro della clessidra” unisce il monologo “Essere già stati” ai racconti raccolti in “Tempo curvo a Krems” in una riflessione ricca d’ironia e consapevolezza culturale, sul tema del tempo e della maturità. Lo spettacolo inaugurerà la Stagione di Scena contemporanea alla Sala Bartoli e sarà riproposto – grazie alla collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia – a Francoforte in italiano e tedesco, in occasione della Fiera del Libro.

Attiene al medesimo filone “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo: la produzione realizzata la scorsa stagione, in occasione del centenario della pubblicazione del romanzo, ha ottenuto tali successi in tutta Italia da essere ripresa (e richiesta già per la stagione 2025-2026). L’ispirata regia di Paolo Valerio e l’intensa interpretazione di Alessandro Haber attorniato da un cast impeccabile (Roberto Petruzzelli, Valentina Violo, Maria Grazia Plos, Riccardo Maranzana, Emanuele Fortunati, Francesco Godina, Meredith Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo) prima di riprendere il tour ritornano va in scena per due giorni anche al Politeama, dove questo è stato lo spettacolo di prosa più visto degli ultimi 10 anni.

Un ritorno e assieme un evento sarà anche la serata “Svevo – Saba – Joyce” in cui lo scrittore Mauro Covacich unirà in un lungo viaggio fra scena e pagina i tre monologhi con cui ha indagato – nelle ultime stagioni – le tre figure fondamentali della Trieste letteraria del Novecento.

Sono legate alla Trieste del Novecento, ma da un punto di vista di ricognizione storica la novità “26 ottobre. Un mare di ombrelli” dell’autore triestino Gianni Gori che rappresenta la prima tappa di un percorso nei fatti del 1954 di cui si parlerà più dettagliatamente a settembre.

“26 ottobre. Un mare di ombrelli”, in collaborazione con la Rai del Friuli Venezia Giulia sarà scritto e messo in scena come un radiodramma, che si svolga (con tutti i trucchi e gli effetti sonori) davanti agli occhi del pubblico. Un’esperienza insolita per gli spettatori che contemporaneamente assisteranno al realizzarsi di una forma di spettacolo particolare e al racconto di una giornata fondamentale nella storia di Trieste.

Le ferite del secondo dopoguerra sono al centro di un cult del Teatro Stabile regionale come “Magazzino 18” con Simone Cristicchi e la regia di Antonio Calenda prodotto con Promomusic: lo spettacolo sarà in scena al Piccolo Teatro di Milano.

L’autore contemporaneoRoberto Cavosi – è al centro di “Sissi l’Imperatrice” coprodotto con Goldenart Production. Con Federica Vincenti protagonista e la regia dello stesso Cavosi, la pièce parla di femminilità in molto moderno, in chiaroscuro, con molti richiami al presente.

Autore vivente e contaminazioni con il mondo dello sport (linea che lo Stabile percorre già da diverse stagioni, basti ricordare il tennis ne “Il muro trasparente”) sono i punti di forza anche di “Orlando non fa suonare il corno: mito e leggenda di Ottavio Bottecchia” in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana e Théâtre de la Ville – Parigi. Interpretato da Klaus Martini Bottecchia è la quintessenza del ciclismo eroico, quando i campioni avevano umili origini e da queste traevano coraggio per superare strade impossibili con biciclette rudimentali. Testo e regia sono di Riccardo Ventrella.

La produzione del Teatro Stabile attraversa anche i linguaggi della ricerca e della contaminazione: assicurando continuità alla collaborazione con l’Accademia della Follia con cui sarà portato in scena “Quelli di Basaglia… A 180°” scritto da Angela Pianca e Antonella Carlucci e interpretato dai matt-attori sulla rivoluzione basagliana, oppure avviando sinergie significative, come quella con Teatro di Napoli- Teatro Nazionale, Casa del contemporaneo, Tinaos in collaborazione con Dialoghi – Residenze a cura del CSS per la messa in scena di “Woyzeck” da Büchner. È un’altra indagine nelle inquietudini dell’Europa del secolo scorso, che Tommaso Tuzzoli dirige sul sofisticato adattamento di Federico Bellini.

