“Dopo il successo straordinario raccolto a inizio stagione e in tournée ritorna  dal 15 al 24 maggio alla Sala Bartoli “(Tra parentesi) la vera storia di un’impensabile liberazione”. La produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia propone un interessante racconto sulla storia della rivoluzione basagliana attraverso la testimonianza di Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua interpreti e autori dello spettacolo, diretti da Erika Rossi”.

Trieste e poi Milano, Torino, Ferrara, Udine, Codroipo, Cervignano tutti i teatri della tournée hanno accolto con il “tutto esaurito” lo spettacolo “(Tra parentesi) la vera storia di un’impensabile liberazione”, concepito, scritto e portato in scena da Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua: due figure che possiedono un punto di vista privilegiato sul tema della Legge Basaglia, della sua approvazione (di cui ricorreva nel 2018 il quarantennale), su una rivoluzione fondamentale per tutti ma tanto più significativa nella regione e nella città dove è nata…

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e diretto da Erika Rossi, talentuosa cineasta e regista triestina, ha iniziato la sua avventura a ottobre alla Sala Bartoli e la richiesta e l’attenzione suscitate sono state tali che è sembrato naturale riproporre delle nuove repliche in chiusura di stagione.

Ecco allora la nuova programmazione: dal 15 al 24 maggio sempre alle ore 21, con una sospensione nelle serate del 18 e 19 maggio.

«Quando il direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Franco Però, ha proposto a Massimo Cirri, conduttore radiofonico, psicologo e amico mio carissimo, a Erika Rossi, giovane regista triestina e a me di fare qualcosa in occasione dei 40 anni della legge 180, ho pensato che scherzasse» ricorda ora Peppe Dell’Acqua. «Per più di un mese ho tenuto lontano anche il pensiero di quell’improbabile avventura. Temevo che, specie a Trieste, lo spettacolo potesse avere scarsa partecipazione dal momento che i triestini sanno già tutto e da decenni sono partecipi di questa storia e poi temevo potesse far riemergere contrasti feroci che sempre ci hanno accompagnato. Erika e Massimo, invece, erano entusiasti. Durante l’estate abbiamo cominciato a pensare a cosa e come raccontare. Non era solo l’orrore del manicomio l’oggetto delle nostre chiacchierate. Non voleva essere l’oggetto del nostro narrare soltanto “la distruzione dell’ospedale psichiatrico come luogo di istituzionalizzazione”. Bisognava cercare di andare alle radici della “rivoluzione”. Il tema avrebbe dovuto essere: Basaglia non solo chiude i manicomi, restituisce diritto, dignità, soggettività. Bisognava raccontare la vera storia. “Messa tra parentesi la malattia…” L’ingresso di Basaglia a Gorizia l’inizio del canovaccio».

Da qui si sviluppa lo spettacolo: «In scena una panchina rossa, Massimo e io a conversare, alle spalle le immagini degli uomini e delle donne che faticosamente procedono verso la loro liberazione. Come si capisce è stato per me un andare indietro. Le storie che ogni sera raccontavamo muovevano  passioni, interrogativi memoria di sconfitte brucianti e conquiste gioiose. Emozioni che non mi hanno mai lasciato. Ci sentivamo, noi ragazzi venuti da mezz’Italia, nel cuore di una storia impensabile che accadeva davanti ai nostri occhi. Contribuire allo smontamento della grande e secolare istituzione manicomiale era come vivere nell’urgenza di un capovolgimento epocale che non poteva fare a meno della nostra passione. Affrontavamo rischi, amori, conflitti nella vertigine di orizzonti sconosciuti».

«Ogni sera a teatro ho raccontato di me e delle cose meravigliose e ruvide che accadevano intorno» conclude Peppe Dell’Acqua. «Ho rivissuto i dieci anni forse più importanti della mia vita, la frequentazione preziosa di un gruppo di lavoro che di anno in anno diventava sempre più coeso e stimolante. Ci rendevamo conto che raccontare delle origini, delle parentesi e della frattura insanabile che Basaglia ha provocato nel corpo della psichiatria era il rischio di non essere compresi e la certezza di un vergognoso fallimento,  diceva Massimo per farmi coraggio. Il successo è stato ancora più inaspettato (…) Le persone manifestavano la loro partecipazione, ci facevano avvertire la loro emozione. Gli applausi a scena aperta ci stupivano e mettevano ancora di più in crisi la mia fragile tenuta. Credo che a Trieste come negli altri teatri, ma a Trieste soprattutto, il nostro narrare ha fatto sì che le persone potessero finalmente appropriarsi di una storia che ha cambiato il modo di vedere l’altro. Di interrogarsi sulla natura della malattia mentale. Un desiderio di appartenere. Cosa di meglio potevo attendermi!»

 

GLI AUTORI

Peppe Dell’Acqua, giovane medico non ancora specializzato in psichiatria, cerca Franco Basaglia per lavorare con lui. Lo segue a Trieste – dopo Gorizia in questa storia c’è Trieste – e prosegue il viaggio.

Massimo Cirri conduce Caterpillar su Radio 2 ma ha lavorato per 25 anni nei servizi di salute  mentale, quelli al posto del manicomio.

 

LA COLLANA 180

Molti dei temi e delle storie toccate nello spettacolo provengono dai libri della Collana 180 – Archivio critico della salute mentale delle Edizioni Alpha Beta Verlag, diretta da Peppe Dell’Acqua con la collaborazione di Pier Aldo Rovatti. La collana a oggi conta ventuno titoli divisi in quattro sezioni (narrazione, riproposte, attualità e traduzioni) e propone storie di persone, saggi e ricerche che si costruiscono intorno al disagio e alla malattia.

I libri “accompagneranno” le tappe dello spettacolo: sarà possibile trovarli nei teatri dove “(Tra Parentesi) la vera storia di un’impensabile rivoluzione” sarà rappresentato. (www.edizionialphabeta.it/180)

I biglietti sono ancora disponibili presso tutti i punti vendita del Teatro Stabile regionale e attraverso il sito www.ilrossetti.it.

Comunicato Stampa