Martedì 26 marzo a Gorizia
Mercoledì 27 marzo a Udine
Il Requiem di Pasqua di FVG Orchestra con musiche di Faurè e Ravel
Doppio appuntamento, ad ingresso libero, con la musica celestiale del celeberrimo Requiem op. 48
per soli, coro, organo e orchestra di Gabriel Faurè e Le Tombeau de Couperin di Maurice Ravel.
Martedì 26 marzo nella Chiesa di San Pietro Martire a Udine e mercoledì 27 marzo nella Chiesa di Sant’Ignazio a Gorizia, entrambi alle 20.30, la FVG Orchestra sarà diretta dal celebre Maestro Filippo Maria Bressan insieme al Coro Giovanile Italo/Sloveno diretto dalla Maestra Anna Molaro.
Spicca nel cast la figura del direttore Filippo Maria Bressan, musicista straordinario che ormai centellina le sue direzioni avendo già avuto modo di collaborare con l’Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice di Venezia.
Il coro unisce giovani e giovanissimi provenienti dal Fvg e dalla vicina Slovenia grazie anche alla collaborazione con il Coro Audite Juvenes, lo Zbor Glasbenega centro Edgar Willems – Ljubljana, i Pueri Cantores del Duomo di Udine, il Coro di voci bianche PiccoloròCnoN. Anche le voci soliste del Requiem sono giovani voci ma già di ottima caratura preparate dalla docente del Conservatorio Jacopo Tomadini M. Annamaria Dell’Oste. Una occasione quindi per abituare i giovani di nazioni diverse a stare assieme per una progettualità comune.
Le Tombeau de Couperin, ultimo capolavoro per pianoforte solo di Ravel, composto tra il 1914 e il 1915, fu dedicato agli amici perduti durante la guerra e questa stessa dedica sembra voler sottolineare nel lavoro il carattere di elegia funebre, la malinconia del buon tempo andato rispetto agli errori e alla desolazione del presente, tema quanto mai attuale. Presentato al pubblico nel 1919 da Marguerite Long Le Tombeau de Couperin conobbe nello stesso anno una nuova versione orchestrale. Il personalissimo neoclassicismo del Tombeau non tende a ricostruire il passato proponendolo come attuale ma a farne sentire tutta l’irreversibile arcaicità in una rievocazione dolcissima che nasconde dietro il gioco disimpegnato e il divertimento stilistico tutta la tenera malinconia di Ravel, tanto più penetrante quanto più pudica.
Brano incredibile è il Requiem di Faurè, eseguito nel centenario della morte del grande compositore francese. ll Requiem di Fauré si distacca notevolmente dalle altre composizioni romantiche del genere: è assente ogni violenza e ogni contrasto, ma vi prevale un sentimento di rassegnazione e di abbandono, a volte si potrebbe addirittura dire un desiderio di assenza e di silenzio. Decisamente lirico è del resto tutto il Requiem, di un lirismo sommesso e intimo, che rifugge da ogni esteriore ingrossamento od urto violento di contrasti, ed è invece animato da una profonda melanconia. La raffinatezza delle tinte, la sobrietà del canto, l’eleganza dell’esposizione, la discrezione del porgere non nascondono nel Requiem dì Fauré la solitudine amara di chi ha preso coscienza della sconsolata impotenza dell’uomo e ne esprime una dolente, equilibrata accettazione.
comunicato stampa