I CAPULETI E I MONTECCHI Musica di Vincenzo Bellini Tragedia lirica in due atti Libretto di Felice Romani Ed. musicali: Nomos Edition

Maestro Concertatore e Direttore ENRICO CALESSO
Regia ARNAUD BERNARD
Scene ALESSANDRO CAMER
Costumi CARLA RICOTTI
Maestro del Coro PAOLO LONGO
ALLESTIMENTO DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA IN COPRODUZIONE CON LA FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA E CON LA GREEK NATIONAL OPERA
ORCHESTRA, CORO E TECNICI DELLA FONDAZIONE TEATRO LIRICO GIUSEPPE VERDI DI TRIESTE
Personaggi e interpreti
Giulietta
CATERINA SALA (24, 26/II – 3, 5/III)
OLGA DYADIV (25/II – 4/III)
Romeo
LAURA VERRECCHIA (24, 26/II – 3, 5/III)
SOFIA KOBERIDZE (25/II – 4/III
Tebaldo MARCO CIAPONI
Capellio
PAOLO BATTAGLIA (24, 26/II – 3, 5/III)
VIKTOR SHEVCHENKO (25/II – 4/III)
Lorenzo EMANUELE CORDARO

Giunge a Trieste dopo dieci anni dal suo debutto l’opera I Capuleti e Montecchi di Bellini a firma del celebrato musicista e regista francese Arnaud Bernard, noto come l’allestimento ‘museo’ ed ampiamente apprezzato per la sua cifra estetica di grande finezza ed impatto scenografico. Sul podio il trevigiano Enrico Calesso, direttore di solida carriera internazionale con un grande rapporto di continuità soprattutto nei paesi di lingua tedesca. Un cast vocale giovane ed affidabile, perfetto per incarnare una storia eminentemente adolescenziale, con Caterina Sala e Olga Dyadiv per Giulietta e con il Romeo dei mezzosoprani Laura Verrecchia e Sofia Koberidze, completa il quarto appuntamento operistico della stagione giuliana.
Composta da Bellini solo in un mese e mezzo per il Carnevale veneziano del 1830, I Capuleti e Montecchi sono un’opera in cui, quasi come in un pastiche settecentesco, trovarono nuova vita arie provenienti da precedenti lavori meno fortunati, ma in una sapiente organizzazione del materiale musicale che già preludeva alla futura, breve stagione dei grandi capolavori. Nonostante la bellezza e ricchezza indiscutibile della partitura, Capuleti e Montecchi sia nell’800 sia nel ‘900 subirono importanti cambiamenti, da quelli dettati dall’esigenza di momenti più fiammeggianti da parte dei grandi virtuosi come la Malibran, alla consuetudine novecentesca di affidare il ruolo di Romeo ad una voce tenorile. La scelta belliniana del mezzosoprano en travesti, per dare invece al ruolo di Romeo una connotazione più credibilmente adolescenziale, fu ripresa a partire dagli ’80 ed a Trieste verrà proposta la vulgata filologicamente corretta con i mezzosoprani Laura Verrecchia, ultima discendente molisana del celebre tenore Mario Lanza, e la georgiana Sofia Koberidze nel ruolo di Romeo. Sottile e a pochi noto è inoltre il legame che unisce il titolo a Trieste, se è vera l’ipotesi che la malattia che portò Bellini precocemente alla morte, fu proprio contratta nel 1830, anno di composizione dell’opera, e proprio Trieste fu il motore primo della traslazione delle sue spoglie dal Père Lachaise di Parigi a Catania, giacché qui viveva e lavorava il barone catanese Rosario Currò, primo mecenate di Bellini ed artefice del suo ultimo viaggio, come testimonia la preziosa collezione teatrale del Museo Schmidl.
L’allestimento sofisticato, volutamente estetizzante e coltissimo di Bernard, secondo regista-musicista nel cuore della stagione triestina dopo Brockhaus, parte dalla sensazione di contrasto tra la passione narrata dalla musica e la scrittura di un libretto che pare, paradossalmente, temere proprio i contrasti. Racconta così Arnaud Bernard: “Nel concepire la mia drammaturgia mi trovavo a confrontarmi con un ‘oggetto teatrale’ insolito: sospeso tra la pochezza del libretto e la pienezza della musica. Mi sentivo a disagio di fronte ad un’opera che mi commuoveva senza coinvolgermi pienamente.” E quindi: “Un giorno, improvvisamente, ho trovato la definizione giusta per qualificare l’oggetto: un’opera da museo.  La partitura dei Capuleti mi è apparsa come un’opera d’arte protetta da una teca, un’opera che possiamo contemplare ma non riusciamo a toccare.”. Dunque lo spettatore si troverà di fronte ad un meraviglioso museo, o meglio un’ottocentesca quadreria onirica, ricca di Maestri rinascimentali che avranno, come in sogno, voce e facoltà di racconto, perfetta metafora di ciò che è una raccolta d’arte: narrazione visuale di storie nella storia.
Enrico Calesso, bacchetta di solidità e fama internazionale, da Vienna a Monaco, ma anche alla Fenice e al Maggio Musicale Fiorentino, condurrà il giovane cast che con la sua freschezza invererà i ruoli pur in una cornice di puro Bel Canto. Tra i cantanti spicca l’enfant prodige comasca Caterina Sala, già sul palco della Scala e che a soli 21 anni ha debuttato nel ruolo di Adina al Donizetti Opera Festival. Oggi, a 23 anni, la Sala è considerata fuori da ogni dubbio una delle voci più interessanti e non solo nella sua generazione. D’altra parte Caterina racconta: “La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Nella mia famiglia siamo tutti musicisti. Cinque figli, più ovviamente i miei genitori, con i quali, tutt’insieme, abbiamo formato un gruppo vocale, esibendoci in numerosissimi concerti. Questo da quando io avevo cinque anni. Inoltre mio padre lavora nel Coro del Teatro alla Scala di Milano, mentre mia madre è una musicologa. Quindi per me è sempre stato naturale e familiare essere in contatto con la musica. Poi mio padre oltre ad esercitare la professione di cantate, nel Coro della Scala, come dicevo, è anche pianista e preparatore di numerosissimi cantati. Quindi ho avuto modo, oltre che studiare canto con lui, anche di seguire le sue lezioni ad artisti che si accingevano a debuttare ruoli importanti, facendo tesoro di quei momenti.”.
Inizia così una piccola enclave nella stagione triestina dedicata ai celebri e giovani amanti veronesi, che proseguirà a marzo con il balletto Romeo e Giulietta di Prokofiev a firma del Maestro Renato Zanella, protagonista indiscusso degli anni d’oro del balletto di Vienna, con l’eccellente corpo di ballo di Ljubljana, proponendo quindi a breve distanza la possibilità di un confronto sulla diversa interpretazione musicale di sentimenti potenti ed universali attraverso il tempo, lo spazio e le diverse sensibilità culturali.

A Venerdì 24 FEBBRAIO 2023 ore 20.30
C Sabato 25 FEBBRAIO 2023 ore 20.30
D Domenica 26 FEBBRAIO 2023 ore 16.00
B Venerdì 3 MARZO 2023 ore 20.30
S Sabato 4 MARZO 2023 ore 16.00
E Domenica 5 MARZO 2023 ore 16.00
www.teatroverdi-trieste.com

comunicato stampa