Alvise Nodale nell’autunno del 2015 aveva autoprodotto l’album “Conte flame”, contenente 8 canzoni acustiche in lingua friulana di rara delicatezza. Le melodie ben strutturate e i testi – diretti, narranti ricordi e sensazioni autentiche – hanno catturato l’attenzione degli addetti ai lavori, rivelando una vera e propria promessa della musica friulana. Il giovane cantautore carnico si ripresenta oggi con un nuovo album, dal titolo The dreamer, pubblicato dall’etichetta Seahorse Recordings. Le atmosfere non sono molto dissimili dal precedente CD, ma cambia la lingua, considerato che i testi (tutti dell’autore, così come le melodie) sono stati composti e cantati in italiano. Il sound, molto intimo e dolce accompagna l’ascoltatore in un viaggio onirico dall’infanzia all’età adulta, quella della presa di coscienza del modo reale. Tra i brani, eseguiti con i bravissimi musicisti Giulio Venier, Luca Moreale, Massimo Silverio, Nicola Silverio, Valerio Simonini e Veronica Urban, citiamo la bellissima canzone d’apertura In un soffio che ci fa pensare alla possibilità di essere “incapaci a cadere”, Il lampionaio, che narra di “scale per un paradiso antico”, di mestieri e sogni perduti, Occhi, probabilmente il brano più onirico dell’album, Canzone per un addio (su Youtube https://www.youtube.com/watch?v=J77pOjntqpI) e Buonanotte sognatore che chiude il disco con la riflessione: “Ricorda, le persone sono come le parole, non hanno mai senso se lasciate lì da sole, ma se unite in romanzi riscrivono un insieme”. Abbiamo incontrato Alvise, per fargli qualche domanda sul suo nuovo album, che merita attenzione e un ascolto attento, vista l’alta qualità artistica espressa.

Alvise, com’è nata l’idea di scrivere un intero album in italiano, dopo “Conte flame”?

È stata un po’ una necessità e un po’ una sfida personale. Una necessità nel senso che provando a scrivere qualcosa di nuovo in friulano mi sentivo ripetitivo, sentivo di ripetere argomenti, frasi e parole che avevo già usato in Conte Flame, da qui ho deciso di provare a scrivere qualcosa in italiano, cosa che non avevo mai fatto prima, questa era la sfida.

L’album è una sorta di sogno trasformato in musica, o mi sbaglio?

Il disco è una storia, quasi un libro musicale, in cui ogni canzone è un capitolo della vita di un sognatore, in cui ognuno (spero) possa riconoscere una anche minima parte di sè. Ognuno di noi, credo, è un sognatore, perché, come diceva De André, senza sogni, senza passioni o utopia l’uomo resterebbe un animale guidato esclusivamente dall’istinto.

Le tue atmosfere sono spesso dolci e malinconiche. Corrispondono al tuo carattere oppure si tratta solo del tuo stile di scrittura delle canzoni?

Penso entrambe le cose, ho cercato di mettere molto di me stesso in questo album, più che nel precedente.

Sei legato a qualche brano in particolare di “The dreamer”, e per quale motivo?

Proprio per la ragione che ogni canzone è un capitolo e ogni capitolo ha un qualcosa di molto personale non ho favoritismi, sono canzoni diverse l’una dall’altra, ma non saprei dire a quale sono più legato.

La critica ha ben accolto “The dreamer”. Chi è interessato come può acquistarlo?

Il disco lo si trova ovunque su internet, anche sui siti di streaming più famosi. Per acquistarlo, dovete trovarmi e sarò ben lieto di darvi una copia.

Grazie Alvise, in bocca al lupo per la tua carriera artistica!

© Franco Giordani per instArt