C’è poi l’intrigante operazione costruita sul testo dello scrittore Diego Marani, molto legato a Trieste (basti pensare al romanzo “La città celeste”). “La lingua virale” permette la sperimentazione a teatro dell’europanto (una lingua artificiale che contamina più idiomi europei). Un laboratorio di preparazione diretto dalla regista Silvia Mercuriali precederà la messinscena, legando alla produzione dello Stabile una significativa chance di formazione per giovani attori.

La formazione ed educazione sono sostenute attraverso la creazione di progetti specifici, come ad esempio “In cerca di Zeno per le strade di Trieste” percorso narra-performativo che ritorna in scena dopo il successo della passata stagione, il prossimo settembre: nasce dalla sinergia con il Dipartimento di Studi Umanistici dellUniversità degli Studi di Trieste con il coordinamento di Laura Pelaschiar e Paolo Quazzolo e intreccia il talento di alcuni degli attori di riferimento a quello di studenti e ricercatori dell’Ateneo. È invece rivolto ai giovani e ai bambini lo spettacolo degli allievi dell’Associazione StarTs Lab diretti da Luciano Pasini “Snob” da Molière. E avranno seguito il lavoro sui Piccoli di Podrecca (v. Comunicato allegato) e la proposta di Teatro di Figura di Gianpiero Lapilli rivolta alle scuole d’infanzia. È ormai nel “repertorio” costantemente programmato “Rossetti Open”.

Sono produzioni dello Stabile regionale anche i già applauditi “I segreti dei giardini dell’Arciduca” di Paola Bonesi e “Green Shakespeare: Trees, Storms, Flowers and the Moon” su elaborazione drammaturgica di Laura Pelaschiar e Paolo Quazzolo ed il nuovo “Discorsi amorosi da ascoltare e leggere al tramonto!” con Stefania Rocca e Fulvio Falzarano, Emanuele Fortunati, Paolo Valerio che – assieme ai due concerti realizzati in partnership con la Fondazione del Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste – compongono la rassegna estiva “Il Rossetti a Miramare” realizzata nel Parco grazie alla collaborazione con il Museo Storico del Parco e del Castello di Miramare dal 29 giugno al 24 luglio.

A tutta questa progettazione si aggiungeranno ulteriori attività site specific, o legate a particolari occasioni (il progetto 1954 che sarà ufficializzato a breve): sarebbero impossibili senza l’apporto fondamentale di istituzioni e realtà culturali, artistiche del territorio con cui si coopera fruttuosamente e continuativamente (oltre alle tante già citate, ricordiamo i Musei Civici, la Lega Nazionale, la Compagnia Arearea, l’ERT FVG). E non sarebbero possibili senza l’apporto professionale, artistico, umano del gruppo di attori di riferimento dello Stabile: Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Maria Grazia Plos.

Rispecchia il senso profondo del progetto di produzione, la programmazione completa della Stagione 2024-2025, con titoli, autori, artisti ospiti che garantiscono un teatro di elevata qualità, che attraverso un intreccio di energie, intuizioni, contaminazioni, generi, linguaggi sappia far emozionare e riflettere, divertire e crescere nel senso critico e nella consapevolezza un pubblico sempre più esigente e trasversale.

Così il cartellone Prosa di questa Stagione del Settantennale, che vola alto e guarda a una rosa d’autori che va dalla tradizione all’attualità da Goldoni e Tolstoj, a Stefano Massini e Andrew Bovell. E poi un succedersi di registi e attori di indiscutibile spessore.

Dopo il “Sior Todero brontolon” un altro capolavoro goldoniano “La Locandiera” in un’edizione che illumina la modernità e l’indipendenza di Mirandolina, magistralmente interpretata da Sonia Bergamasco diretta dal pluripremiato Antonio Latella.

Con “La vittoria è la balia dei vinti” si entra nella storia del Novecento, una delle linee di continuità di questa stagione: Marco Bonini dirige Cristiana Capotondi in un monologo al femminile che racconta di guerra e tabù nella Firenze del ’43.

È poi la volta di un dittico incentrato sulle dinamiche familiari: le fotografa con incisività il contemporaneo Andrew Bovell in “Cose che so essere vere” diretto e interpretato da Valerio Binasco con Giuliana De Sio.

