Si inaugurerà a San Valentino la piccola mostra che la Biblioteca statale Isontina ha pensato per testimoniare un aspetto della vita di Carlo Michelstaedter ancora poco conosciuto dai più: il suo amore verso Jolanda De Blasi. L’esposizione sarà visitabile fino al 3 marzo mentre il 14 febbraio, alle 16, sarà effettuata una visita guidata gratuita. La Biblioteca statale Isontina, va segnalato, aderisce anche così all’iniziativa “San Valentino nelle Biblioteche del Mic”. “Si tratta di un’occasione – spiega il direttore della Bsi, Luca Caburlotto – per cogliere una sfaccettatura particolare, molto vicina a tutti, della persona di Carlo Michelstaedter, e insieme di illustrare la ricchezza e la complessità degli archivi di persona, caratteri cui questo non si sottrae” Nata a Catanzaro nel 1888 Jolanda De Biasi era figlia di Girolamo, un autorevole magistrato, e all’età di 12 anni si era trasferita a Firenze con tutta la famiglia. Dopo la laurea, conseguita nel 1911, la donna avrebbe sposato un compagno dei suoi studi universitari, l’intellettuale Anton Francesco Giachetti da cui avrà l’unica figlia, Matilde. Intellettuale, saggista e scrittrice, Jolanda De Blasi lascia un nutrito corpus di opere tra cui citiamo l’ Antologia delle scrittrici italiane dalle origini al 1800. Nel 1939, segnaliamo ancora, curò la pubblicazione dell’opera postuma di Gabriele D’Annunzio Solus ad solam. Carlo Michelstaedter conobbe Jolanda durante gli studi universitari che entrambi svolsero in seno al Regio Istituto di Studi Superiori di Firenze. Nel 1907, infatti, sebbene ancora profondamente addolorato per la prematura scomparsa dell’amica Nadia Baraden, Carlo sentì nascere dentro di sé un sentimento d’amore verso la compagna di studi Jolanda De Blasi. La decisa opposizione della famiglia Michelstaedter farà sì che Carlo faccia cessare ogni frequentazione con la giovane donna. A testimonianza dell’affetto che il filosofo goriziano provò verso Jolanda, restano però oggi, conservate dalla Biblioteca statale Isontina, sei lettere che Carlo le scrisse. “Così sono solo nella tranquilla notte lunare, cioè tu sei con me, Iolanda, e mi conforti alla veglia e mi plachi le ire … Vorrei che tu sentissi nei tuoi placidi sonni l’intensità del pensiero a te rivolto, e ti sfiorasse le labbra d’un bacio, con grande amore”. Così Carlo scriveva a Jolanda, nella notte tra il 1 e il 2 maggio 1907. “Voglio ogni cosa triste ed ogni cosa lieta fare elemento del mio sogno di bellezza e di gioia, voglio per tuo amore dargli essenza di vita, e con le mie mani foggiare così la perenne felicità delle nostre due anime unite” scriverà ancora Carlo in un ulteriore frammento di lettera.

comunicato stampa