Dopo l’abbraccio del pubblico delle prime due giornate, il protagonista di Dedica 2021 Paolo Rumiz vedrà lunedì 18 ottobre la sua opera declinata nella prima delle produzioni teatrali per il festival, che quest’anno sono tre e si terranno tutte nella Sala Capitol di Pordenone. Alle 20.45, andrà in scena “Il viaggio immobile”, la lettura teatrale tratta dal libro Il Ciclope di Paolo Rumiz, su drammaturgia e regia di Massimo Somaglino, con lo stesso Massimo Somaglino e le musiche originali, dal vivo, di e con Mario Arcari. Un “viaggio immobile” che diventa avventura dell’anima, in un’isola uncinata al cielo con le sue rocce plutoniche, fuori dai tracciati turistici, dove buca il cielo un faro tuttora decisivo per le rotte che legano Oriente e Occidente. Paolo Rumiz, viandante senza pace, va a condividere lo spazio con l’uomo del faro: si attiene alle consuetudini di tanta operosa solitudine, si arrende all’instabilità degli elementi, legge la volta celeste. Il faro sembra fondersi con il passato mitologico, austero Ciclope si leva col suo unico occhio, veglia nella notte, agita l’intimità della memoria, ma soprattutto apre le porte della percezione.
Domenica 17 mattina intanto il festival e Paolo Rumiz hanno inaugurato tre mostre legate alla sua opera, curate da Angelo Bertani. Nella Biblioteca civica è stata aperta “Luci a nordest. Immagini e parole dal Friuli Venezia Giulia” (aperta fino al 14 novembre nella Sala Esposizioni), è l’esposizione fotografica di Ulderica Da Pozzo, artista friulana che ama visceralmente la sua terra, il Friuli, alla quale fanno da contrappunto i testi di Paolo Rumiz che di quella stessa terra mette in risalto le bellezza, ma anche le contraddizioni.
La Sala Novità della stessa Biblioteca accoglier invece “Un infinito narrare” (aperta fino al 13 novembre), mostra delle illustrazioni per i libri di Paolo Rumiz di Cosimo Miorelli, illustratore e live painter digitale che vive e lavora a Berlino e si muove fra a illustrazione, fumetto, pittura e spettacoli di live-storytelling.
Il Museo civico di storia naturale Silvia Zenari fa invece da cornice alla terza mostra, “Il gerundio inverso” (aperta fino al 14 novembre), che vede in esposizione mappe, libri, appunti, disegni, testi e memorabilia di Paolo Rumiz, offrendo al visitatore la possibilità di confrontarsi con le diverse origini dei meandri del suo essere perennemente in viaggio.
Grandi suggestioni ed emozioni nell’evento di oggi pomeriggio a Sesto al Reghena dove, in collaborazione con il Comune, nell’Auditorium Burovich alle 17.30 Paolo Rumiz racconta il suo libro “Il filo infinito”, viaggio nei monasteri benedettini, lì dove si sono costruite le fondamenta dell’Europa, con la sola forza della fede e l’incrollabile fiducia nella formula dell’ora et labora: una narrazione impreziosita dai canti gregoriani del gruppo vocale femminile Bodeča Neža diretto da Mateja Jarc.
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Comunicato Stampa