Anche Jean Cocteau guarda a un gruppo familiare, venato di gelosie e falsità, fra crudeltà e colpi di scena. “Parenti terribili” fu un grande successo e divenne un film con la regia dell’autore: sui palcoscenici italiani lo riporta Filippo Dini, eccellente regista e interprete.

“1984” di George Orwell, nella regia di Giancarlo Nicoletti diviene uno spettacolo fedele al capolavoro e dal ritmo incandescente, ma soprattutto con interpreti affiatati: una stella del piccolo e grande schermo come Violante Placido, Woody Neri e Ninni Bruschetta.

Ritorna al Rossetti dopo il successo di due stagioni fa il raffinato jazzista Paolo Fresu, che con il suo filicorno e la tromba, attorniato da ottimi musicisti, farà sognare il pubblico contaminando musica e racconto in “Miles!”, sul mito-Miles Davies.

Nelle mani di due artisti liberi e fuori dagli schemi come Marco Baliani (riscrittura e regia) e Andrea Pennacchi (il protagonista) un testo-icona di Carlo Goldoni come il “Servitore di due padroni” diventa “Arleccino?” e ci parla in chiave comica e sociale.

A celebrazione della Giornata della Memoria, ritorna al Politeama un monologo-cult: con il fiato sospeso il pubblico seguirà Alessandro Albertin in “Perlasca. Il coraggio di dire no”.

Nino Marino e Nino Manfredi sono gli autori di “Gente di facili costumi” commedia in cui Luca Manfredi dirige – perfettamente calati nei rispettivi ruoli – Flavio Insinna e Giulia Fiume.

Si è già parlato di “Pessoa” firmato da Robert Wilson: dopo il debutto mondiale a Firenze, accolto da continue standing ovation, lo spettacolo riprende dal Politeama Rossetti il tour italiano e internazionale.

Un ritorno doveroso è quello di Simone Cristicchi in “Franciscus”: il monologo che racconta San Francesco fra musica e parole, sarà ancora in scena dopo il sold out dello scorso anno.

Un attore icona del cinema italiano come Sergio Rubini porta in scena da regista il romanzo di Stevenson secondo un’ottica più psicanalitica: “Il caso Jeckyll” lo vede anche in scena assieme a Daniele Russo.

Smascherare ogni convenzione sembra la meta dell’elegante drammaturgia di David Mamet in “Boston Marriage”, spettacolo imprevedibile con Maria Paiato, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria dirette da Giorgio Sangati.

Sarà poi la volta dell’evento “Svevo-Saba-Joyce”: solo il 27 febbraio la maratona di Mauro Covacich, nel suo “corpo a corpo” con i tre monumenti della scrittura del Novecento.

Equivoci ed esilaranti malintesi vivacizzano la scrittura di Gabriele Pignotta anche regista e interprete con Vanessa Incontrada di “Ti sposo ma non troppo”.

Poi tre grandi classici, tutti connotati da letture registiche raffinate e coraggiose, e da interpretazioni di pregio: per il pirandelliano “Sei personaggi in cerca d’autore” Valerio Binasco, che dirige la compagnia dello Stabile di Torino, sceglie un’ottica particolare, concentrandosi sulla crisi degli artisti di teatro. “Una delle storie più belle del mondo”, parola di Luca De Fusco ci giunge in un allestimento ricco di suggestione: “Anna Karenina” di Lev Tolstoj. Nel ruolo del titolo una delle migliori attrici italiane, Galatea Ranzi.

“Thérèse” è invece il capolavoro di Émile Zola interpretato da Donatella Finocchiaro, che Stefano Ricci restituisce nel suo ammirato linguaggio contemporaneo.

Di autore contemporaneo gli ultimi due titoli in cartellone: il primo è opera di un drammaturgo di caratura internazionale, Stefano Massini, che la scorsa stagione ha calamitato il pubblico parlando di Freud e ora affronta coraggiosamente il “testo maledetto” per antonomasia, “Mein Kampf”, nell’urgenza di risvegliare il nostro senso critico. Infine Davide Sacco che scrive e dirige e affida a Lino Guanciale un intenso monologo che parte da Napoleone per toccare una palpitante universalità: “Napoleone. La morte di Dio”.

Ma la drammaturgia dei viventi, i temi che ci appartengono, le innovazioni della scena attuale sono protagoniste assolute di un intero cartellone: “Scena contemporanea” alla Sala Bartoli.

Nell’ambito del focus goldoniano – andrà in scena “L’incognita” commedia rara e avventurosa che Piermario Vescovo adatta per un cast tutto al femminile e per una commistione di teatro d’attore e di figura.

Edoardo Sylos Labini interprete e autore – assieme ad Angelo Crespi – affronterà in modo “pop” la storia e la cultura italiana in “Mazzini” e “Marinetti” (una riflessione doverosa quella su di lui, che proprio al Rossetti tenne le prime celebri Serate Futuriste).

Si passerà a un lavoro di interessante scrittura, assieme ironica e riflessiva: “La felicità”. L’autore è Éric Assous, il tema le relazioni in età matura. Proseguendo nella sua sperimentazione di una forma di letteratura performativa, Mauro Covacich propone “Kafka” reading con le musiche dal vivo di Francesco Antonioni.

Sarà ancora la narrativa a ispirare la scena, con il racconto di Sciascia “La zia d’America” restituito da Paolo Panaro.

La ricerca ed il linguaggio poliforme di Rajeev Badhan con la compagnia SlowMachine ha conquistato il pubblico lo scorso anno con un lavoro su Dostoevskij: ora affrontano l’ultima opera di Ibsen fra suggestioni video, musica, recitazione in “Quando noi morti ci risvegliamo”. È invece soprattutto fisica l’espressività della Compagnia Bellanda in “Enigma di un abbraccio” con le coreografie di Giovanni Leonarduzzi.

Gli spettatori si emozioneranno con “Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute” di Marco Paolini, con Renato Sarti e l’attrice con disabilità Barbara Apuzzo: attori di una riflessione civile inquietante e necessaria. La limpida e travolgente capacità interpretativa di Elisabetta Pozzi sarà il fulcro di “Cassandra o dell’inganno” un mosaico di brani di autori classici e contemporanei che evocano una donna inascoltata e attuale.

L’universo femminile è al centro anche di “Letizia va alla guerra” che Agnese Fallongo scrive in toni tragicomici e recita con Tiziano Caputo.

“Cenci. Rinascimento contemporaneo” è un testo forte e vero ma narra della violenza subita da Beatrice Cenci nel 1599: la Piccola Compagnia della Magnolia ne evidenzia la forza attuale diretta da Giorgia Cerruti.

Ensemble d’innovazione, il Gruppo della Creta inscena ne “Il dio dell’acqua” la lotta fra uomo e natura in un’odissea contemporanea firmata da Gianni Guardigli e interpretata da Daniela Giovanetti e Amedeo Monda.

L’impegno civile permea “Riot Act” di Alexis Gregory, con Massimo Di Michele che ripercorre la lotta per i diritti dal 1969 a oggi. Alan Bennet ne “La cerimonia del massaggio” denuncia le tentazioni e i desideri del protagonista, Padre Geoffrey, cui dà vita Gianluca Ferrato.

Una contaminazione di teatro e danza, frutto della ricerca coreografica di Luciano Padovani è “Stella” che rende materica la tensione suscitata dal rapimento Moro. “Vania” invece, ritorna al presente e in particolare al malessere dei trentenni, davanti alle prospettive del futuro. Il Collettivo OYES diretto da Stefano Cordella si appella al capolavoro di Checov e a un’espressività senza filtri per testimoniarlo. Ne “Il corpo del tempo” Anna Dego e Anna Stante si muovono sul confine fra teatro e danza per evocare una storia universale di amicizia. In “Lady D” un’altra donna, nobile, infelice, amata e discussa è al centro del testo interpretato da Annalisa Favretti che ne è autrice con Pino Amendola.

Seguono modalità teatrali diverse che si sono imposte negli ultimi anni, tre eventi – reportage. Il Teatro Stabile produce “Gli occhi della guerra”, un monito alla pace affidato all’esperienza sul campo di due giornalisti esperti come Gian Micalessin e Fausto Biloslavo. Ma ospiti del Rossetti saranno anche Aldo Cazzullo e Moni Ovadia, che fonderanno i loro linguaggi ne “Il romanzo della Bibbia” accompagnati dalle musiche di Giovanna Famulari e Giuseppe Cruciani, star de “La Zanzara”, nel suo politicamente scorretto “Via Crux”.

Il cartellone del Musical è un sempre più interessante intreccio di produzioni originali, spesso presentate in prima nazionale – grazie al lavoro di scouting internazionale di Stefano Curti – e di spettacoli di alta qualità creati in Italia: titoli talvolta molto popolari e attesi, talaltra vere preziosità che solo il pubblico di Londra o Broadway – e di Trieste – può gustare…

Si parte da un capolavoro già annunciato, atteso con emozione a novembre: “Les Misérables. The Arena Musical Spectacular” nella produzione di Cameron Mackintosh che non lesina in effetti e costumi, né nella qualità assoluta della musica dal vivo e del cast, a partire dai già annunciati Killian Donnelly e Bradley Jaden.

Poi una produzione italiana fra le più curiose della stagione “Rocky Il Musical”: la storia di riscatto e coraggio del pugile che ha commosso al cinema ha già trionfato sulle scene internazionali. La dirige nell’edizione italiana Luciano Cannito con protagonista Pierpaolo Petrelli.

Gli stessi produttori di “The Phantom of the Opera” e lo stesso regista Federico Bellone, firmano “Anastasia”, prima edizione in Italia della storia dell’ultima principessa dei Romanov, su libretto di Therence McNally e le belle musiche di Stephen Flaherty.

Chi vorrà trascorrere il capodanno al Politeama Rossetti, lo farà sulle note di “Grease”: ripreso dalla Compagnia della Rancia, con la regia di Saverio Marconi e un cast che è pura energia, l’ evergreen di Jim Jacobs e Warren Casey rappresenta già di per sé una gioiosa festa.

“Come from away” è un’esclusiva che si applaudirà solo al Rossetti e che arriva direttamente dal West End con un cast eccellente. Il musical, che ha vinto il Tony Award, racconta su splendidi brani musicali la gara di solidarietà degli abitanti di Gander in Canada dove l’11 settembre 2001 durante l’attacco alle Torri Gemelle atterrarono molti voli per colpa dello spazio aereo chiuso: in breve i passeggeri da accogliere furono più degli abitanti.

“The Reunion” ideato da Earl Carpenter e Ramin Karimloo è una serata mozzafiato con brani del miglior repertorio musical, l’ottima FVG Orchestra diretta da Beatrice Venezi, e un gruppo meraviglioso di star abituate a calcare i palcoscenici del West End e di Broadway che si uniscono per amore del musical a ai due eccellenti ideatori.

Con la regia di Maurizio Colombi e l’ispirazione del celebre film dei fratelli Vanzina, diventa un musical “Sapore di mare” e porta in scena una travolgente rosa di hit degli Anni Sessanta, per far riviveere una storia di passioni e amicizia.

Guarda più al caffé chantant “Van Gogh Café” scritto e diretto da Andrea Ortis che fra coreografie, musica e proiezioni 3D regala un’esperienza affascinante al pubblico.

E poi un ritorno che sarà certo festeggiatissimo: “The Choir of Man” dal West End a Trieste ritorna il pub più teatrale che c’è. Nove cantanti e tanti successi pop per vivere una sera in un pub inglese, fra musica e intrattenimento.

“Mamma Mia!” – anch’esso già annunciato – è fra gli spettacoli in edizione originale: la platea sarà avvinta da vicende romantiche e divertenti e dai colori di un’isola greca dove esplodono amori e colpi di scena al ritmo dei successi degli ABBA. Il musical è diretto da Phyllida Lloyd.

“Dear Evan Hansen” è invece un’altra preziosità che Trieste apprezza in esclusiva: edizione originale, libretto di Steven Levenson, musiche e liriche di Pasek & Paul (pluripremiati compositori di “La La Land” e “The Greatest Showman”) il musical racconta le prove che un adolescente bullizzato riesce a superare, dando un monito di speranza e sensibilizzazione.

Non possono mancare poi nella stagione dello Stabile del Friuli Venezia Giulia gli eventi di Danza: se un grande ritorno è quello di “Swan Lake on Ice” con la favolosa compagnia di pattinatori-ballerini di Tony Mercer, ricercate sono le altre novità di questo cartellone. A partire dalla prima assoluta, firmata Società dei Concerti di Trieste, di “Chopin to us – Bruciare” su coreografie di Andrea Bolognino e musiche eseguite dal pianista Gabriele Strata.

Esordisce al Rossetti la Tchekpo Dance Company con uno stile che combina danza contemporanea occidentale a elementi di danza africana.

Per i più romantici ecco la delicatezza fiabesca di “Giselle” con la rigorosa scuola del Balletto di Mosca, e a inizio anno arriva “Alles Walzer” un appuntamento davvero prezioso, coreografato da Renato Zanella –  fra i più accreditati a livello mondiale – excursus fra i valzer più belli interpretati dalla impeccabile Compagnia Daniele Cipriani.

In “Ballade” la MM Contemporary Dance propone due coreografie contagiose e vibranti: la prima di Mauro Bigonzetti su musiche degli anni Ottanta, la seconda di Enrico Morelli dedicata al presente.

Infine “Othello Tango” della compagnia Naturalis Labor, con le coreografie di Luciano Padovani ispirate a Shakespeare.

La programmazione multigenere dello Stabile regionale sconfina per tradizione nella musica, nei recital di qualità, nelle forme d’attualità. Ecco allora un programma di concerti musicali che parte dal seducente “Nel cuore dell’Europa” il 5 settembre, promosso dall’ERT FVG. Nello spirito di GO!2025 musicisti della regione e della Slovenia si uniscono nella NordEst Sinfonia diretta dal M° Marco Feruglio ed eseguono Fauré, Sain Saens e Poulenc con la violinista Anna Tifu.

A chiusura di stagione si ricorda la presenza prestigiosa dei Wiener Symphoniker diretti dal M° Petr Popelka, in tre concerti.

La musica leggera e rock sarà rappresentata da diversi beniamini del pubblico: finora sono annunciati Robert Plant, Luciano Ligabue, Giovanni Allevi, Samuele Bersani.

La programmazione dei recital comici prevede per ora Valeria Angione ed Edoardo Ferrario.

Per i più piccoli, fra le produzioni si menziona “Snob” recitato dagli allievi della Scuola StarTs Lab, poi “Il Piccolo Principe” che Stefano Genovese allestisce fondendo prosa, musical e nouveau cirque, e “Grisù” la deliziosa favola del draghetto, protagonista di una celebre serie degli anni Settanta, che grazie a Manuel Renga e Marco Pagot diviene commedia musicale.

Alla programmazione istituzionale dello Stabile si aggiungono nel corso della stagione altri titoli ed eventi fuori abbonamento.

A settembre sarà diffuso il ricco cartellone relativo alle attività collaterali di formazione ed approfondimento che lo Stabile organizza parallelamente alla programmazione degli spettacoli. Importante la sinergia con partner come l’Università degli Studi di Trieste, i Civici Musei di Storia e Arte, con cui vengono realizzate iniziative di approfondimento, site specific, pubblicazioni, convegni. Con la British School del Friuli Venezia Giulia ed il Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste, sono invece organizzati i tanti incontri pomeridiani con gli artisti condotti dallo storico del teatro Paolo Quazzolo e quelli del ciclo “Peter Brown presents”.

Il sito del Teatro Stabile www.ilrossetti.it permette di accedere direttamente all’acquisto e alla prenotazione e a partire da oggi pubblicherà le informazioni su spettacoli, prezzi, formule di abbonamento relative alla Stagione 202024-2025.

La campagna abbonamenti parte mercoledì 26 giugno e la Biglietteria del Rossetti assicurerà agli interessati informazioni, assistenza per gli acquisti e per le prenotazioni come tutti i punti vendita dello Stabile regionale. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

La conferma degli abbonamenti a turno fisso deve avvenire entro il 30 agosto.

Comunicato stampa